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IRAN RESISTENZA: Maryam Rajavi partecipa alla conferenza internazionale sull’Iran al Parlamento Europeo


Comunicato Stampa di “Friends of a Free Iran” al Parlamento Europeo

Bruxelles – Mercoledi 9 Aprile, una conferenza ad alto livello sull'Iran si è tenuta al Parlamento Europeo. All'incontro, moderato da Struan Stevenson, Presidente dell'intergruppo “Friends of a Free Iran”, si sono uditi i discorsi di: Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, Michèle Alliot-Marie, ex-Ministro francese della Difesa e degli Affari Esteri, Tahar Boumedra, ex-Capo dell'ufficio diritti umani dell'UNAMI e persona incaricata del caso di Campo Ashraf (2009-2012), oltre a molti illustri membri del Parlamento Europeo di diversi gruppi politici come Alejo Vidal-Quadras, Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Stephen Hughes, Primo Vice-Presidente del gruppo social-democratico, Vytautas Landsbergis ex-Presidente della Lituania, Eduard Kukan ex-Ministro degli Esteri della Slovacchia, il Questore del PE Jim Higgins dall'Irlanda, Tunne Kelam dall'Estonia, Oreste Rossi dall'Italia, Derk Jan Eppink dai Paesi Bassi, nonché il Presidente del Comitato del Senato Belga per gli Eguali Diritti, Nele Lijnen ed il parlamentare belga Els Demol.

Maryam Rajavi, oratore chiave della conferenza, ha precisato che gli attacchi isterici dei mullah della scorsa settimana contro il Parlamento Europeo per la sua risoluzione contro la violazione dei diritti umani in Iran, dimostra che i diritti umani sono davvero il tallone d'Achille di questo regime e che l'amaro calice dei diritti umani è centinaia di volte più pericoloso per questo regime di quello del nucleare. Perciò tutte le fazioni di questo regime sono unite ed hanno un interesse comune nelle esecuzioni, nella tortura e nei massacri. Dieci mesi dopo che il mullah Rouhani è stato eletto, il numero senza precedenti delle esecuzioni e i barbari massacri ad Ashraf e a Camp Liberty, provano che questo regime non ha neanche la minima capacità di essere flessibile o moderato. La soluzione ai problemi iraniani sta nel cambio di regime.

Gli oratori hanno sollevato le seguenti questioni:

1.Il regime iraniano ha fatto un piccolo passo indietro sul suo programma nucleare a causa delle sanzioni internazionali, ma non ha rinunciato alle sue ambizioni di ottenere una bomba nucleare. Molti oratori hanno chiesto che l'Iran implementi pienamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, interrompa l'attività di arricchimento dell'uranio ed accetti il protocollo integrativo.

2.I risultati di questi 10 mesi del Presidente Rouhani non lasciano alcuna speranza di moderazione e riforme all'interno della teocrazia al potere. Dopo queste elezioni presidenziali non-democratiche, molti parlamentari si sono resi conto che Rouhani non è un moderato, dato che la situazione dei diritti umani è peggiorata e l'ingerenza del regime nella regione, in particolare in Siria ed Iraq, è aumentata.

Secondo il rapporto del Segretario Generale dell'ONU, di alcuni governi occidentali ed organizzazioni per i diritti umani, le promesse di libertà di espressione e rispetto per i diritti umani sono state disattese, con oltre 700 esecuzioni dalla elezione di Rouhani. Solo una politica ferma verso questo regime potrà aiutare il popolo iraniano che soffre per questa oppressione.

3.Contemporaneamente alla repressione all'interno del paese, il regime sta cercando di distruggere l'opposizione organizzata in una prigione chiamata Camp Liberty nel vicino Iraq, con l'aiuto del suo governo fantoccio laggiù. L'esecuzione di massa di 52 membri indifesi del PMOI ad Ashraf il 1° Settembre 2013 ed i ripetuti attacchi missilistici su Camp Liberty, l'inasprimento del vergognoso blocco sanitario e le ripetute minacce di estradare questi rifugiati, insieme al silenzio e l'immobilismo degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea, tutto ha creato una situazione terrificante per questi rifugiati, che godono della protezione internazionale come riconosciuto dall'UNHCR. Ventisei mesi dopo il trasferimento di queste persone da Ashraf verso le squallide condizioni carcerarie di Camp Liberty, con la scusa di un loro trasferimento in paesi terzi, solo il 10% di loro è stato trasferito fuori dall'Iraq grazie agli sforzi della Resistenza Iraniana.

4.U.S.A., ONU e UE non sono riusciti a proteggere questi rifugiati dalle crescenti minacce di Nouri al-Maliki di uccidere o estradare i 3000 dissidenti iraniani a Camp Liberty. Da quando gli americani hanno rinnegato la loro promessa di garantire la loro sicurezza, questi rifugiati indifesi sono stati minacciati, torturati psicologicamente, privati del cibo, delle medicine e dei beni fondamentali, bombardati, ammanettati e giustiziati.

I rapporti falsi e faziosi delle Nazioni Unite sui residenti di Camp Liberty sono inaccettabili. La nostra esperienza degli anni passati, in particolare nel periodo in cui Martin Kobler è stato capo dell'UNAMI, indica che questi rapporti non sono il risultato di autori mal-informati o di errori ma scaturiscono piuttosto, da un intento politico che non ha altro obbiettivo se non quello di servire agli scopi del regime fascista in Iran e del suo governo sottoposto in Iraq.

Queste falsità non sono basate su dichiarazioni fatte dai residenti del campo ai funzionari dell'ONU o agli osservatori nel campo. L'UNHCR, che ogni giorno incontra privatamente un numero considerevole di residenti nella sua sede fuori dal campo, o visita le persone all'interno del campo stesso, non ha mai riferito di tali accuse. E ciò mentre l'UNHCR ha finora intervistato il 98% dei residenti e le interviste di quelli rimasti verranno condotte nei prossimi giorni. Queste interviste durano qualche ora ed alcuni residenti sono stati sentiti diverse volte.

5.I partecipanti alla conferenza hanno chiesto l'accoglimento delle legittime, fondamentali ed urgenti richieste dei residenti di Camp Liberty, che sono:

●Il pronto rilascio dei sette residenti, sei dei quali sono donne, presi in ostaggio il 1° Settembre ad Ashraf.

●Il rapido trasferimento di tutti i residenti in Europa e negli Stati Uniti.

●L'applicazione delle norme fondamentali di sicurezza a Camp Liberty come: il riposizionamento dei 17.500 muri a T, il trasferimento dei giubbotti, degli elmetti protettivi e delle attrezzature mediche dei residenti da Ashraf, l'aumento dell'area del campo e il permesso per costruire residenze per i malati, i disabili e i feriti.

●La presenza permanente di osservatori dell'ONU e di una squadra di Caschi Blu a Camp Liberty.

●La fine immediata dell'assedio al campo, in particolare del vergognoso blocco sanitario.

●L'avvio di una indagine indipendente sul massacro del 1° Settembre da parte delle Nazioni Unite e la presentazione del relativo dossier alla Corte Penale Internazionale.

6.L'unica soluzione realistica e praticabile per il futuro dell'Iran è un cambio di regime ed il ristabilimento di una vera democrazia. Maryam Rajavi e il suo movimento hanno la competenza per creare questa democrazia. Il suo piano in 10 punti è una piattaforma democratica che può risolvere i problemi della società iraniana dopo quasi un secolo di dittatura dello Scià e dei mullah. La Resistenza Iraniana è riuscita a fare enormi progressi negli ultimi 35 anni, nonostante abbia dovuto affrontare una brutale dittatura e la politica di accondiscendenza dell'Occidente.

7.Il 3 Aprile il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione moderatamente critica sull'Iran, causando una reazione ostile e isterica senza precedenti del regime dei mullah. Molti funzionari del governo iraniano, come il cosiddetto Ministro degli Esteri “moderato”, il portavoce del Majlis (il Parlamento Iraniano), il presidente del Comitato del Parlamento Iraniano per la Sicurezza e l'Intelligence, il Leader della Preghiera del Venerdi di Tehran, molti membri del Majlis e la stragrande maggioranza dei media, hanno lanciato incessanti attacchi all'UE, chiedendosi come il Parlamento Europeo avesse osato includere le violazioni dei diritti umani e il comportamento anti-democratico del regime iraniano nelle discussioni sul nucleare in corso.

Questa reazione ostile è un chiaro segnale che la sopravvivenza del regime iraniano dipende moltissimo dalla continua, sistematica e grave violazione dei diritti umani e che qualunque rilassamento in tali attività repressive accelererebbe la caduta del regime. Infatti la condanna univoca della risoluzione dell'UE ha dimostrato chiaramente che tutte le fazioni interne all'Iran, compresi i blocchi politici cosiddetti “moderati”, “estremisti”, “pragmatici” o “centristi”, sono tutti collusi nella repressione e la violazione dei diritti umani del popolo iraniano e sono completamente sottomessi al leader supremo.

8.La nomina di un terrorista a nuovo ambasciatore del regime alle Nazioni Unite, dimostra la vera natura di Rouhani. Hamid Abutalebi fu coinvolto nell'assalto all'Ambasciata degli Stati Uniti a Tehran nel 1979 ed ha coordinato l'assassinio di Mohammad-Hossein Naghdi, rappresentante del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) in Italia, il 16 Marzo 1993.

I partecipanti alla conferenza hanno chiesto una posizione ferma nei confronti delle politiche del regime iraniano, del suo programma atomico, delle sue violazioni dei diritti umani, del suo sostegno alla guerra e dell'esportazione del terrorismo nella regione. Hanno energicamente esortato l'Unione Europea a subordinare l'espansione delle sue relazioni politiche ed economiche con l'Iran alla fine delle esecuzioni e ad un importante miglioramento nel rispetto dei diritti umani.
Struan Stevenson MPE
Presidente, Friends of a Free Iran
Parlamento Europeo
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