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Giovanni Paolo II, santo. Tutti contenti, credenti e non credenti…

Giovanni Paolo II è stato santificato. Tutti felici e contenti, credenti e non credenti. Proprio tutti? Forse un po' meno quelle donne che, avendo abortito magari anche per estrema necessità, si sono viste mettere dal buon pontefice sullo stesso piano di Caino assassino del proprio fratello (cf Evangelium vitae, n. 8). Tutti contenti, sì, tranne forse quelle donne che avrebbero desiderato recitare messa, così come la recitano gli uomini, ma che si sono viste negare il sacerdozio anche dal buon santo pontefice. Tutti contenti, tranne forse quelle coppie omosessuali che nel giugno del 2003 videro approvare dal buon pontefice le Considerazioni della CDF (Prefetto Card. Ratzinger), nelle quali era scritto: “Nel caso in cui si proponga per al prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio…è un atto gravemente immorale”. Tutti contenti. Tutti, tranne forse quei divorziati risposati ai quali anche il santo pontefice negò l'eucaristia, mettendosi in una posizione diversa da Cristo, il quale offrì a tutti il pane spezzato. Tutti contenti di questa canonizzazione, tranne forse i parenti delle vittime del dittatore cileno Augusto Pinochet. Tranne forse i parenti dei desaparecidos in Argentina. Tutti contenti, tranne quei credenti e quei non credenti che speravano il santo pontefice cambiasse la Chiesa, oltre che la storia.

Renato Pierri

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