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Congiura ai danni di Cristoforo Colombo

Che cosa vorranno fare del monumento del novigatore genovese? In troppi s’interessano dell’opera d’arte

EDDA CINARELLI / L'ITALIANO

Ormai il monumento non esiste più. É stato smontato. Secondo i media argentini, Clarín e La Nación, per smembrarlo hanno usato addirittura una sega elettrica. I pezzi, che lo componevano, appoggiati sul pavimento sembrano lapidi di un cimitero. Una bella metafora perché é proprio al cimitero dove vanno i morti, in questo caso il monumento.
La domanda del sottotitolo é retorica. Dagli inizi di questa storia si sapeva che il Governo Nazionale lo voleva trasferire in un altro posto, lontano dagli occhi lontano dal cuore. In un primo momento sembrava a Mar del Plata, scartata questa possibilità perché la collettività italiana che vi risiede si é rifiutata di riceverlo, le sembrava, infatti, una mancanza di rispetto, resta la città di Buenos Aires. Alcuni mesi fa il capo del Gabinetto dei ministri del Governo Macri, Horacio Rodríguez Larreta, aveva proposto di sistemarlo vicino all’aeroporto, accanto al Club dei pescatori, l’offerta non era piaciuta. Ma Larreta non è persona da lasciar stare. É arrivata l’estate e dell’argomento non si é più parlato, i lavori di smantellamento però continuavano.
Credo che per un po’ abbiamo sperato di aver vinto, che il monumento restasse al suo posto, in Plaza Colón, dove é stato per circa un secolo, nel luogo scelto da chi lo aveva donato. Nel frattempo, quasi per scongiura o per mettersi al riparo, la collettività italiana ha chiesto aiuto ai parlamentari eletti all’estero. Ma si può essere così ingenui? Come fanno l’on. Porta e l’on. Merlo a lavorare insieme? I parlamentari eletti all’estero appartengono a schieramenti diversi e non hanno certo l’intenzione di collaborare tra loro. Il Maie, alcuni mesi fa cioè molto tempo dopo l’inizio di questa triste storia, ha chiesto all’ex ministro degli Affari Esteri Emma Bonino di interessarsi dell’argomento. Non é stata una buona idea. Il Governo Italiano non ha mai dimostrato, almeno negli ultimi anni, di interessarsi di noi e di conoscere l’Argentina: la società argentina, la politica argentina, gli emigrati e i loro discendenti. Tornando al quid della questione: a questa altezza il Potere Esecutivo Nazionale argentino (Pen), il governo della città, i nostri parlamentari, il Ministero degli Affari Esteri (Mae) si interessano tutti del Monumento. Se n’é parlato molto, é diventato più importante di quello che era e nessuno di questi attori vuole fare una brutta figura, anzi tutti vogliono esserne i salvatori. Tutti, compreso il Governo Nazionale che l’ha fatto smantellare, vogliono dimostrare di avercelo a cuore. I loro interessi in questione combaciano, ma dove lo porteranno? Mi viene in mente di soppesare le diverse possibilità. Prima possibilità: Puerto Madero. Già prima si era proposto il “Paseo de los Italianos” vicino a Puerto Madero, ma l’ipotesi era stata eliminata perché il monumento é molto pesante e quel posto é costituito da terra rubata al fiume. Non mi pare che in nessun altro angolo dell’elegante quartiere ci sia spazio per il gruppo scultoreo. E poi diciamocelo pure, si é parlato tanto di questo monumento che alla fine gli hanno dato visibilità. L’hanno fatto diventare così familiare che ora lo amano tutti gli abitanti di Buenos Aires e quelli dell’intera Repubblica Argentina. Direi, quasi quasi che gli abbiamo dato più categoria, ammesso che sia possibile, e Puerto Madero francamente non é alla sua altezza. Infatti il rione é abitato soprattutto da stranieri, da nuovi ricchi, da politici e forse anche da qualche narcotrafficante. No, decisamente Puerto Madero non va bene.
Ma allora quale sarebbe la zona indicata per un’opera d’arte ormai tanto conosciuta ed amata? La risposta é la Recoleta ed Av. Del Libertador, le zone più aristocratiche di Buenos Aires. Se ci entrasse, direi che il posto giusto sarebbe addirittura il Cimitero de La Recoleta, accanto alle tombe dell’oligarchia argentina, vicino al Pantheon di Felicitas Guerrero, Eva Perón, dove riposano i ricchi delle famiglie celebri. Ma non é possibile, non c’é più spazio libero. Peccato poi che non ce ne sia nemmeno un centimetro quadrato in Av. Alvear, forse la strada più elegante della città, starebbe proprio bene accanto a “Palacio Duhau” che coppia eccezionale farebbero! Restano allora le belle piazze della zona: piazza Francia ma di statue ce ne sono già parecchie: “Plaza de la Flor”, lì un angolino ci sarebbe, ma non sarebbe in primo piano; piazza Justo José de Urquiza. Sono tutte sfolgoranti di vegetazione, tutte degne di siffatta opera d’arte.
A questo punto non ci resta che aspettare. Nei prossimi mesi sapremo la risposta di questa domanda, perché lì dov’é, il monumento non ci può restare. Non ce lo vuole il Presidente, Cristina F. Kirchner, che al suo posto vuole mettere la statua di Juana Azurduy, e gli altri non vogliono contraddirla. Però a una cosa nessuno sta pensando: alla Giustizia. Attenzione: togliere il monumento dal suo posto sarebbe una violazione alla Legge. Un giudice ha sentenziato, infatti, che l’opera d’arte deve essere rimontata e rimessa al suo posto. La sentenza deve passare in giudicato e violare la legge non mi pare proprio si addica a un governo democratico, qualsiasi esso sia.

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