Per migliore il profilo socio/politico italiano c’è da affrontare e risolvere, possibilmente in modo definitivo, il disordine economico che ci ha lasciato in eredità i passati Esecutivi. Renzi, ora, non può garantire”miracoli” a fronte di una produttività ridimensionata ed una disoccupazione, non solo giovanile, che ha superato la soglia d’attenzione d’oltre il 13%. Apparentemente, l’inflazione è “bloccata”, ma lo è anche il tenore di vita degli italiani a reddito “fisso”. In pratica, non più adeguato al reale costo della vita. Il giro di vite, ovviamente necessario, ma sofferto, era prevedibile. Per tornare tra i “buoni” d’Europa, i sacrifici appaiono indispensabili; però non c’è la certezza che saranno veramente gli ultimi. I nodi da sbrogliare sono sempre gli stessi. Riforma del nostro sistema elettorale e nuovo piano per incrementare l’occupazione. I tempi delle “stangate” hanno lasciato il posto ai decreti “Salva Italia”. Certo è, almeno per noi, che la strategia degli interventi risanatori potrà evidenziare la sua validità solo col tempo. Ora, non si può pretendere ciò che i politici non sono stati in grado di realizzare in quest’inglorioso tramonto di Seconda Repubblica. L’attuale posizione di Capo del Governo non è, per nulla, comoda. Anche perché le capacità dei singoli devono armonizzare con quelle degli altri. In politica, prima, era impensabile; ora staremo a vedere. Tutto ciò di là dalle critiche sterili che non giovano, certamente, al Paese. Se Renzi continuerà per la sua strada, le elezioni politiche potrebbero tenersi nella tarda primavera del prossimo anno. Di fatto, la crisi economica ha mutato, certamente senza premeditazione, i riscontri politici che saranno chiamati in campo a tempo debito. Il Parlamento, ora, ci appare più come una struttura burocratica che un luogo di confronto sulle differenti posizioni dei gruppi politici che lo compongono. Certo è che, senza dibattito, le alleanze hanno cominciato a perdere “collante”. Senza strategie da condividere, c’è poco da stare allegri. Non a caso, la situazione nazionale rimane assai delicata e le nostre previsioni relative al futuro imminente restano nelle posizioni che sono note. Sarà il prossimo Esecutivo a qualificare o a dequalificare la nostra posizione anche all’interno dell’UE. Non siamo in grado, ora, d’ipotizzare un possibile Governo più “armonico”, anche perché l’attuale legge elettorale non lo potrebbe garantire. Da noi, c’è sempre la variabile ”imprevisto” da non sottovalutare. Il “fato” della penisola esiste. Perché sino a quando ci saranno dei politici che dicono “cose” e ne pensano “altre”, la casualità giocherà sempre un suo imponderabile ruolo. Pure se “casualità” e “politica”, da noi, dovrebbero stare come il Diavolo con l’Acqua Santa. Prima di tutto, c’è da rimettere in sesto i nostri conti pubblici e stimolare la produttività Il futuro prossimo potrebbe, così, rivelare un meno sfavorevole rovescio della medaglia. Del resto, l’Italia non è stata mai il Paese dei balocchi. La situazione nazionale è ancora seria e l’unico rimedio è quello che Renzi prova a portare avanti. Il Paese resta, comunque, sofferente. Meglio, a parer nostro, accelerare i tempi; anche perché i malati “cronici” possono vivere a lungo, ma vivono male.
Giorgio Brignola