L’on. Francesca La Marca è intervenuta in Aula per fare la dichiarazione di voto a nome del Partito Democratico sul provvedimento di ratifica dell’accordo tra Italia e Stati Uniti sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e lotta alle forme gravi di criminalità.
Il voto favorevole del Gruppo del PD al provvedimento dall’on. La Marca è stato motivato da due fondamentali ragioni. La prima è quella di sviluppare la collaborazione tra i due Paesi con lo scambio di informazioni su dati digitalizzati relativi alle impronte digitali e ai profili di DNA. “Il livello di pericolosità delle organizzazioni malavitose e terroristiche – ha affermato La Marca – è sempre più spesso legato al possesso di strumentazioni complesse e al ricorso a tecnologie avanzate, sicché è necessario e urgente elevare il livello di difesa ricorrendo, pur con il necessario equilibrio, a quanto di meglio la scienza e la tecnica possono mettere a disposizione. Nessuno in un campo come questo, nel quale entrano in discussione i livelli di legalità e la sicurezza dei cittadini, può pensare di cavarsela da solo né di procedere con sistemi e tempi che non tengano conto del nesso strettissimo che c’è tra prevenzione e velocità delle informazioni”
Una seconda ragione di consenso è quella riferita all’equilibrio che si è riusciti a creare, sia nell’accordo iniziale che nel progetto di legge di ratifica, tra l’esigenza di collaborazione nell’investigazione dei dati e la preoccupazione di tutela della privacy. “Le impronte digitali e i profili di DNA – ha continuato l’onorevole – sono notoriamente tra i dati più delicati e sensibili che possano essere maneggiati in un percorso investigativo. Ebbene, nel provvedimento in esame le cautele e le tutele sono molteplici e ricorrenti. Intanto, l’Accordo è modellato su un precedente importante a livello europeo, quale il Trattato di Prüm del 27 maggio 2005 fra diversi Paesi europei, al quale l’Italia ha aderito nel 2009. Un trattato notoriamente attento alla tutela delle prerogative personali e delle legislazioni nazionali. Il provvedimento, inoltre, vieta i raffronti collettivi e prescrive invece che le interrogazioni debbano riguardare casi specifici e ben individuati. In ogni caso, è riaffermata la regola che le attività investigative in nessun caso possano forzare e travalicare le normative nazionali in materia di privacy. Sono poi previste precise procedure per il criptaggio e per l’accesso ai dati, sostenute da investimenti in tecnologie che possano assicurare il rispetto delle indicazioni contenute nell’Accordo. Un importante rafforzamento del sistema di tutela, infine, è venuto da precise richieste del Garante per i dati personali con riferimento alla compatibilità dell’Accordo con le norme europee e internazionali. In questo modo si è posto un decisivo elemento di salvaguardia della privacy che consente di conciliare l’efficacia dell’azione investigativa con le prerogative di tutela personale”.
A conclusione del suo intervento, l’on. La Marca ha voluto esprimere la sua soddisfazione in qualità di eletta nella ripartizione Nord e Centro America della circoscrizione Estero prima di tutto per il fatto che in questa legislatura, ad opera dei due Governi che si sono succeduti, sia ripresa l’attività di convenzione internazionale, che per ragioni di contenimento di spesa era restata ferma per anni, con sacrificio dei legittimi interessi dei soggetti coinvolti e della stessa immagine del Paese. “Il fatto poi – ha affermato l’onorevole – che l’Italia si dimostri pronta ad una seria, moderna ed incisiva collaborazione nella lotta alla criminalità con un Paese come gli Stati Uniti, in cui si sono storicamente radicati discutibili stereotipi sulla malavita di origine italiana, consente di dire che i tempi sono cambiati e che l’Italia oggi, nel contrasto alla criminalità organizzata, può giustamente vantare dei titoli che ne migliorano sensibilmente l’immagine a livello internazionale”.
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