Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica

di Francesca Viscone

26-lug-laura-pratiÈ dedicato a Laura Prati (nella foto) il terzo Rapporto di Avviso Pubblico “Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica”, la sindaca di Cardano al Campo morta nel mese di luglio dopo essere stata colpita da Giuseppe Pegoraro, ex vigile sospeso dal servizio in seguito ad una condanna per truffa.
A rappresentare le famiglie degli amministratori uccisi c’è Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, assessore comunale di Nardò (Le) uccisa il 31 marzo 1984. Viviana racconta la storia della madre, che porterà con sé anche nel pomeriggio all’incontro tra il Santo Padre e i familiari di vittime. Papa Francesco ha trasformato in un evento storico questo primo giorno di primavera scelto da Libera come Giornata della memoria e dell’impegno.
Cresce il numero dei sostenitori di “Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”: sono più di 250 i soci tra Comuni, Province, Regioni. La sala Pietro da Cortona in piazza del Campidoglio, è gremita di sindaci, amministratori, parenti di vittime di mafia sia del Sud che del Nord. Al tavolo dei relatori Giorgio Pighiin rappresentanza dell’Anci; l’assessore del Comune di Roma Paolo Masini; Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Br; la presidente della commissione Parlamentare antimafia Rosy Bindi; la Ministra per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta; il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Modera Antonio Maria Mira di Avvenire. A presentare il Rapporto 2013 ci sono Paolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico e il presidente Roberto, Montà sindaco di Grugliasco (To).
Le intimidazioni nei confronti di amministratori e beni comuni sono aumentate del 66% rispetto al 2010, anno in cui è stato realizzato il primo Rapporto, essendo passate da 212 a ben 351. Nel Mezzogiorno si registra l’88% dei casi ma sono sempre più numerose le azioni violente anche nelle regioni centrali (8,3%) e settentrionali (12%). Nel Lazio si passa dai 5 atti del 2010 ai 15 del 2013 (sesto posto a livello nazionale). Al settimo posto l’Emilia Romagna con 10, all’ottavo il Veneto con 9, al nono con 8 casi Lombardia, Piemonte e Toscana. Le regioni del Nord non comparivano nel Rapporto 2010.
Un dato allarmante è che accanto alle intimidazione di probabile natura mafiosa, si registrano gesti di violenza anche da parte di persone che hanno perso il lavoro e non hanno più reddito. Sempre più spesso si identificano gli amministratori con la casta attribuendo comportamenti scandalosi e corruzione in maniera generalizzata anche ad amministratori che attivano pratiche virtuose e considerano la politica come un servizio per il bene comune.
Nel 2012 il primato di regione più colpita spettava alla Calabria (ora al terzo posto), nel 2013 spetta invece alla Puglia con 75 casi (erano solo 11 nel 2010). Alla Sicilia il terzo posto con il 20%.
Gli amministratori sono maggiormente colpiti (71%) ma non mancano i semplici funzionari pubblici (17%), soprattutto responsabili di uffici. Sono stati intimiditi i governatori di Abbruzzo, Liguria, Sicilia; la vicepresidente della giunta calabrese e il vicepresidente dell’assemblea regionale siciliana; quattro presidenti di provincia (Lecce, Ravenna, Reggio Calabria, Siracusa); il vicepresidente della provincia di Crotone; due presidenti di commissione in Molise e in Sicilia.
È soprattutto nei mesi estivi che si registra una recrudescenza delle azioni criminose, che possono essere tanto dirette (incendio dell’auto, lettere a volte con proiettili ma anche via email o facebook, incendio di case di proprietà, uso di esplosivi, colpi di arma da fuoco, aggressione fisica) quanto indirette (nel 23% dei casi si colpiscono strutture pubbliche, mezzi di trasporto, parenti o familiari). Non si colpiscono solo amministratori in carica, ma anche ex amministratori.
Dal 1991 al 2013 sono stati sciolti 243 comuni, soprattutto in Campania (94), Calabria (73) e Sicilia (61). Al Nord, dopo il Comune di Bardonecchia negli anni Novanta, sono statisciolti Rivarolo Canavese e Leinì (Piemonte), Bordighera e Ventimiglia (Liguria), Sedriano (Lombardia).
Un dato inquietante è l’assegnazione della scorta e della tutela ai sindaci di Bologna, Jolanda di Savoja e Livorno.
Avviso Pubblico non si limita a denunciare, tra i suoi obiettivi c’è anche la diffusione di buone pratiche, la proposta di nuove leggi e, soprattutto, la riforma di quelle esistenti. La presidente della Commissione antimafia Bindi ha annunciato l’approvazione dell’articolo 416 ter sul voto di scambio. Un’idea largamente condivisa è che la legge sullo scioglimento dei comuni vada riformata, avendo un carattere repressivo piuttosto che preventivo. Il procuratore Cafiero de Raho ha affermato che se si arriva al terzo scioglimento di un comune c’è qualcosa che non funziona a livello legislativo e che se si definisce lo scioglimento di un’amministrazione una scelta politica, si ridimensiona consapevolmente il livello di penetrazione della criminalità organizzata. Il voto non sempre è libero e i 18 mesi di commissariamento non sono sufficienti. La Ministra Lanzetta ha dichiarato che bisogna riscrivere le norme che regolano l’accesso delle commissioni antimafia e che è necessario sostenere in maniera preventiva le amministrazioni oneste.
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