Arrestati i due sindaci «guarimberos»

—Geraldina Colotti, 20.3.2014

Venezuela. Gli studenti di opposizione continuano le agitazioni e hanno respinto il dialogo proposto dal governo. Il parlamento (a maggioranza chavista) istituisce la «Commissione per la verità»

Due sin­daci di oppo­si­zione, Daniel Cebal­los (San Cri­sto­bal) e Enzo Sca­rano (San Diego) sono stati arre­stati ieri per aver par­te­ci­pato alle pro­te­ste vio­lente in corso in Vene­zuela con­tro il governo di Nico­las Maduro. Cebal­los, rico­no­sci­bile sotto il cap­puc­cio bianco, è stato fil­mato men­tre dirige in prima per­sona le gua­rim­bas (bar­ri­cate di cemento, chiodi e spaz­za­tura data alle fiamme) e gli scon­tri con le forze gover­na­tive. Sono stati con­dotti al car­cere di Ramo Verde, nella capi­tale, dove già si trova il lea­der di Volun­tad Popu­lar, Leo­poldo Lopez. Rischiano dai 10 mesi ai tre anni.
Un’ordinanza del Tri­bu­nal supremo de justi­cia (Tsj) ha impo­sto alle auto­rità locali di garan­tire il diritto costi­tu­zio­nale alla libera cir­co­la­zione dei cit­ta­dini. Quat­tro sin­daci di oppo­si­zione, però, l’hanno con­te­stata (fra que­sti, i due arre­stati), e in alcune zone i bloc­chi stra­dali con­ti­nuano. Lavo­ra­tori e stu­denti sono nel mirino dei cec­chini. Il com­pito dei lavo­ra­tori della net­tezza urbana è ad alto rischio. Nella capi­tale, un ope­raio è stato ucciso men­tre rimuo­veva le bar­ri­cate dei gua­rim­be­ros. Nel Tachira, uno stu­dente diciot­tenne è stato ammaz­zato con un colpo alla nuca, men­tre incap­puc­ciati in moto hanno incen­diato la sede dell’Università spe­ri­men­tale delle Forze armate di San Cri­sto­bal (Unefa) e deva­stato altre strut­ture pubbliche.
Gli stu­denti di oppo­si­zione hanno deciso di con­ti­nuare le agi­ta­zioni, e hanno respinto il dia­logo pro­po­sto dal governo, rilan­ciando la loro richie­sta: libe­ra­zione dei dete­nuti, in par­ti­co­lare del com­mis­sa­rio Ivan Simo­no­vis (in car­cere per aver spa­rato sui mani­fe­stanti) e di Leo­poldo Lopez. Dal car­cere di Ramo Verde, dov’è recluso da un mese con l’accusa di aver isti­gato alle vio­lenze, Lopez ha inci­tato i suoi a con­ti­nuare le pro­te­ste. Gran parte dell’opposizione è ten­tata di lasciarlo al suo destino, tut­ta­via la Mesa de la uni­dad demo­cra­tica (Mud) ha indetto per domani mat­tina una mani­fe­sta­zione nazio­nale per la sua libe­ra­zione. Intanto, con­ti­nua la bat­ta­glia mediatica.
Alcuni quo­ti­diani pri­vati come El Uni­ver­sal accu­sano il governo di averli discri­mi­nati nell’assegnazione di dol­lari. Human Rights Watch esige «la con­danna degli abusi con­tro gli stu­denti». La rivi­sta Zeta pub­blica un numero da bri­vido su pre­sunte tor­ture e scom­parse di paci­fici stu­denti, come nelle peg­giori dit­ta­ture lati­noa­me­ri­cane. Un gruppo di Ong per i diritti umani sostiene invece l’operato demo­cra­tico del governo e con­danna le vio­lenze. Maria Corina Machado e Anto­nio Lede­zma per­si­stono nella richie­sta che ha inne­scato la vio­lenza di strada e che ha pro­vo­cato 31 morti: «la salida», l’uscita dal governo del pre­si­dente Nico­las Maduro. Senza atten­dere la metà del man­dato per chie­dere un refe­ren­dum revo­ca­to­rio, come pre­vede la costi­tu­zione. Un ten­ta­tivo di golpe, secondo il cha­vi­smo, privo di reale con­senso interno ma appog­giato dai poteri forti a livello inter­na­zio­nale. L’opzione vio­lenta e la lotta per il potere divide la Mud. Il mini­stro degli Interni, Miguel Rodri­guez Tor­res, ha illu­strato un’informativa di intel­li­gence secondo la quale il 10 e l’11 feb­braio si sono svolte due riu­nioni ristrette, coor­di­nate da Lopez e Machado, pre­sente un gruppo di sin­daci di oppo­si­zione. Obiet­tivo, incen­diare il paese per otte­nere «la salida». Un infor­ma­tore che ha par­te­ci­pato alle riu­nioni, defi­nito «fonte A1», ha rac­con­tato che Hen­ri­que Capri­les «se ne andò rifiu­tan­dosi di appog­giare quel pazzo (Lopez) che pro­po­neva di incen­diare le città. E così altri sin­daci di opposizione».
L’altroieri, il par­la­mento (a mag­gio­ranza cha­vi­sta) ha isti­tuito la Com­mis­sione per la verità, per far luce sulle respon­sa­bi­lità nelle vio­lenze. I 4 depu­tati di oppo­si­zione, chia­mati a farne parte insieme a 5 cha­vi­sti, hanno rifiu­tato. La seduta è stata inter­rotta per con­sen­tire la con­se­gna di un fasci­colo alla Pro­cura gene­rale: una richie­sta per la sospen­sione dell’immunità par­la­men­tare a Machado, accu­sata di atti­vità anti­co­sti­tu­zio­nale. «Così ci ren­dete invin­ci­bili», ha ribat­tuto la depu­tata (in prima fila nel golpe con­tro Cha­vez del 2002). Machado ha detto che par­lerà alla pros­sima riu­nione dell’Organizzazione degli stati ame­ri­cani (Osa) per­ché il Panama le ha ceduto il diritto di inter­vento. Il pre­si­dente pana­mense Ricardo Mar­ti­nelli si è rivolto al Wto per pro­te­stare con­tro la deci­sione di Cara­cas di sospen­dere le rela­zioni com­mer­ciali. La set­ti­mana pros­sima arri­verà invece nel paese la mis­sione di pace di Unasur.
Intanto, il governo ha pro­messo il paga­mento del debito alle grandi com­pa­gnie aeree, che hanno spe­cu­lato per anni sul dol­laro paral­lelo e ora fanno ostru­zio­ni­smo. Il governo ha orga­niz­zato in tutto il paese mer­cati popo­lari per la distri­bu­zione di ali­menti, orga­ni­smi di con­trollo e punti per la distri­bu­zione gra­tis di medicine.

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