Progetto Passante Nord e il serio problema dell’impatto ambientale, il commento della Cinti

La responsabile del coordinamento Segreterie regionali dell'Italia Dei Diritti: “Se l'obiettivo è di garantire un miglioramento ed un potenziamento nella viabilità di una specifica fascia territoriale, poichè rispetto a dieci anni fa la situazione è cambiata, ma non necessariamente nella direzione che allora si prospettava, è pur vero che non si può prescindere da una valutazione costantemente aggiornata rispetto ai dati raccolti nel corso degli anni, e nel contempo da un attento ascolto delle esigenze espresse dall'intera collettività nei diversi comuni interessati”

Roma, 11 aprile 2014 – Attraverso una risoluzione presentata alla Giunta regionale, Sel, Verdi e Fds hanno chiesto di “rivedere il progetto del Passante Nord di Bologna”. Come segnalato dai consiglieri, esso “avrebbe comunque un impatto ambientale devastante su un territorio agricolo estremamente pregiato, in quanto distruggerebbe oltre 700 ettari e danneggerebbe circa 8.000 ulteriori ettari inibendoli all'agricoltura di qualità”. Il riferimento è all'ultima versione del progetto presentata. Ma sono anche altre le criticità di cui si continua a discutere, e queste riguardano “un maggior consumo energetico”, e il fatto che “il traffico allontanato dalla città ad un costo economico ed ambientale esorbitante risulta appena il 20% di quello che transita sull'asse della tangenziale”. Quel che è stato proposto, allo scopo di favorire il progressivo decongestionamento del traffico, concerne dunque l'opportunità di “completare una serie di opere minori, rimaste incompiute da anni nel territorio della provincia di Bologna, che produrrebbero dei benefici alla scorrevolezza del traffico dell'intero comprensorio di pianura”. Nella risoluzione, pertanto, si impegna la Giunta regionale ad “adottare le opportune iniziative nei confronti di tutti i soggetti coinvolti allo scopo di rivedere il progetto dell'opera”.

Luana Cinti, responsabile del coordinamento Segreterie regionali, si è così espressa in merito: “Purtroppo il progetto Passante Nord è da molti anni al centro di un acceso e quanto mai delicato dibattito che coinvolge diversi territori dell'area che circonda Bologna, coinvolgendo direttamente numerosi cittadini che nel corso del tempo si sono attivamente organizzati nel portare avanti le proprie istanze, idee e progetti alternativi nell'ambito di comitati specifici, soprattutto a fronte di modifiche successive del progetto stesso. Le criticità legate innanzitutto all'ambiente, alla preservazione delle aree verdi ed adibite produttivamente all'agricoltura, al dispendio energetico, agli effettivi miglioramenti nell'ambito della viabilità dal punto di vista della maggiore scorrevolezza del traffico della cintura bolognese per decongestionare la tangenziale e ai costi iniziali e successivi da sostenere, hanno rappresentato e costituiscono degli importanti e imprescindibili aspetti sui quali non si è attualmente arrivati ancora ad un accordo ad ampio raggio, e riguardo alle quali non si possono prendere decisioni che escludendo o sottovalutando il valore di un dialogo costante tra tutti gli attori della vicenda, potrebbero favorire un impatto potenzialmente negativo e di scarsa efficacia rispetto agli obiettivi a monte. Partendo dai numerosissimi dati raccolti nel corso degli anni, anche grazie al contributo di esperti del settore che, con l'ausilio di vari strumenti, hanno cercato di render note le problematiche connesse alla realizzazione, facendo rete, scambiando periodicamente informazioni e presentando alla cittadinanza progetti da condividere ed eventualmente portare avanti nelle giuste sedi pure con l'ausilio dei rappresentanti della politica locale, si è giunti nuovamente alla conclusione che il primo e più importante aspetto da tutelare è quello dei cittadini nel loro rapporto con l'ambiente e il territorio nel quale vivono ed operano quotidianamente. Se l'obiettivo è di garantire un miglioramento ed un potenziamento nella viabilità di una specifica fascia territoriale, poichè rispetto a dieci anni fa la situazione è cambiata, ma non necessariamente nella direzione che allora si prospettava, è pur vero che non si può prescindere da una valutazione costantemente aggiornata rispetto ai dati raccolti nel corso degli anni, e nel contempo da un attento ascolto delle esigenze espresse dall'intera collettività nei diversi comuni interessati. Dunque che i diritti dei cittadini siano prioritari e facciano da costruttivo traino rispetto a tutto il resto”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti

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