Il gatto si diverte col topolino, lo maltratta, lo fa soffrire, ma non sa che il topolino soffre. Non possiamo quindi affermare che il gatto è cattivo, stupido, malato, vigliacco. Possiamo solo dire che è un gatto. Ma se un uomo fa il male per divertimento, possiamo dire soltanto che è un uomo, oppure è più che giusto affermare che si tratta di un uomo cattivo, stupido, malato e vigliacco? Direi di sì, e direi che senz'altro possiamo affermarlo degli uomini di cui parla la giornalista Amanda Hess, in un articolo (Internazionale n. 1037 – 10 febbraio) intitolato: “Internet. Qui le donne non sono benvenute”. Amanda Hess è una giornalista statunitense, che si occupa di sesso, Hollywood, adolescenti e tecnologia. Ma la sua colpa è scrivere di sesso. Per questo, infatti, riceve twett, come i seguenti, che trascrivo dall’articolo: “Ho 36 anni, ne ho già scontati 12 per omicidio colposo, ho ucciso una donna come te, che aveva deciso di prendere in giro gli uccelli degli uomini”; “Ho scoperto con piacere che viviamo nello stesso stato. Verrò a cercarti, e quando ti troverò, ti violenterò e ti staccherò la testa”; “Morirai e sarò io ad ucciderti. Lo giuro”. La giornalista scrive: “Nel 2006 alcuni ricercatori dell’università di Maryland hanno aperto una serie di finti account e li hanno fatti circolare nelle chat. Quelli con nomi femminili ricevevano in media ogni giorno cento minacce o messaggi sessuali offensivi. Quelli con nomi maschili 3,7”. Che dire degli innumerevoli autori di questo “divertimento”? Del gatto, possiamo affermare che è un gatto, ma di questi individui non so neppure se si può affermare che sono uomini.
Renato Pierri