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SICILIA “IN CAMPO” CON L’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Semina su sodo come strategia per aumentare la competitività aziendale nel rispetto dell’ambiente nella giornata informativa in tre aree della Sicilia organizzata il 27, 28 febbraio e 1 marzo dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana e dall’Unione Europea in collaborazione con Edizioni L’Informatore Agrario – In primo piano vantaggi, tecniche e opportunità in rapporto alle misure del PSR.

La semina su sodo, già oggetto di interesse di pagamenti agroambientali nell’ambito dei PSR 2007-2013 di diverse regioni italiane (Veneto, Lombardia, Basilicata, Sardegna e Lazio), rappresenta una forma di agricoltura “verde” in grado di rispondere alle nuove sfide ambientali imposte per i seminativi dalla Pac post-2013 e una delle leve più interessanti per garantire più reddito all’impresa agricola. Se ne parlerà nella giornata informativa “La semina su sodo riduce i costi di produzione e l’impatto ambientale” che sarà proposta in tre aree diverse in Sicilia dall’Assessorato alla Regione Siciliana in collaborazione con l’Informatore Agrario. Le giornate prendono il via alle 10 nelle seguenti località: il 27 febbraio a Corleone (Pa) al Mountain Palace La Schera, contrada Piano di Scala – il 28 febbraio a Mussomeli (Cl) all’Agriturismo Mappa, contrada Mappa Mussomeli – il 1 marzo a Caltagirone (Ct) nell’Aula Magna dell’Istituto Agrario F. Cucuzza Euclide in via Mario Scelba, 5.

Un’occasione di primo piano per conoscere, sia da un punto di vista tecnico che di gestione economica dell’azienda agricola, come ridurre le emissioni di gas serra e arginare i crescenti problemi di desertificazione, erosione, dissesto idrogeologico o di carenza di risorse idriche che interessato molte aree del nostro Paese. Abbinata a tecniche di agricoltura di precisione, inoltre, la semina su sodo consente di realizzare un’agricoltura a “risparmio energetico” grazie alla possibilità di utilizzare in modo mirato ed efficiente i diversi input colturali, come semente, fertilizzanti e prodotti fitosanitari.

La semina su sodo in particolare consentirà di attuare “risparmio energetico” a coloro che sapranno attuare forme di cooperazione – riassume Giannantonio Armentano, giornalista de L’Informatore Agrario. L’utilizzo dell’agricoltura di precisione – oggi penalizzato dal costo di queste tecnologie avanzate – consentirà all’agricoltore di diventare sempre più “manager del territorio” in piena ottica di greening”.

La Semina su sodo avrà la possibilità di trovare spazio nei pagamenti agroambientali dei PSR 2014-2020 – conclude Danilo Marandola, ricercatore Ineama una sua piena ed efficace diffusione non può prescindere da un’attenta attività di informazione, formazione, innovazione e sperimentazione che coinvolga agricoltori, consulenti aziendali e istituzioni del comparto agricolo”.

I numeri della non lavorazione. In Italia 283.923 ettari sono coltivati a sodo, 52.218 le aziende interessate, la superficie media aziendale è di 15,1 ettari (Istat, VI censimento generale dell’agricoltura, 2010). Le aziende biologiche sono 2.163 per un totale di 40.261 ha. Al primo posto tra le regioni più sensibili l’Emilia-Romagna con 63,7mila ettari, segue a grande distanza l’Umbria (37mila) e Toscana (26,5mila). Scarsa la diffusione al Sud con Sicilia (14mila), Puglia (10mila) e Calabria (4,1). Le aree maggiormente coinvolte sono quelle collinari (35,4%) e di montagna (25%). Ma la tendenza è destinata ad aumentare.

Per informazioni la stampa può contattare:

Monica Sommacampagna – cel. 335.6244116 – monica@sommacampagna.com


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