Assistiamo a sconvolgimenti quotidiani che si verificano ad un ritmo sempre più intenso e irregolare, sfuggendo così ad ogni previsione.
I casi più gravi diventano pietre di paragone ma cresce anche il numero dei traumi amplificati dallo strisciante aumento della vulnerabilità del sistema.
La volatilità, in ogni settore, è diventata la norma.
Ma come resistere a tutto ciò?
Andrew Zolli, con Ann Marie Healy, in un recente libro “Resilienza”, indica alcune possibili soluzioni per fronteggiare la situazione.
Se è vero che non siamo in grado di controllare le maree del cambiamento, possiamo però imparare a costruire imbarcazioni migliori, a prospettare e ridisegnare organizzazioni, istituzioni e sistemi capaci di assorbire meglio gli sconvolgimenti, di operare sotto una più ampia varietà di condizioni e di passare con maggiore fluidità da una situazione all’altra.
Bisogna essere connessi, ma non troppo; essere diversificati, ma senza esagerare; essere in grado di accoppiarsi con altri sistemi quando ritorna utile, ma anche capaci di disaccoppiarsi quando l’unione si rivela dannosa.
Dotarsi di una “scioltezza strategica” con la quale si sappia coniugare la fluidità (di strategia, strutture e azioni) con la fissità (di valori e scopi).
In definitiva bisogna impegnarsi per porre in attuazione un atteggiamento di resilienza che può costituire una risorsa per tutti.
Maurizio de Tilla
(Presidente A.N.A.I.)
