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CISAL, PER UNA VERA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA…IL PERSONALE GIUDIZIARIO, NELL’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO

Contro una giustizia ingiusta, inefficiente ed esclusiva; contro una riforma a “costo zero” fatta sulle spalle dei lavoratori, nonché contro la costante umiliazione della giustizia e delle democrazia, così come preannunciato la CISAL, con una propria delegazione guidata da Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e P.C.M., ha partecipato stamani, 20 febbraio, alla manifestazione –a cui hanno preso parte circa 20mila persone – indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, svoltasi in piazza della Repubblica in Roma.
Questo perché – ha spiegato la stessa Saraceni, nell’esprimere il proprio plauso all’iniziativa – l’attuale situazione della Giustizia italiana impone l’esigenza, non più rinviabile, di una vera e profonda riforma strutturale, che parta dal personale, in termini di una riqualificazione che non può limitarsi ad una misera progressione economica, ma una reale progressione giuridica che riconosca le mansioni superiori effettivamente svolte da tanti anni dal personale giudiziario.
Questo aspetto della riforma – come già più volte sostenuto dalla stessa Dirigente sindacale- deve costituire la priorità assoluta e deve precedere ogni mobilità in entrata da parte del personale proveniente dagli altri Ministeri, al fine di non penalizzare quei lavoratori che attendendo da ben 14 anni una progressione giuridica ed economica (più volte promessa e mai attuata), non potrebbero accettare di vedersi “passare avanti” colleghi, già riqualificati in altre Amministrazioni, arrivati da poco ma privi della loro specifica competenza.
Il personale, specie nell’organizzazione giudiziaria, non rappresenta un optional all’interno della stessa. Al contrario, essendo i materiali esecutori dei provvedimenti giurisdizionali, questi lavoratori costituiscono l’ossatura portante degli uffici perché sono loro che istruiscono i processi, provvedendo a preparare tutti gli atti del dibattimento, del quale sono poi gli autentici notai.
Di fatto, le cancellerie non sono semplici uffici al servizio dei magistrati, ma sono il motore stesso dell’attività giudiziaria, un propulsore che se rallenta o s’inceppa, provoca il malfunzionamento dell’intera macchina processuale, oltre che amministrativa. La magistratura deve essere fortemente affiancata da personale, altamente qualificato in questo specifico ambito, che l’ha sempre fatto e che vuole continuare a farlo sempre meglio e di più – ha proseguito la Saraceni – per far si che la giustizia, che tutela e garantisce tutti i cittadini, funzioni sempre meglio.
Per fare in modo che vi sia una giustizia equa e veloce perché, purtroppo ed al contrario, le conseguenze dell’attuale lentezza giudiziaria, che negli anni è andata aumentando, sono sotto gli occhi di tutti.
Una giustizia, tanto nel settore civile quanto in quello penale, prossima al collasso; con milioni di pratiche arretrate, con conseguenze gravissime non solo all’interno del sistema giustizia, ma anche sul tessuto economico del Paese, come ampiamente asserito e dimostrato da tanti autorevoli esperti ed organi del mondo economico, anche a livello internazionale.
Purtroppo, l’attuale inquadramento del personale giudiziario all’interno del comparto Ministeri, con un contratto di lavoro di tipo privatistico, non ha permesso nel corso degli anni di realizzare quelle riforme dell’organizzazione del personale che sarebbero state necessarie al rilancio della giustizia.
Alla luce della drammaticità della situazione odierna, si impone una coraggiosa ma essenziale scelta di campo, che preveda l’uscita in blocco del personale giudiziario dal comparto Ministeri, per farlo riconfluire nell’ordinamento giudiziario e definire un nuovo contratto di natura pubblicistica, che tenga conto della specificità di questi lavoratori e, soprattutto, del loro fortissimo ed indissolubile legame funzionale con il personale della Magistratura che, vogliamo ricordare, è fuori dalle previsioni del D. L. 29 del 1993.
Così facendo – ha chiosato Paola Saraceni -prevedendo un contratto di tipo pubblicistico, più agile e snello, con il quale riconoscere a personale con competenza specifica e particolare tale specificità, si darebbero quell’impulso e quell’accelerazione necessari alla ripartenza della macchina giudiziaria.
Se il nascente Governo comprenderà che andare incontro all’esigenza dei lavoratori giudiziari, donne e uomini che mettono al primo posto il proprio lavoro inteso come servizio ai cittadini, è l’unica strada percorribile se si vuol far uscire la giustizia – ora lenta a tal punto da arrivare a definire le cause dopo molti anni svilendo così la sua mission più autentica – dalle sabbie mobili nelle quali sta affondando giorno dopo giorno a causa dell’accumularsi degli arretrati, allora si potrà ridare ad Essa la propria funzione.
Dopo aver definito per legge l’autonomo comparto della giustizia, andrà delineata, per mezzo dei successivi decreti attuativi, la riorganizzazione completa del suo personale, ivi compresa la previsione dei nuovi profili professionali, unificando i tanti (troppi) attualmente previsti, e traslandoli verso l’alto, in considerazione dei più alti contenuti professionali che li dovranno caratterizzare.
A tal proposito, per adeguatamente rappresentare le problematiche lavorative del personale giudiziario, Paola Saraceni e il coordinatore della provincia di Napoli Vincenzo Silvestri sono stati ricevuti, alla Camera dei Deputati, dall’On. Michela Rostan, del Partito Democratico, a cui hanno anche consegnato un documento nel quale viene ribadito e dettagliatamente specificato quanto suindicato.

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con cortese preghiera di pubblicazione e ampia diffusione

Il Responsabile
Ufficio Stampa e P.R.
Antonello Iuliano

Il Segretario Generale
Paola Saraceni

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