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A Bologna duecento bambini alla ricerca di un banco alle medie, il commento della Cinti

La vice responsabile dell'Italia Dei Diritti per la Scuola e l'Istruzione: “Bologna è un esempio tra tanti di una situazione che, presa tra diverse altre, si è trasformata e rischia quotidianamente di tradursi in una vera emergenza, con toni che si alzano, polemiche e scambi verbali tra le parti coinvolte che, lungi dall'essere costruttivi e risolutivi, deviano l'attenzione dalle reali questioni da districare in successione, per cui ai vari livelli si è da tempo in attesa di riscontri che non arrivano”

Roma, 15 marzo 2014 – A due settimane dallo stop delle iscrizioni, circa duecento bambini di 11 anni non hanno ancora trovato un banco presso le medie nell'area di Bologna. Il Preside delle Besta, Emilio Porcaro, ha in merito dichiarato: “Potevo accettare 125 iscrizioni, entro i termini ne sono arrivate 122. Oggi ne ho ricevute altre 3: le ho raccolte ma ora non ho più posti disponibili”. Stiamo parlando di ragazzi nella fascia d'età dell'obbligo scolastico, e di fatto, come ha commentato un Dirigente, l'unica alternativa è quella di aumentare le capienze. Ovviamente non è una scelta ottimale, soprattutto tenuto conto anche dei bambini stranieri che arrivano in corso d'anno. Il Comune, da parte sua, non si è ancora espresso. Alle scuole Farini vi sono 46 studenti senza banco. La Preside Filomena Masaro ha spiegato: “Stiamo cercando di smistarli nelle scuole vicine, che a loro volta sono già in difficoltà”, pertanto la speranza è di avere a disposizione “una classe in più”. Alle Guinizzelli, alle Gandino e alle Irnerio vi sono esuberi con i quali bisognerà fare i conti. Alle Testoni-Fioravanti i ragazzi sono 150 con 110 posti disponibili. Il Dirigente Domenico Altamura a tal proposito ha affermato: “Ho chiesto al Comune di autorizzarmi l'uso di sei classi a piano terra. Sono tutte perfettamente a norma, addirittura hanno un'uscita sul cortile. Non ho ancora ricevuto risposta”.
Luana Cinti, vice responsabile dell'Italia Dei Diritti per la Scuola e l'Istruzione, si è in tal modo espressa: “La percezione, accompagnata da una sempre più evidente consapevolezza, è quella di una situazione decisamente critica, tanto più che sono numerose le realtà scolastiche dell'area in oggetto, nelle condizioni di non poter assolvere al dovere di trovare una sistemazione a tutti i bambini e ragazzi che lo chiedono, tra l'altro, e ancora una volta, a ridosso di un nuovo anno scolastico, e con la concreta difficoltà (come nel caso delle scuole Besta), di dover attendere per un edificio nuovo verso cui dirottare gli esuberi. Le problematiche di cui tener conto, e a partire dalle quali avviare una riflessione congiunta che non indurisca il confronto procrastinando pericolosamente l'arrivo delle risposte dovute, riguardano certamente gli edifici, il loro grado di sicurezza e dunque l'obbligo di provvedere innanzitutto alla messa a norma di tutte le strutture entro un arco di tempo accettabile, e di conseguenza la effettiva capacità di accogliere o meno un dato numero di studenti oltre la soglia consentita, assicurando alle famiglie, che le competenze di chi ne è responsabile sono messe prioritariamente al servizio di una scuola davvero sicura, di qualità anche e in particolare dal punto di vista dell'incolumità dei bambini. Dunque torna più vivo che mai il problema degli spazi, esigui e non adeguati alle rinnovate esigenze dell'utenza, mentre la domanda di spazi provvisori, ovviamente a norma, si scontra con i vari passaggi legati alle autorizzazioni e ai relativi tempi cui fare necessariamente riferimento per un seppur minimo cambio di passo. E poi la questione inerente agli arrivi in corso d'anno, i quali rappresentano di fatto un ulteriore imprevisto ed una prova costante nei cui confronti non è possibile farsi cogliere impreparati, ma al contrario provare a strutturare un piano che consideri tutte le risorse attualmente disponibili e le utilizzi nel migliore dei modi, senza dimenticare la priorità da attribuire al diritto di ciascun bambino o ragazzo ad usufruire positivamente del diritto allo studio, con tutti gli aspetti che lo accompagnano e rendono tale. Bologna è un esempio tra tanti di una situazione che, presa tra diverse altre, si è trasformata e rischia quotidianamente di tradursi in una vera emergenza, con toni che si alzano, polemiche e scambi verbali tra le parti coinvolte che, lungi dall'essere costruttivi e risolutivi, deviano l'attenzione dalle reali questioni da districare in successione, per cui ai vari livelli si è da tempo in attesa di riscontri che non arrivano. Negli ultimi anni, purtroppo, si è auto alimentato un circolo vizioso in ambito scolastico a livello nazionale, con iniziative e che hanno piuttosto incentivato il perpetuarsi di un blocco e arricchito il panorama, già fragile, di nuove criticità, minando alla base l'opportunità di pensare ad una svolta, con numeri e dati alla mano. Finchè alla scuola e all'istruzione non verranno riconosciuti pienamente il fondamentale ruolo di cui si fanno portatori, e a loro favore dirottate energie da accrescere ed implementare in maniera incisiva grazie alla volontà di rendere questo settore altamente competitivo, si andrà poco avanti, e con il costante pericolo di arretrare ulteriormente rispetto agli obiettivi minimi che di volta in volta ci si prefigge”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Scuola e Istruzione
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