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Mi dispiace contraddire il ministro Kyenge

“Mi dispiace contraddire il ministro Kyenge, ma i figli degli Italiani nati all'estero non sono equiparabili ai figli degli immigrati nati in Italia non per una questione di razzismo ma perché non si trovano nella stessa situazione giuridica ovvero per banali necessità di passaporto. I figli degli immigrati nati in Italia hanno già, aldilà delle discussioni sullo ius soli, la cittadinanza del paese da cui provengono loro o i genitori e quindi i tempi per il rilascio della cittadinanza italiana possono richiedere due anni previsti dalla legge, viceversa i figli di Italiani nati all'estero devono ottenere il passaporto in tempi rapidi perché quella Italiana è unica cittadinanza possibile, farli aspettare fino a due anni li renderebbe de facto apolidi e senza documenti. In questo caso la riforma della legge di cittadinanza non c'entra niente. Se anche venisse rafforzato l'attuale sistema di ius soli temperato, lo ius sanguinis rimarrebbe in vigore, perché se così non fosse avremmo creato l'unica legge sulla cittadinanza che crea bambini apolidi. Concludo dicendo che se veramente fosse stato allungato il termine da 90 giorni a 2 anni per l'ottenimento del passaporto per i figli degli Italiani nati all'estero e di questa modifica fosse responsabile la Kyenge credo che avremmo creato una norma stupida e razzista da correggere immediatamente con conseguenti dimissioni del ministro stesso per evidente incapacità a svolgere il suo ruolo”.

Ufficio Stampa On. Guglielmo Picchi Forza Italia

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