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SU EUGENIO SCALFARI E L’ATEISMO

Pur non avendo mai condiviso le idee della sua parte politica e poco quelle del suo giornale, ho sempre considerato il direttore Eugenio Scalfari un uomo molto colto, saggio, intelligente, serio. Tuttavia, quando l'ho visto l'altra sera ospite di una trasmissione televisiva, mi sono ricordato di alcune sue affermazione relative al suo dichiarato ateismo. Mi sono chiesto come sia possibile per un uomo intelligente e di un certo livello culturale, non porsi i quesiti più importanti di tutta la nostra esistenza. Individui come lui, e ne conosco infiniti, rifiutano quasi infastiditi tutti quegli argomenti per me indispensabili da approfondire. Parlo di anima, di aldilà, di energia cosmica. Potrei citare parole come consapevolezza, illuminazione, meditazione, karma, e decine di altre. Mi accade spesso con molti amici. Quando parlo di queste cose, la maggior parte di loro prova quasi fastidio. Nulla è più importante al mondo che impostare la propria intelligenza per capire e individuare la nostra missione in questa avventura. Siamo qui con un involucro che è il nostro corpo per consentire all'anima di evolversi e la quasi totalità della popolazione non lo comprende. La Chiesa stessa da duemila anni sa che esiste la reincarnazione dell'anima e lo nega a miliardi di cristiani. Esiste una letteratura sconfinata con prove schiaccianti sul percorso delle anime e uomini del livello di Scalfari mostrano di essere peggio di San Tommaso; peggio perchè non credono nemmeno all'evidenza. Parlo del fondatore di Repubblica perchè è l'ultimo uomo stimato che ho notato. Ho visto lo sguardo cupo di un novantenne che si avvicina all'istante della verità senza alcuna preparazione. Potrà essere il miglior politologo del mondo, ma non crede in nulla. L'ateo non crede in nulla. L'agnostico se ne fa un baffo di tutto, qualcuno anche con sarcasmo e sfregio; menefreghismo totale. Credo sia banale capire che non può esistere la felicità pura e assoluta senza la consapevolezza di una luce divina. Non può esistere la pace del cuore senza il pensiero della morte terrena. Non affrontare il tema della morte è pura follia. Qual è la ragione della nostra vita secondo costoro? Il successo? Il denaro? La carriera? Il potere? La cosa più importante è non sfuggire alla verità, è non gettare la vita alle ortiche. L'arricchimento spirituale è ben più rilevante di quello economico. Il completamento della nostra persona così non può esistere, non è realizzabile la gioia divina senza abbracciare con tutta la nostra forza la perfezione del creato. E vedere lo sguardo serio di Scalfari mi ha fatto riflettere molto. Provo un'enorme tristezza nel vedere quante persone arrivano a quell'età senza la gioia nel cuore, senza la fede negli occhi, senza la luce nell'anima.

marco chierici

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