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IL PUNTO di Marco Zacchera n. 498

del 1 luglio 2014
SOMMARIO: RIENTRO DAGLI USA – DAI 100 AI MILLE GIORNI DI RENZI – SBARCHI E MAFIA – VERBANIA: ATTESE

Sono rientrato nei giorni scorsi da uno dei miei viaggi negli USA ed atterrando a Malpensa, anche questa volta, la prima impressione è stata di sconforto.
Già arrivi senza capire perché devi viaggiare con uno strapieno quanto decrepito aereo della American Airlines visto che Alitalia da un po’ di tempo ha cancellato il collegamento diretto da Milano e Miami (e passare per Roma vuol dire perdere mezza giornata), volo che era peraltro sempre pieno, ma soprattutto perché hai lasciato un mondo “smart” dove tutto sembra efficiente, pulito e scattante per atterrare in un posto dove al primo slargo il benvenuto è dato dai soliti rifiuti abbandonati e immediatamente l’Italia ti accoglie con una autostrada a pedaggio. Confronti feroci, imbarazzanti, tristi.
L’anno scorso (chi vuole vada su www.marcozacchera.it e può rileggersi IL PUNTO n. 450) sottolineavo come tutto da noi fosse così complicato, difficile, lento, paludato, inefficiente e chiedevo più “libertà” per far capire che se non si giocava questa carta tutto andrà sempre peggio, ma un anno dopo il bilancio è ancora più desolante.
Mille critiche al “sistema” americano, certo, ma intanto non c’è vetrina dove non cercano qualcuno per lavorare e se ti presenti cominci, subito.
Oppure – se hai un’idea – dimostrane la validità e i soldi per finanziarla li trovi, non servono mesi né immobili a garanzia in un sistema basato sulla fiducia reciproca, ma dove se sgarri (o evadi le tasse) allora paghi e dalla seconda volta la pena è senza più sconti, la paghi fino in fondo.
Parlandone con tanti italiani che ho incontrato e ormai – volenti o nolenti – si sono trasferiti oltreoceano (ma anche con diversi imprenditori americani colti e con esperienze internazionali) si commentava come l’unica nostra possibilità di ripresa potrebbe essere l’Europa intesa come dimensione minima geopolitica, visto che i singoli stati sono ormai troppo piccoli per competere su base mondiale. Ma una Europa “americana”, aperta e coraggiosa nella mentalità, che osi e non viva solo con addosso il dramma del deficit fermandosi ogni momento per mille cavilli.
Oppure, all’opposto, l’Italia potrebbe tentare di competere utilizzando la propria e per certi versi incredibile popolarità ed unicità se fosse in grado di qualificarsi come Stato di alta gamma, di qualità della vita e di unicità storica, culturale e turistica.
Molto, in America, è “italiano” (ma soprattutto presunto tale): dai cibi, al designer, alla moda ma soprattutto, almeno nell’immaginario collettivo, noi continuiamo ad essere un particolare e benedetto paese che spesso però non corrisponde purtroppo alla realtà.
I numeri parlano chiaro: il nostro turismo è crollato a livello mondiale lasciando progressivamente i primi posti, il vino italiano ha ora competitori internazionali formidabili, gli altri nostri prodotti agroalimentari sono troppe volte scopiazzati e confusi, i ristoranti “italiani” hanno cuochi cinesi, ci difendiamo con la moda ed il designer ma – diciamocelo francamente – progressivamente i marchi “italiani” sono di fatto passati di mano a multinazionali straniere.
Ci resterebbe la grande carta del turismo, della cultura, della storia, dell’arte ma sembra che siamo così pazzi, assurdi, autolesionisti a distruggerla.
E’ ridicolo il perpetuo “no” ad infrastrutture essenziali, a rovinare il rovinabile, a non investire in campi in cui siamo unici al mondo e che potrebbero dare un ritorno inimmaginabile in termini economici, occupazionali e finanziari.
Ma Pompei crolla, i musei stanno chiusi, la cultura decade, le università sono agli ultimi posti nelle classifiche, gli alberghi e i trasporti sono molto più cari che nella gran parte del mondo, il paese non si “internazionalizza” e la nostra classe politica gioca a Pulcinella.
E’ questa superficialità, questo pressappochismo che irrita, indigna, distrugge un paese.
Nelle piccole come nelle grandi cose non c’è sincera volontà di cambiamento forse perché in fondo “va bene così” alla gran parte del paese, rassegnato a vivacchiare.
Ma è per i giovani che sono sinceramente preoccupato, non per la nostra generazione giustamente avviata al declino. Che spazi ci saranno per i nostri figli e i nostri nipoti?
Anche perché – in fondo – quello che più mi urta è che un pochino l’Europa e l’Italia dovrebbero sentirsi, sia pur con umiltà, un gradino più maturi, saggi, migliori dei “cugini” americani non fosse che per il fatto che è l’America ad essere “figlia” dell’Europa e perché le radici culturali, storiche, artistiche, letterarie e anche religiose – almeno del mondo occidentale – sono al di qui dell’Atlantico e non al di là.
Invece siamo stati sconfitti nelle guerre militari ed economiche e lo siamo da tempo ora soprattutto in quelle culturali – spesso le più subdole perché a priva vista invisibili – “copiando” negli ultimi decenni mode ed abitudini, ma molto spesso in peggio.
I colonizzatori sono colonizzati e spesso non se ne rendono più nemmeno conto, ma – diventati soltanto un mercato secondario a livello globale – purtroppo per la gran parte degli europei va appunto bene così, senza neppure avere più lo spirito della riscossa.
Questa è la radice del male: l’ Italia e l’Europa hanno perso il loro stesso senso di appartenenza, la loro dignità morale e culturale. I risultati di questa abdicazione sono sempre più negativi e visibili.

RENZI: DAI 100 AI 1000 GIORNI
“Una riforma al mese, l’Italia la cambio in 100 giorni o me ne vado” Ma i mesi passano, i tempi per i 100 giorni di Renzi sono diventati 1000, le riforme non decollano e dall’ Europa dove – stando almeno ai giornali italiani – il successo del leader è totale non arriva né un aiuto né l’auspicata “flessibilità”: come la mettiamo?
La realtà è infatti diversa dalla teoria e Renzi comincia già ad appassire, vittima – e su questo ha ragione Galli della Loggia sul “Corriere” – di mille freni, di cento caste, dei privilegi e contrappesi sociali, dei privilegi ben radicati e lungi dal cedere il passo.
Anche perché il governo una ne fa e una ne distrugge. Da oggi sul risparmio si paga il 26% in cambio dei famosi 80 euro al mese, le banche versano le sopravvenienze per le loro quote Bankitalia ma ottengono di nuovo gli anatocismi degli interessi sugli interessi e i tassi attivi (per loro) corrono indipendenti dall’Euribor senza nessun intervento correttivo. Alla fine ci rimettono imprenditori ed imprese, ovvero si danneggia proprio chi si voleva aiutare.
I primi 100 giorni di Renzi sono già passati, ma non se lo è ricordato nessuno.

SBARCHI
Nuovo record di 6.000 sbarchi in Sicilia in sole 48 ore, aggiornando il totale a circa 60.000 dall’inizio dell’anno, già il doppio dell’anno scorso, oltre a tante, troppe vittime sconosciute.
Un business che ormai interessa apertamente anche la malavita, anche se questi aspetti vengono solo sussurrati perché imbarazzanti. Si fa finta di non vedere taxi e bus che attendono i migranti per essere abusivamente trasportati nelle città e da qui nel nord dell’Italia e d’ Europa, subito dopo la loro rapida e già predisposta evasione (senza neppure i prescritti riconoscimenti) dalle bolgie dei centri di prima accoglienza.
Lo sfruttamento degli emigrati è evidente, il volontariato è al collasso eppure l’operazione “Mare Nostrum” prosegue imperterrita a beneficio degli scafisti che gestiscono il traffico, dopo aver completamente distorto le motivazioni per cui era iniziata.
Lo stato alza le mani impotente (o volutamente reso impotente? Ricordiamoci che non c’è più neppure il reato di immigrazione clandestina e questo ha grandemente favorito l’afflusso) anche se il patetico Angelino Alfano minaccia “ritorsioni diplomatiche” verso l’Europa che altamente se ne frega anche perché l’Italia – al di là dei proclami e delle belle frasi buoniste – politicamente non conta assolutamente nulla.

VERBANIA: ATTESE
Fatti gli auguri al nuovo sindaco di Verbania diamo tempo al tempo per vedere le eventuali novità, anche se noto come il metodo non cambia: qualsiasi sia la persona al comando fioriscono subito polemiche, su tutto.
Non è questione di maggioranza od opposizione – che giustamente deve fare il suo mestiere – quanto delle piccolezze di questioni minimali che salgono come grandi temi agli onori della cronaca e che poi decadono in poche ore.
Ma è mai possibile che non si riesca mai a vedere un po’ più lontano, a giocare carte strategiche, a smetterla di tornare sempre sui propri passi come chi gira in tondo e crede di avanzare, mentre resta sempre allo stesso punto?
Se i verbanesi, come gli italiani, non riusciranno a capire che devono veramente cominciare a pensare (e ad investire) un poco più in grande non si potranno mai raggiungere gli obiettivi da tutti sbandierati e richiesti in campagna elettorale.
Non sempre il proprio ombelico è il centro del mondo.

Proprio mentre sto chiudendo IL PUNTO mi giunge questa nota di Giorgia Meloni
sui temi trattati più sopra. Mi sembra quindi utile pubblicare questa riflessione della segretaria nazionale di Fratelli d’Italia-AN
DOV’E’ FINITA LA RIVOLUZIONE EUROPEA?
Martin Schulz confermato presidente del parlamento Ue e Juncker, bandierina della Merkel, alla guida della Commissione Ue: eccola la grande rivoluzione che ci avevano promesso a parole PD, FI e NCD. In campagna elettorale ci guardavano come marziani perché sostenevamo che in Europa non c’è bipolarismo tra PPE e PSE che votano insieme il 90% dei provvedimenti e sono responsabili delle peggiori politiche condotto fin qui dalle istituzioni europee. Ci davano dei populisti quando sostenevamo che votando questi partiti sarebbe cambiato nulla perché il compito di PPE e PSE non è costruire un’Europa di popoli liberi ma mantenere al vertice delle principali Istituzioni europee un’oligarchia a trazione tedesca gradita ai poteri forti, alla grande finanza, alle lobby, alle consorterie, alle banche.
Ci aveva assicurato che sarebbe cambiato tutto, che loro avrebbero cambiato tutto: nessuna continuità con il passato e svolte epocali nel rapporto tra Italia e Ue. Oggi, dunque, da questi illustri esponenti politici nostrani che hanno incassato il consenso degli italiani grazie alle loro promesse di rivoluzione, ci piacerebbe sapere esattamente cosa sia cambiato rispetto agli ultimi anni, perché la riconferma di Schultz – leader del PSE e alleato della Merkel in Germania – e la prossima elezione di Juncker – che era il candidato alla presidenza della Commissione Ue della cancelliera tedesca – sono la prova della ripartizione tra PPE e PSE e della già nota irrilevanza dell’Italia.
Del resto, nonostante i proclami di Renzi questa irrilevanza è confermata dall’intervista rilasciata al Financial Time dal ministro dell’Economia tedesco Schauble che ha detto di non averlo mai sentito parlare di flessibilità rispetto al patto di Stabilità.
Ora noi chiediamo semplicemente a Renzi, Alfano e Berlusconi cosa ci attenderà, quanto sangue saranno ancora costretti a donare gli italiani, quanto pensano di bluffare dichiarando il contrario di quello che fanno. Non chiediamo nulla che non sia la verità. Perché a differenza loro, noi l’abbiamo sempre detta. (Giorgia Meloni)

Ricordando che nei mesi estivi IL PUNTO esce circa ogni 15 giorni ed invitandovi a leggere gli approfondimenti su www.marcozacchera.it , a tutti un saluto

Marco Zacchera

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