La vice responsabile dell'Italia Dei Diritti per la Scuola e l'Istruzione: “Chi vive la Scuola in maniera diretta, ed ogni giorno incontra ragazzi di età diverse di cui ascolta ed osserva atteggiamenti, parole e comportamenti, non può che comprendere, e ancor prima cogliere con una certa immediatezza, il fatto che vicende vergognose legate al delicato fenomeno del bullismo come questa appena riportata dalle cronache, siano parte integrante di un disagio dilagante e complesso che inevitabilmente, tra attori coinvolti e responsabili, interpella l'intera comunità”
Roma, 20 febbraio 2014 – Dopo il grave caso di un pestaggio avvenuto pochi giorni fa ai danni di un ragazzo di 15 anni da parte di un gruppo di coetanei per aver salutato la fidanzatina del capogruppo, si è ritenuto necessario convocare un Tavolo di emergenza in Prefettura. Dalle prime riflessioni è emerso che la sola repressione non basta, ma al contrario saranno indispensabili interventi che partano dalle famiglie e dal coinvolgimento diretto dei giovani. Il Sindaco Federico Pizzarotti ha commentato: “Bisogna coinvolgere le famiglie, perchè il disagio nasce da una mancanza di tutela e insegnamento da parte dei genitori”. Di fatto, per il primo cittadino va posta in essere una attività di prevenzione nelle scuole e “forme di controllo e sicurezza sociale”. Dal canto suo, il Prefetto Luigi Viana ha sottolineato la gravità dell'evento confidando in una punizione a breve ed esemplare dei colpevoli. In aggiunta, si è espresso con queste parole: “Il tavolo di oggi è di riflessione e indirizzo, lo abbiamo voluto da tempo per confrontarci sul cosa fare e cosa operare per affrontare una tematica articolata come quella del disagio giovanile, che troppo spesso sfocia in atteggiamenti di maleducazione e aggressività”. Lo stesso Viana ha ribadito l'importanza dell'opera di prevenzione e controllo da parte delle forze dell'ordine, insieme a “tutti gli attori istituzionali ed associativi”. Ciò su cui si è stati concordi, e in questo ha fatto eco l'intervento anche del vicesindaco Nicoletta Paci, è stata l'idea di una operazione sinergica delle risorse disponibili per trarre il maggior vantaggio dalla lotta al bullismo. Il Dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Giovanni Desco, ha poi parlato del tema della Scuola come luogo per eccellenza dove si impara la convivenza e la collaborazione, affermando nel contempo che non vi sono soluzioni immediate, ma è pur vero che “educare ha tempi lunghi, che richiedono impegno e progettualità”. E non ha mancato di ricordare i tanti esempi di giovani impegnati nel sociale, i quali “ci stupiscono con comportamenti straordinari in termini di generosità e senso civico”. Per Giovanni Desco, infine, è utile riflettere sul ruolo di internet e dei social network, che spesso si traducono in atteggiamenti di isolamento e allontanamento sociale.
Luana Cinti, vice responsabile della Scuola ed Istruzione per l'Italia Dei Diritti, ha in merito espresso un commento: “Chi vive la Scuola in maniera diretta, ed ogni giorno incontra ragazzi di età diverse di cui ascolta ed osserva atteggiamenti, parole e comportamenti, non può che comprendere, e ancor prima cogliere con una certa immediatezza, il fatto che vicende vergognose legate al delicato fenomeno del bullismo come questa appena riportata dalle cronache, siano parte integrante di un disagio dilagante e complesso che inevitabilmente, tra attori coinvolti e responsabili, interpella l'intera comunità. E' da qui che si deve ripartire, dalla consapevolezza che se vogliamo progressivamente innestare un processo di cambiamento, non possiamo che convogliare forze, impegno ed energie nella sinergica attività di Scuola, famiglie, Comune, realtà di associazione rivolte ai giovani che attraversano una delicata fase di crescita, e certamente delle forze dell'ordine. Tutto ciò in modo nuovo, con l'intenzione di compartecipare ad un'opera di osservazione e monitoraggio costanti, pensati e gestiti con la volontà di analizzare il fenomeno del bullismo non soltanto in chiave punitiva, ovvero trovando accordi esclusivamente sulle sanzioni eventuali, poichè in effetti lasciano il tempo che trovano e non fanno altro che inacidire i toni e gli elementi negativi sui quali si è lavorato sinora. L'atteggiamento da tenere, sarà pertanto quello di un ascolto e di un dialogo improntato sulla valutazione attenta e sistematica di ciò che accade, della realtà circostante nel suo continuo evolversi e nel suo accompagnarsi all'uso generalizzato di numerosi strumenti tecnologici cui i ragazzi amano rivolgersi, per socializzare, tenere i contatti con un mondo che corre veloce e trovare informazioni, spunti, modelli cui ispirarsi, purtroppo spesso in maniera errata. Anche internet e i social networks vanno pertanto coinvolti nei piani di intervento e nelle diverse progettualità da attuare, pensandoli come luoghi non necessariamente distorsivi rispetto all'idea di educazione cui siamo abituati, poichè l'uso consapevole e adattato alle nuove esigenze formative, così come andranno pensate secondo un intervento sempre più compartecipato, potrà sortire effetti nuovi ed inaspettati, favorevoli ai ragazzi stessi. Senza adagiarsi su posizioni considerate inamovibili, e al contrario partendo da un punto di vista più flessibile che si predispone all'ascolto e si ponga l'importante obiettivo di ricostruire e mantenere, in piena sintonia con gli altri partners educativi, punti di riferimento più saldi innanzitutto all'interno delle famiglie, si potranno compiere passi positivi ed imboccare una direzione diversa. Stiamo dunque parlando di un percorso pensato insieme che contribuisca a distogliere l'attenzione dagli atteggiamenti deviati in maniera costruttiva, cioè suggerendo spunti diversi e molteplici, attività e progetti cui dedicarsi con interesse per mezzo dell' importante contributo dei genitori e delle scuole, soffermandoci sul tema della prevenzione costante piuttosto che sul concetto di sanzione seguito all'indignazione”.
Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Scuola e Istruzione
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