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Le grotte dei pastori di Betlemme

“Grazie perché ci sei. L’amicizia è qualcosa di molto bello, che scalda il cuore. Il bene si espande nel pensiero, nella preghiera durante il giorno. Essere così vicini, senza mai essersi visti, è il miracolo della comunione…perché si sono incontrati gli occhi del cuore. Per il solo fatto di esistere siamo pane per tutti: ognuno deve qualcosa all’altro, sempre…Il bene che corre a così grande distanza è un dono e una sorpresa ogni volta che ci penso. Quando corri qua e là per il tuo lavoro, se ti senti tirare la giacca, sai chi è. Una piccola figlia… la monaca. Stamattina nell’eco del vento che porta i cuori lontani mi è giunto il tuo nome, un nome ormai caro. Dio opera meraviglie nella nostra umanità che è quanto più desiderato da Dio. Gesù è nato in una grotta e quella grotta siamo noi. E’ bellissimo vedere le grotte dei pastori di Betlemme. Una piccola casa intagliata nella roccia, spaziosa, ampia, per niente umida; con una torcia si illuminano le pareti…e non è un vano soltanto, sono come piccoli ambienti separati da un arco…qui è nato il Figlio di Dio, in una casa naturale, ma dignitosa. Noi siamo chiamati ad essere abitazione di Dio, non qualcosa di oscuro, di ammuffito, pieno di ragnatele…una natura bella e solida, un incavo nella roccia di Dio. Allora i fratelli non avranno paura di entrare e resteranno se stessi, gusteranno la pace dell’accoglienza e berranno la parola nuova che si porge loro. E io so di avere un cuore su cui riposare nei momenti di sconforto (prendono anche noi!) e di speranza…Un saluto grande. Non dirmi che non rispondo alle tue lettere. Quando giungono vanno dritte dentro il cuore tutte le tue parole…abbi pietà di questo piccolo scricciolo che comunque ti vuole bene. P.S. Non preoccuparti: quando ti viene voglia di leggere queste righe a qualche alunna o ad altri, sei libero di farlo… E non devi chiedere permessi perché queste righe te le dono. Quindi non mi appartengono più…sono tue”. Queste belle parole le scriveva una giovane suora ad un signore con molti anni più di lei. Una delicata amicizia epistolare, interrotta improvvisamente. Il signore non seppe mai perché. Il confessore aveva imposto alla monaca di troncare l’amicizia, senza dare neppure una spiegazione? Forse.

Renato Pierri

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