UN CANALE PREFERENZIALE PER LE RICHIESTE DEI DETENUTI IN CARCERE PER LA FINI-GIOVANARDI

Dopo la pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione, il Giudice dell' Esecuzione deve rideterminare la pena. Procure e Tribunali, in base ai criteri già adottati in altri provvedimenti, dovrebbero istituire un canale preferenziale per porre fine alle ingiuste detenzioni.

Chi frequenta quotidianamente le aule penali dei Palazzi di Giustizia conosce bene l’assoluta inefficienza del sistema processuale e come venga, spesso, mortificato il ruolo svolto da avvocati e magistrati. Portare a conclusione un processo è operazione difficile, lunga, complessa, si potrebbe dire ad ostacoli. Del resto anche le indagini preliminari vengono svolte tra mille difficoltà, a causa dell’enorme numero dei procedimenti pendenti.
Per fare fronte al disservizio Giustizia , la magistratura ha ritenuto d'intervenire, sostituendosi ancora una volta alla politica. Alcuni Procuratori della Repubblica hanno invitato i loro sostituti a dare la precedenza alle indagini su alcuni tipi di reato, tralasciando quelle di minore pericolosità sociale. Alcuni Presidenti di Tribunali hanno emanato circolari che sollecitano la definizione di certi processi, a discapito di altri, meno importanti o comunque destinati a sicura prescrizione.
Certo è che qualunque processo, anche il più banale, è importante sia per colui che lo subisce, sia per colui che è persona offesa del reato in discussione. Tale punto di vista è consacrato nel principio di obbligatorietà dell'azione penale, ancora vigente in Italia.
Ma siamo in continua e ormai cristallizzata emergenza e la discrezionalità, pur non condivisibile, voluta da coloro che l'azione penale gestiscono, potrebbe trovare delle ragioni nella necessità di garantire almeno alcuni risultati, ritenuti rilevanti rispetto ad altri.
Tutto ciò premesso, volendo per un istante condividere il pensiero dei vertici della magistratura, appare evidente che gli stessi, oggi, in applicazione del principio posto alla base dei provvedimenti emanati, dovrebbero dare assoluta precedenza alle richieste avanzate da quei detenuti, che stanno scontando una pena, o parte di essa, dovuta ad una condanna prevista da una legge divenuta incostituzionale, la Fini-Giovanardi. Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cas! sazione hanno stabilito che i Giudici dell'Esecuzione dovranno rideterminare le pene e scarcerare coloro che sono detenuti ingiustamente.
Piaccia o no tale decisione, vi è urgenza d'intervenire e nulla può essere più importante rispetto al dovere di far cessare una detenzione non più prevista da alcuna norma..
Il ministro della Giustizia ha dichiarato, con una buona dose di ottimismo, che la pronuncia delle Sezioni Unite contribuirà immediatamente a ridurre il numero di detenuti nei nostri istituti, consentendo all'Italia di adeguarsi ai parametri voluti dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma se non si creerà un canale preferenziale, come quello già voluto per altre esigenze, il Giudice dell’Esecuzione interverrà quando ormai la pena ingiusta sarà stata già scontata.
Avv. Riccardo Polidoro – Presidente “Il Carcere Possibile Onlus”

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