MINORI E INTERNET: IL PROBLEMA SIAMO NOI ADULTI

(ECPAT),9 APR. Minori adescati in rete, sequestro di materiale pedopornografico, baby squillo e baby prostituti. Sono questi i titoli della cronaca italiana di questi giorni. Errato, questi sono i titoli della cronaca italiana degli ultimi anni. Ma ogni volta c’è sorpresa, sgomento, rabbia e preoccupazione. Quando cominceremo ad uscire dall’allarmismo e dalla sorpresa, per dare risposte e attivare politiche di prevenzione ed educazione? Quando smetteremo di voltarci dall’altra parte una volta spenti i riflettori su queste vicende? Il problema non si risolve solo con titoli di giornali, il problema va ben oltre i riflettori, e si sviluppa dietro allo schermo di un computer o di uno smartphone, tra un bisogno di trasgressione ed apparenza, tra una chat e l’altra. Ad ECPAT Italia non basta una politica più aggressiva sul tema, serve fermare il libero mercato che si sta sviluppando.

Il problema non sono i ragazzi, ma siamo noi adulti: non siamo in grado di educarli e responsabilizzarli, non denunciamo se veniamo a conoscenza di simili situazioni, ma la cosa più grave è la tendenza a colpevolizzarli ed a far passare quasi per vittime i clienti. Chi sono questi clienti: persone che non si tirano indietro alla possibilità di consumare del sesso con un minore, convinte che se non ci andranno loro ci andrà qualcun altro, che in realtà le vittime sono loro in quanto sono state provocate ed il rapporto sessuale è avvenuto tra persone consenzienti.

Basta con questi luoghi comuni. Oltre ad essere sulla bocca dei clienti, sono anche sulla bocca delle persone comuni, come appare evidente in quasi tutti i commenti agli articoli online e nei profili dei vari social: la prostituzione minorile, in Italia è un reato! qualunque minore abbia un rapporto sessuale in cambio di un compenso monetario, servizio o bene materiale è una vittima, e chi ci va commette un reato.

Cosa possiamo fare? Prevenzione ed educazione nelle scuole, aiutare i genitori e gli adulti a dialogare con i propri figli, fornire 17 consigli pratici, lavorare a stretto contatto con le Forze dell’ordine, attivare forme e modalità di aiuto più rispondenti a questa tipologia di casi, analizzare dati e tendenze. Non possiamo continuare ad ignorare una realtà evidente che vede i minori costantemente connessi.

L'unica soluzione è la prevenzione: far conoscere ad adulti e bambini la convenzione sui diritti dei bambini (20 novembre) educare alla sessualità e rieducare all'affettività ed alla gestione delle relazioni. Per chi purtroppo nel circuito ci è finito, bisogna attivare percorsi di recupero, percorsi che sappiano tenere conto degli aspetti psicologici, ma soprattutto educativi. La rete dei servizi è pronta ad affrontare questi casi? ECPAT lo sta facendo ma chiede un’attenzione maggiore da parte di tutti, politica, istituzioni, servizi, scuole per dare una risposta concreta ed efficace.

Per maggiori informazioni Serena Benedetti stampa@ecpat.it

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