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QUALE SCELTA?


Nella confusione politica nazionale, Renzi sembra “tenere”. La notizia, all’apparenza, sembrerebbe di più ampio respiro, ma chi s’intende di lessico politico, non ci casca. Il Capo del Governo, e Ministri, hanno da fare i conti con un Paese sempre più alla deriva e con una schiera di partiti, piccoli e meno, che rema esplicitamente contro l’attuale maggioranza. Senza evidenziare come, l’Esecutivo spera in una rinascita di quelle problematiche che hanno reso importante il partito del Presidente. Certo è che in questi ultimi 14 anni di vita, la sinistra è stata tutto, tranne che riformista. Ancora una volta, per governare, ci sono volute delle alleanze, dei patti da accettare e, poi, da rispettare. Cosa si può fare di meglio per questo nostro Paese? Dopo anni di governo “sulla parola”, ci ha pensato Renzi ad aprire tutte le ipotizzabili porte per salvarci dal “baratro”. Termine inquietante che non siamo riusciti a centrare anche guardando chi, in UE, sta peggio di noi. Stringere “patti” con altri non suona bene per chi intende, essere l’artefice di un Paese proteso verso l’Europa, ma con garanzie di ripresa anche sul territorio nazionale. Il patto di governabilità appare ancor più complesso e, indubbiamente, macchinoso. Tutto dipenderà, ancora una volta, dal comportamento e dalle strategie dei Partiti che s’identificano al “centro” della politica italiana; che sono ancora tanti. Oggi, però, è meglio non far conto su nessuno. La mancanza della nuova legge elettorale non favorirà in “rimescolamento” delle carte. Barare, al punto in cui siamo, non converrebbe a nessuno. Oltre i DS non c’è altra sinistra. Gli ultimi fuochi sono stati accesi dai Democratici e non senza una certa revisione interna delle maggiori cariche del Partito. Una generazione ha lasciato posto all’attuale. A nostro avviso, però, soli in apparenza. Chi contava ieri vuole contare anche oggi. E’ umano, lo comprendiamo, ma non lo giustifichiamo. “Maggioranza” ed “Opposizione” hanno, nel Nuovo Millennio, una concretezza assai differente di quella degli ultimi decenni del 1900. Dal 2000 ad oggi, n’è passata d’acqua sotto i ponti, e la sinistra è ancora lì. Nel contesto, si muovono, anche se in modo disarticolato, le formazioni di Centro. Guidate da uomini che hanno un passato politico variegato o neppure quello. Come si può far conto su un Esecutivo, dove lo smottamento della componente centrista potrebbe spostare l’ago della governabilità? A ben osservare la situazione è proprio questa. Il nostro futuro prossimo sarà ancora caratterizzato da un equilibrio “instabile”. Con conseguenze preoccupanti per l’economia che ha bisogno di stabilità per potersi, alla lunga, riprendere quel tanto per non essere fagocitata dai dictat di un’UE che è madre e matrigna per tutti i suoi Figli. I tempi per le scelte sono maturati, ma la “faccia” del Primo Ministro non può “garantire” anche quella degli altri membri della sua squadra.


Giorgio Brignola

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