Secondo l'antica cosmologia greca, il caos è il complesso degli elementi materiali senza ordine che preesiste all'universo ordinato.
Secondo un comune dizionario della lingua italiana, la semplificazione è la riduzione (delle cose) in aspetti o in elementi semplici e consiste nel renderle più facili eliminando complessità e complicazioni.
Due concetti alla portata di tutti con l'unica eccezione del legislatore fiscale italiano che si ostina ad ignorarli. E mentre tutto cambia e si annunciano roboanti inversioni di rotta, quando si tratta di adempimenti fiscali non c'è niente che tenga: inventare complicazioni (meglio se inutili e ancor meglio se a danno dei cittadini più deboli e degli anziani) è un impegno irrinunciabile. Una triste abitudine assurta a specialità della casa.
Ci occupiamo dell'art. 11, comma 2, del DL 66/2014 – che salvo rari casi abolisce il mod. F24 cartaceo – il quale dispone che dal 1° ottobre 2014 TUTTI i contribuenti italiani che con tale modello dovranno pagare un importo superiore a mille euro e quelli che, pur dovendo pagare una cifra inferiore, godono di un credito compensabile di pari ammontare, dovranno obbligatoriamente utilizzare il modello F24 telematico.
Che meraviglia! Niente più file alla posta o in banca ma… mano al portafoglio e via ad acquistare computer, programmi, stampanti, carta e toner. E poi di corsa ad aprire nuovi conti correnti per la felicità del mondo bancario, vero ideatore di questa ennesima pugnalata al petto dei cittadini. Come alternativa ci sono i professionisti a cui affidare il compito. Pagando, s'intende.
Le disposizioni imperative dell'art. 11 non lasciano scampo e, alla stregua delle società e delle persone fisiche in possesso di partita IVA – per i quali tale obbligo sussiste dal 1° gennaio 2007 – non sarà più permesso a nessun contribuente di recarsi presso uno sportello di un istituto di credito o di un ufficio postale per effettuare il pagamento del modello F24 cartaceo. Alle condizioni di cui sopra, infatti, anche i privati saranno obbligati ad effettuare il pagamento tramite l’invio telematico da scegliersi tra F24 web, F24 online o F24 cumulativo, quest’ultimo per il solo tramite degli intermediari abilitati al “Canale Entratel”.
Una vera e propria semplificazione! Chissà come ce la invidiano all'estero…
Insomma con il ritornello pagando, pagando e pagando ancora, tutti finalmente, anche quei pochi che ancora non ce l'hanno, dovranno aprire un conto corrente e gonfiare le già pingui casse degli istituti di credito. E dovranno farlo prima possibile perché le scadenze sono dietro l’angolo.
Fortunatamente, per ovviare all'infelice idea di fissare al primo ottobre la decorrenza della nuova procedura, l'Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 27/E del 19 settembre ha consentito, a coloro che hanno rateizzato il debito di Unico 2014, di pagare con il modello cartaceo le residue rate. Il problema però rimane e i distinguo sono ancora una volta troppi. E anziché spianare la strada a chi vuol fare il proprio dovere pagando, il legislatore fiscale dissemina il cammino di ostacoli, pezzi di vetro e mine vaganti. A nome di tutti i cittadini italiani chiediamo l’abrogazione dell’art. 11, comma 2 in commento.
Che sia giusto pagare le imposte e le tasse è un fatto indiscutibile ma che le modalità di pagamento non possano essere una libera scelta del contribuente è una bestemmia. E allora ci chiediamo: perché questa nuova modalità di pagamento deve essere obbligatoria? Cui prodest?
Davvero l'intento è esclusivamente quello di risparmiare? Se è così, anziché continuare a dare botte ai cittadini, sarebbe sufficiente sfoltire qualcuno degli innumerevoli privilegi di cui gode la casta. Oppure si potrebbero far versare imposte, tasse e contributi ad una intera comunità che esporta verso il proprio paese (esentasse, si mormora) centinaia di milioni di euro al mese nell'indifferenza generale.
Dover pagare (il servizio) per poter pagare (le imposte) è semplicemente aberrante. Costringere i privati a destreggiarsi fra computer, programmi e sistemi telematici è lesivo della dignità. E fra i cittadini (e sono tanti) comincia a serpeggiare il pensiero che la Costituzione sia bella e da osservare ossequiosamente, solo quando fa comodo ai privilegiati. E non è un bel pensare. Le ormai famigerate semplificazioni starnazzate dai megafoni mediatici, creano ulteriore confusione rispetto a quella già esistente e, in realtà, sono un altro passo in avanti verso il caos.
Ma vediamo brevemente cosa dovrà fare il nostro “contribuente modello” ligio alle imposizioni: aprire un conto corrente che ha un costo annuale, richiedere il servizio di home banking che ha un costo annuale, investire alcune centinaia di euro per l’acquisto di un supporto informatico, richiedere una linea ADSL che ha un costo mensile e, finalmente, potrà con somma gioia scaricare e utilizzare uno dei software gratuiti che l’Amministrazione finanziaria gentilmente mette a disposizione (F24 Web o F24OnLine). Due software cioè, che consentono ai privati cittadini di pagare direttamente con il modello F24 telematico.
Diversamente dovranno rivolgersi ad un intermediario abilitato. E il servizio che prima veniva effettuato da banche e poste con oneri a carico dello Stato, adesso verrà verosimilmente effettuato dagli intermediari, con oneri a carico dei cittadini. Non è meraviglioso? L'importo di 75 milioni di euro per il 2014 e di 100 milioni per il 2015 sarà pagato dai cittadini. Prosit.
Ma non è finita. Ci risulta infatti che utilizzando i due software gratuiti messi gentilmente a disposizione dall’Amministrazione Finanziaria, se non vi è corrispondenza tra il codice fiscale del contribuente e il codice fiscale del titolare del conto corrente, la richiesta di pagamento dell’F24 telematico sarà scartata.
Saremo quindi tutti obbligati a cointestare i conti correnti dando qua e là poteri di firma disgiunta? Oppure saremo costretti ad aprire un secondo e un terzo corrente per il coniuge e per il figlio e così via per ogni codice fiscale appartenente al nucleo familiare?
Senza voler disquisire di filosofia sofistica – non essendo questa la sede – e di forza, spesso ingannevole, di certa retorica politica, richiamiamo un ammonimento di Platone secondo cui i finti governi democratici, indeboliscono lo Stato e conducono alla tirannide.
Per evitarlo, fra le tante cose, occorre restituire ai cittadini l'insopprimibile libertà di scelta; non farlo è sintomo di un potere che schiaccia, e opprime fino a diffondere un senso di impotenza e di rassegnazione che annienta l'individuo e induce pericolosamente alla ribellione, perché lo Stato sta dimostrando di non essere dalla parte del popolo ma del potere finanziario.
Lo Stato non siamo noi dunque, ma invariabilmente Luigi XIV.
Pesaro, li 24 Settembre 2014
FONDAZIONE COMMERCIALISTITALIANI
Angelo Galdenzi