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LA LEZIONE DELLA CONFINDUSTRIA AQUILANA PER ATTIVARE SUBITO L’AEROPORTO DEI PARCHI

di Amedeo Esposito

L'AQUILA – È mancato “il nostro coinvolgimento nelle fasi di sviluppo dello scalo aereo, e ci chiamano solo ora che devono vendere i biglietti”.

Questa la doglianza – profonda e sentita – espressa dalla Confindustria aquilana, per bocca del delegato alla ricostruzione del medesimo organismo, Ezio Rainaldi.

Una vera e propria “lezione” di programmazione industriale data alla città, ma soprattutto al sindaco dell’Aquila, il quale – ereditando una struttura venuta dalle tragiche e folli spese del G8 – ha cercato e carca (con esborso anche di somme dei cittadini) di dare all’Aquila una struttura capace di far volare nei cieli anche coloro, e soprattutto loro, che sono stati chiamati solo perché acquistassero i biglietti.

E ciò è la riprova che il “mondo aquilano” si è capovolto con il terremoto che ha tanto ferito la città.

Rainaldi, va detto con tutta sincerità, non è certo Umberto Agnelli, il quale dettò l’agenda per la costruzione delle autostrade (si legga in “60 anni di storia – dell’Unione provinciale degli industriali di L’Aquila” Onegroup edizioni – 2006 – n.d.r), sconfiggendo, in una con il suo “esercito degli industriali”, l’allora ferma opposizione dei dirigenti Pci (il partito da cui proviene Cialente) che paventavano il transito sui quei “nastri”, ancora non realizzati, “solo la malavita e prostituzione romane che avrebbero invaso la città”.

L’”agenda Agnelli” vinse perché mirava esclusivamente ad una evoluzione economica e sociale della città e dell’Abruzzo, i cui effetti si sono avuti e visti fino a 15 anni fa. Anche le autostrade furono costruite per vendere biglietti (magari a prezzi carissimi, com’è oggi) agli industriali prima di tutto, pur se non furono “coinvolti nelle fasi di sviluppo” delle stesse.

Basterebbe a Rainaldi uno sguardo alle istanze a suo tempo avanzate – tanto per fare un esempio – dai dirigenti della Hoechst (oggi Sanofi-Aventis) per apprendere che chiedevano a gran voce un punto aereo per i loro (e non solo loro) spostamenti rapidi.

Quella “razza industriale”, ne siamo certi, avrebbe acquistato i biglietti, senza ritenersi offesa per non essere stata coinvolta nell’edificazione dell’aeroporto che, nonostante Rainaldi, deve al più presto attivare i collegamenti veloci tra le varie località italiane, perché L’Aquila apra un’altra pagina per la sua sopravvivenza.

Ne tenga conto la Confindustria aquilana!

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