FERMIAMO IL DISEGNO DI ANNIENTARE L’AVVOCATURA, FINCHE’ SIAMO IN TEMPO!

E' successo di nuovo, tutto in una settimana. Dopo gli articoli de La Repubblica e Huffingtonpost che esprimevano giudizi negativi nei confronti dell'Avvocatura accusando la nostra categoria di speculare sulla lunghezza dei processi e di essere contraria alle riforme per non vedere diminuite le nostre parcelle, ora subiamo l'ennesimo attacco; questa volta è il Giudice Davigo che scredita la nostra figura professionale individuando quale ostacolo alla riforma della Giustizia proprio gli avvocati “perché la giustizia da' da mangiare a 250 mila avvocati (…). I Tribunali sono intasati dalle cause perse”.

Il Magistrato offre la soluzione alla drammatica situazione della Giustizia non con contributi scientifici bensì in modo semplicistico: Davigo consiglia di disincentivare in ogni modo il ricorso alle cause, punendo con condanne ancor più pesanti chi ha torto. Insomma anche costui prosegue nell'opera, ormai palese, di puntare l'indice contro la nostra figura professionale. E TUTTO CIO' IMPUNEMENTE senza che chi ci dovrebbe rappresentare a diverso titolo (per chiarezza CNF, OUA ed Ordini territoriali) prenda una posizione ferma ed autorevole.

Ed allora tocca al Movimento Forense esporsi per la terza volta in pochi giorni, rammentando che non siamo certamente noi avvocati ad opporci al reclutamento di nuovi Giudici per evitare che i pochi in attività – non distaccati al Ministero od in altre “importanti” vicende occupati – dispongano rinvii delle udienze di anni. Ci corre l'obbligo di evidenziare, altresi', che sarebbe sufficiente ai Giudici applicare la Legge condannando la parte soccombente alla rifusione delle spese legali ovvero, in casi di temerarieta', al risarcimento dei danni (anche questo curiosamente gia' previsto dalla legge).

Certamente potremmo essere anche noi qualunquisti ed alimentare le chiacchiere di bassa cucina scrivendo che spesso i nostri assistiti ci chiedono se la controparte ha “avvicinato” il Giudice (perché questa è la percezione errata che molti cittadini hanno della Giustizia), potremmo soffermarci sul fatto che in alcuni Tribunali curiosamente le spese vengono compensate soltanto in alcuni ricorrenti casi, affermare che la Magistratura si muove quando vuole, oppure accusare in modo superficiale i Giudici di non voler implementare l'organico per timore di vedere annacquato il loro potere.

NO, noi Avvocati non lo faremo: gli Avvocati sono persone serie, prima di rilasciare una dichiarazione o scrivere 2 righe, pensano alle conseguenze per tutti.

Verrebbe la tentazione di chiedere al dott. DAVIGO quante sue Sentenze sono state riformare in sede di gravame e se hai mai pagato per cio', ovvero se e' d'accordo nel legare lo stipendio dei Giudici alla produttivita', da ultimo ma non per ultimo potremmo permetterci di richiamare al dott. DAVIGO – che vuole disincentivare il ricorso alla Giustizia – L'ART. 24 DELLA COSTITUZIONE, ma non abbiamo dubbi che lo avra' ben presente.

Il disegno di screditare l'Avvocatura agli occhi dei cittadini in modo da concentrare il potere nelle mani di pochi ormai è palese; chi ci dovrebbe difendere è debole e non gode di alcuna rappresentatività. Quindi, non c'e' piu' tempo, occorre richiamare tutti gli avvocati di buona volontà a reagire in prima persona e ribattere colpo su colpo, solo se la nostra categoria acquisira' una nuova coscienza ed un senso di appartenenza potremmo fermare la volonta' di qualcuno di annientarci.

Uniti si vince, da soli si è unicamente bersaglio !

Sursum Corda.

MOVIMENTO FORENSE

Massimiliano Cesali

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