RENZI, E POI?

Anche se Renzi ha portato una folata di “gioventù” in un Esecutivo che ne aveva bisogno, i politici d’oggi, anche se la gran maggioranza è di ieri, si dovrebbero convincere che, per cambiare in meglio l’Italia, ci sarebbe da affrontare, in modo definitivo, il disordine economico frutto di un dissennato tramonto della Prima Repubblica e delle speculazioni che hanno caratterizzato questo scorcio di Seconda.L’ottimismo di Renzi, indubbiamente, contribuisce a dare spessore a un cauto ottimismo sulle sorti d’Italia futura. L’attuale Governo, se non altro, farà chiarezza sull’efficacia dei provvedimenti che il Parlamento è chiamato ad approvare. Non è necessario essere, o credersi, “menager” d’industria per rendersi conto dello sconquasso socio/economico che si era incancrenito con l’Esecutivo Letta. Sul fronte dei Partiti, neppure ora, ci sono apprezzamenti da evidenziare. Il ricambio politico ci sembra apparente. La realtà degli eventi si commenta da sé. Il “sogno” di un’Italia “diversa” è tramontato ed i proposti ”rinnovamenti”, ancora sulla carta, non fanno che confortare la nostra tesi. Dall’interno, purtroppo, nulla di veramente nuovo da segnalare. Se non le solite critiche a fondo perduto. Tra “Destra”, “Centro” e “Sinistra”, non abbiamo ben compreso da quale parte si collocherà l’“Opposizione”. Perché, anche dopo Renzi, è ancora impossibile fare delle previsioni sull’evoluzione dei partiti. Già da ora, di un fatto possiamo essere certi: se l’Opposizione non sarà all’altezza, anche la Maggioranza potrebbe ricalcarne le inconfondibili orme. La nostra riflessione non manca di lucidità. Senza un confronto ed un dibattito articolato, anche le migliori intenzioni andranno a perdere “collante”. Senza presupposti comuni, c’è poco da essere ottimisti. Se dovessero essere partoriti altri provvedimenti incoerenti per la nostra asfittica economia, il castello di carte cederebbe e, con lui, tutte le speranze del Popolo italiano. In tante incertezze, abbiamo rivolto la nostra attenzione ai milioni di Connazionali che vivono oltre confine. Una fitta umanità che potrebbe, volendolo, avere un suo peso politico. Perché, anche dall’estero, c’aspettiamo proposte chiare, provvedimenti schematici ma, soprattutto, intuibili e comprensibili per tutti. Oltre confine ci sono oltre quattro milioni di Connazionali. Non azzardiamo, anche perché non è nel nostro modo di pensare, delle previsioni. Pur essendo contrari ai “fatalismi” generazionali. Ma, indipendentemente dalla situazione attuale, solo la nuova legge elettorale potrà sbloccare una condizione che si regge più sulla teoria che sui fatti. Le attuali cobelligeranze potrebbero non troveranno terreno fertile ancora per molto. Finiamo questo nostro intervento trascrivendo il motto che abbiamo fatto nostro già dal lontano 1959: “Servire gli Italiani, non Servirsene”. Tanto perché non sia dimenticato. L’accessibilità della nostra posizione non consente malintesi. Ogni altra considerazione, a questo punto, passa in second’ordine. Le alleanze di questa Legislatura, pur se per ragioni d’impellente necessità, non possono che essere a tempo determinato. Serviranno per la “svolta”. Come l’Esecutivo Renzi che è riuscito a “catalizzarle”.

Giorgio Brignola

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