«L’abete monumentale del bosco dell’”Archiforo”, nel comune di Serra San Bruno (Vibo Valentia), non si tocca». Lo dice a chiare lettere la deputata M5S Dalila Nesci, originaria del Vibonese, appresa la notizia del probabile taglio della pianta, che servirebbe, pare nelle previsioni del sindaco Bruno Rosi, a risanare il bilancio comunale.
«L’albero – sottolinea la parlamentare Cinque Stelle – è probabilmente il più imponente d’Europa, per quanto si apprende dalla stampa. Misura più di 55 metri e ha una circonferenza alla base di 5,5 metri. Liberarsene per ragioni di cassa è un reato tremendo, cui può pensare soltanto chi ha un’assoluta insensibilità e non sa neppure da dove viene l’aria che respira».
«Voglio sperare – puntualizza la deputata calabrese – che ci sia un errore, che il sindaco di Serra San Bruno non si sia spinto sino a questo punto e ci eviti l’ennesimo scandalo calabrese, stavolta senza appello».
«Per troppo tempo – conclude Nesci – abbiamo assistito al disboscamento selvaggio, all’odio viscerale della politica verso la meravigliosa natura della Calabria, cantata per esempio da Virgilio, Goethe, Alvaro e Wenders e demolita da personaggi politici senza spessore e senza scrupoli. L’ambiente e la foresta calabrese sono una risorsa, una ricchezza di vita che non permetteremo più di inquinare, distruggere o vendere per denaro, soprattutto per riparare a fallimenti amministrativi di generazioni di politici».