Santerini, Pruneri, Rivoltella, Falanga… Noti pedagogisti danno la pagella al Rapporto del governo. Buona scuola: se è per tutti. In uscita il volume “Renzi e la scuola. L’ultima occasione?”. A pubblicarlo l’Editrice La Scuola che ha appena lanciato un sondaggio sul suo sito. Gli insegnanti? Non vogliono solo soldi ma formazione e riconoscimento del merito
Noti specialisti, ciascuno secondo le proprie competenze, pedagogiche, storiche, didattiche, giuridiche, commentano in modo analitico il testo del Rapporto “La buona scuola” che, forse più compiutamente di un atto legislativo, esprime la vision del Governo sulla questione avendo come obiettivo la crescita del Paese. Lo fanno nel libro “Renzi e la scuola. L’ultima occasione?”in uscita anche in e-book con i tipi dell’Editrice la Scuola, un contributo rilevante al dibattito aperto, almeno sino al prossimo novembre quando si concluderanno le consultazioni appena partite, che intendono coinvolgere il maggior numero di soggetti – docenti, studenti, genitori, educatori… .- e non solo i vertici del Ministero della Pubblica Istruzione. Secondo PierCesare Rivoltella, ordinario di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento presso l'Università Cattolica di Milano tre sono i pilastri destinati a sostenere una seria riforma : l’introduzione di un sistema di educazione continua degli insegnanti, l’istituzione del middle management, la chiamata diretta dei dirigenti scolastici e degli insegnanti. Da questo punto di vista il patto educativo proposto dal Governo Renzi al Paese “soddisfa a metà e tuttavia se già riuscisse a rendere operativa questa metà avrebbe raggiunto un risultato storico”. Anche Milena Santerini, ordinario di Pedagogia generale presso l'Università Cattolica di Milano (oltre ad essere deputato e membro della commissione “Cultura, scienza e istruzione”) , concorda con Rivoltella ma va oltre: due sono le sfide decisive che attendono risposta – quella generazionale e quella della qualità. Per quanto concerne la prima “È evidente che l’anzianità di servizio non può essere sufficiente per distinguere gli insegnanti di valore, che devono ricevere un riconoscimento per le loro competenze”. Quanto alla seconda “ Trasparenza, autonomia, valutazione, alternanza scuola-lavoro sono tutte parole chiave come leve del cambiamento.(…) La qualità dei docenti e non solo la loro stabilità va messa al centro della strategia, in funzione di una riduzione delle disuguaglianze. Per ottenere dei risultati, bisogna avere chiari gli obiettivi. Portare al 10% la dispersione può essere uno scopo su cui impostare i passi successivi”. Senza dimenticare la storia complessa delle riforme scolastiche succedutesi alla guida di Viale Trastevere (dalla Falcucci a Carrozza, passando per Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini, Profumo), è invece Fabio Pruneri, docente di storia dell’educazione all’ Università degli Studi di Sassari, a sottolineare i punti critici del Rapporto. Dopo aver evidenziato che per “ben metà esso è relativo alla situazione del precariato” nella convinzione che “la stabilizzazione del personale” sia “la risposta ai molti mali che affliggono la scuola”, Pruneri mette in guardia dall’ “’ansia da prestazione, derivante anche dalla necessità di certificare le performance degli alunni, del personale, dell’istituto” sino a perdere le finalità dell’educazione. Oggi purtroppo -continua- “lo studiare non è lo sforzarsi o l’ingegnarsi, ma un prepararsi a questo o quel test”. E non è tutto, perché “ i professori da soli non bastano”. A seguire, nel volume , il contributo giuridico di Mario Falanga (Università di Bolzano). Dopo aver rimarcato come tutte le attività svolte dai docenti, individuali e collegiali, concorreranno “al riconoscimento dicrediti didattici formativi e professionali, per sostenere la scuola nel processo di miglioramento”,Falanga afferma che “le numerose e incisive proposte innovative andranno a modificare, se mantenute dopo la consultazione, lostato giuridico dei docenti’”. Quasi una rivoluzione annunciata dopo quella degli anni ’70”. “Si è davanti a proposte molto interessanti e innovative, che costituiscono una buona base per la discussione e il confronto”, è il parere del noto esperto di legislazione scolastica. Che conclude: “Si vedrà la loro tenuta dopo la consultazione nazionale e, a seguire, la loro traduzione in formule giuridiche” . Contemporaneamente all’uscita di “Renzi e la scuola”, l’editrice bresciana ha lanciato sul proprio sito (www.lascuola.it) un sondaggio destinato a raccogliere le prime reazioni al documento governativo e a costruire una graduatoria in ordine di importanza tra gli obiettivi in agenda. Mille le risposte nel giro di un paio di giorni, con questi risultati. Al primo posto: “ La scuola si aggiorna: formazione e innovazione” (23% ). Al secondo: “La scuola fa carriera: qualità valutazione e merito” (16%). Seguono “Mai più precari nella scuola” (15%); “La scuola per tutti, tutti per la scuola”(12%). Gli altri punti seguono, in termini di percentuali, a notevole distanza.