Rischio dissesto ambientale per l’Alto Jonio cosentino a causa degli interventi sulla 106 ionica

Interrogazione degli Onorevoli Ermete Realacci, Nicodemo Oliverio e Stefania Covello, per sapere quali provvedimenti il governo intende prendere per evitare il rischio di dissesto ambientale per l’Alto Jonio cosentino, a causa dell' intervento infrastrutturale ANAS SPA 'SS 106 Jonica con la SS 534 (km 365 +150) a Roseto Capo Spulico (KM 400 + 000) Megalotto 3.

L'interrogazione urgente è al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l’Ambiente, Tutela del territorio e del Mare al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo e al Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti.

“Come evidenzia una nota della Commissione tecnica per la valutazione ambientale, costituita presso il Ministero dell’Ambiente nel 2014, è emersa – spiegano gli interroganti – la necessità di richiedere all’ANAS chiarimenti e documentazioni integrative per giustificare lo scostamento del Progetto Definitivo in variante dal Progetto Preliminare approvato con delibera ClPE 103/2007.

Il raffronto tra Progetto preliminare e le modifiche del progetto definitivo, variato dall’ANAS, evidenzia l'illegittimità della procedura eseguita”.

“Intanto – sottolineano i parlamentari – si tratta di un nuovo progetto e pertanto, sarebbero da rifare anche le procedure di gara. Sono state disattese le prescrizioni ambientali sulla VIA preliminare.

Rispetto al progetto preliminare il progetto definitivo ha 'alzato la livelletta' di circa mt 40 nella zona collinare, eliminando 12 km di gallerie e portando le opere in superficie”.

“Ma il punto centrale della vicenda – fanno presente gli interroganti – è rappresentato dalla parte finanziaria del progetto. Fra il progetto preliminare -redatto nel 2004 e approvato nel 2007- e il progetto definitivo -presentato all’approvazione nel 2014- mancano i fondi assegnati alla Regione Calabria e quindi resta solo il contributo statale corrispondente alla metà delle risorse necessarie.

Ecco spiegato il motivo per cui nel progetto definitivo si è operata la scelta di abbandonare 12 chilometri di gallerie profonde (opere più costose), portando la strada in superficie. Così si prevede di tagliare le colline (terrazze protette da vincolo paesaggistico per l’unicità dei panorami e della configurazione naturale) con trincee a cielo aperto e qualche piccolo tratto di galleria artificiale.

Insomma, affermano Realacci, Oliverio e Covello “Per penuria di fondi l’Anas ha scelto di abbandonare le opere più costose (gallerie) e di mantenere lo stesso tracciato ma in superficie”.

Alla luce di tale situazione gli interroganti chiedono al governo di “intervenire per il ripristino della situazione, sia in termini finanziari sia in termini di corretto rapporto Stato-Cittadini, riaffermando il bilanciamento tra le logiche dello sviluppo economico e gli interessi alla tutela dell’ambiente”.

Roma, 8 luglio 2014

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