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Lettera del Segretario dell’O.U.A.

Preg.mo
Avv. Domenico Condello
Consigliere
dell’Ordine degli Avvocati di
Roma

e p.c.

Al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di
Roma

A tutti gli Avvocati iscritti all’Ordine di
Roma

Gentile Collega Condello

Riscontro la sua missiva odierna inviata via e mail a tutti gli Avvocati romani dai simpatici e vibrati sapori elettorali.

Mi piacerebbe intervenire in qualità di Avvocato dell’Ordine di Roma sulle numerose contestazioni da Lei accumulate nel breve spazio della Sua lettera.

Ma in ossequio del ruolo e della Funzione che rivesto in qualità di Segretario dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, desidero chiarire unicamente l’inesattezza e l’ambiguità con cui Ella ha ritenuto di trattare la questione del contributo volontario che l’Organismo che rappresento riceve dall’Ordine di Roma dal 2013, ricordandoLe altresì, che io sono stato eletto Segretario dai delegati OUA italiani eletti al Congresso e riuniti in Assemblea e non dal Consiglio dell’Ordine di Roma di cui Lei fa parte. Con le stesse modalità elettive questo ruolo era stato ricoperto in passato tra gli avvocati romani dall’Avv. Giuseppe Lepore e dall’avv. Renato Tobia.

Quasi in chiusura della sua lettera Ella ha accusato il Presidente dell’Ordine di Roma Mauro Vaglio di essere riuscito”a far pagare agli Avvocati Romani circa 60.000 euro nel 2013” a favore dell’O.U.A.

Dando questa maliziosa e travisata interpretazione dei fatti, Ella altresì ha ritenuto di dover coniugare la mia persona, pur senza nominarmi, ad una appartenenza ad un non meglio definito “gruppo” ascrivibile all’influenza dell’Avv. Vaglio.

Le cose stanno molto diversamente come brevemente le darò modo di constatare.

Ricordo a me stesso e a Lei innanzitutto che cosa è l’O.U.A.

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) che Ella cita, quasi fosse una associazione di rigattieri, è la sintesi dei congressi forensi tenutisi dal dopoguerra in poi. In tutti gli incontri Congressuali, ma anche in altri contesti, l’Avvocatura Italiana ha cercato di dotarsi di un Organismo in grado di fondere e rappresentare da un lato tutte le istanze della avvocatura, ma, dall’altro, di tenere distinto tale nuovo soggetto dal Consiglio Nazionale Forense già espletante chiare e rilevanti funzioni pubblicistiche e persino giurisdizionali (quale giudice speciale disciplinare, legittimo in quanto nato anteriormente alla Costituzione).

Nel settembre del 1995, a Maratea, si tenne il Congresso nel cui corso fu approvato lo Statuto e venne formalmente istituito l’OUA.

Lo Statuto, nel suo testo vigente, successivo al Congresso di Bari 2012, dunque, aggiornato alla sopravvenuta l. 31 dicembre 2012 n.247, all’art. 1, prevede che “il Congresso Nazionale Forense è l’assemblea generale dell’Avvocatura italiana e rappresenta il momento di confluenza di tutte le sue componenti”.

Ma, l’art. 6 individua nell’OUA “l’organo al quale il Congresso conferisce la rappresentanza politica ed il compito di attuare i deliberati congressuali, assumendo iniziative, promuovendo e curando attività di studio, informazione, comunicazione, divulgazione ed intervento presso le istituzioni pubbliche e gli organismi politici”.

L’esistenza e la rilevanza giuridica dell’OUA e dei suoi compiti attuativi dei deliberati del Congresso N.F. è confermata dalla sopravvenuta l. 31 dicembre 2012 n.247, all’art.39, co.3 (“Il congresso nazionale forense delibera autonomamente le proprie norme regolamentari e statutarie, ed elegge l'organismo chiamato a dare attuazione ai suoi deliberati“),. Tale sopravvenienza normativa è stata di impulso per valutare, in occasione del prossimo Congresso Nazionale Forense di Venezia, nuove modifiche Statutarie da parte dell’Assemblea OUA da assumere previa consultazione di tutte le componenti, istituzionali ed associative, dell’avvocatura. La valenza rappresentativa esterna dell’intera avvocatura da parte dell’OUA è confermata da vari indici sintomatici del suo riconoscimento anche sul piano istituzionale: ad esempio le Camere procedono ad audizioni degli organi rappresentativi OUA allorquando siano in discussione testi normativi incidenti sulla professione forense; vengono richiesti dal Ministero della Giustizia e da organismi parlamentari pareri all’OUA su iniziative normative in itinere; il CNF (ente pubblico non economico) è in costante consultazione con l’OUA ex art.39, l. n.247 del 2012.

Per quanto riguarda invece la questione del contributo OUA Le ricordo, richiamando un parere espresso dal consigliere della Corte dei Conti Proff. Vito Tenore, che qualsiasi persona fisica, giuridica o associazione non riconosciuta per sopravvivere e/o perseguire proprie finalità istituzionali o statutarie, necessità di risorse finanziarie per il c.d. “fondo comune”.

Nel caso dell’OUA, pur non essendo precluse altre e più ampie forme di reperimento di finanziamenti (contributi del Congresso Forense o del C.N.F, sponsorizzazioni, donazioni da parte di avvocati o di terzi, finanziamenti pubblici, redazione di studi, di banche dati o di pubblicazioni, gestioni di servizi, etc.), la principale (e, allo stato, esclusiva) fonte di entrate è, da sempre, il contributo volontariamente versato da molti Ordini forensi locali, come inizialmente statuito dall’art.11, co.2, dello Statuto O.U.A di Maratea il cui Preambolo testualmente afferma che “è dunque interesse ed onere dell’intera avvocatura stringersi … in un patto di solidarietà politica, giuridica ed organizzativa, allo scopo di dare partecipazione, riconoscimento e sostegno, anche finanziario, al Congresso Nazionale Forense e alla struttura operativa di rappresentanza politica che ne è diretta emanazione, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura alla cui autorevolezza e capacità di intervento è necessario dedicare, da parte di tutti, il più ampio e leale supporto”.

Diverse delibere Congressuali hanno poi toccato il punto, adeguando gli importi dovuti dagli Ordini locali: in particolare vanno menzionate, su tale specifico profilo in esame, le delibere assunte nel corso dei congressi di Verona del 2002, di Palermo del 2003, di Milano del 2005, di Bologna del 2008, di Genova 2010 (allegati nn. 1, 2, 3, 4, 5 cit.). Queste delibere, votate dai partecipanti ai Congressi, in premessa, affermano univocamente che l’erogazione del contributo all’OUA costituisce un “obbligo morale e giuridico”.

Da informazioni assunte presso l’OUA, il pagamento da parte degli Ordini locali del contributo de quo è avvenuto sempre spontaneamente e volontariamente, anche se non mancano Ordini inadempienti (circa 50 su 166).

E’ inesatto però affermare che il contributo sia stato versato per la prima volta dall’Ordine di Roma nel 2013, come invece dalla sua missiva Ella vorrebbe far intendere quasi a voler colpevolizzare ( di cosa peraltro non si sa) l’attuale Consiglio (di cui si dimentica di far parte) di una tale presunta dovuta novità.

Sottolineo che già negli anni che vanno dal 1997 al 2000 l’allora l’Ordine di Roma (Presidente Lubrano se ben ricordo) ritenne di contribuire all’Organismo che rappresento, dando così lustro non solo a se stesso ma anche all’OUA, come riprova la sottostante tabella a conferma dei versamenti effettuati.

ANNUALITA'
ANNUALITA'
ANNUALITA'
ANNUALITA'

ROMA
1997
1998
1999
2000

101.850.000
111.370.000
119.380.000
127.360.000

Ma se l’O.U.A dal 2013 riceve nuovamente un contributo volontario ( che pertanto non incide sulle casse dell’Ordine) è anche grazie a Lei Avv. Condello e di questo noi la ringraziamo sinceramente.

Le ricordo infatti che l’indirizzo di voler contribuire volontariamente al sostentamento dell’O.U.A fu votato e quindi deliberato al quarto punto dell’Ordine del giorno non dal presidente Vaglio, che Lei vorrebbe colpevolizzare, ma nel corso dell’Assemblea degli avvocati romani tenutasi in data 28 giugno 2012.

Mi piace qui ricordarLe come, nel contesto dei suoi plurimi interventi, di cui rimetto copia per opportuno memento, Ella ritenne di non intervenire proprio su questo punto dell’Ordine del giorno. La sua critica odierna pertanto appare nella sua tardività ed eccentricità funzionale, un mero prodotto delle esigenze elettoralistiche che sembrano urgere alla sua attenzione.

Per concludere con un sapido e divertito aneddoto, Le ricordo infine come, nella piacevolissima occasione di una cena tenutasi in un noto ristorante romano per un incontro istituzionale dove hanno partecipato diversi presidenti degli Ordini degli Avvocati italiani, Ella più volte espresse l’ambizione ed il desiderio di coronare la sua splendida e lunga militanza istituzionale nell’amministrazione degli organi professionali forensi ( dopo Cassa Avvocati e Consiglio dell’Ordine di Roma) con il raggiungimento della Presidenza dell’O.U.A.

Augurandole che tale suo auspicio si realizzi, mi auguro altresì che in qualità di futuro Presidente dell’OUA si prodighi come l’attuale Presidente Nicola Marino e lo scrivente Segretario, a fare in quanto in suo potere per assicurare i mezzi finanziari per poter svolgere al meglio le funzioni istituzionali dell’Organismo.

Nel frattempo ove le servisse mettere altra legna sul fuoco per suoi legittimi scopi elettorali, la pregherei di attenersi ai fatti (specie se di quei fatti Lei è stato protagonista) e di non coinvolgere per usi personali Le Istituzioni forensi che rappresento.

Tanto Le dovevo

Il Segretario

avv. Paolo Maldari

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