La giustizia è oramai sempre più umiliata dal totale disinteresse dimostrato dal Governo che, invece di varare una indispensabile riforma dell'intero apparato organizzativo, procede per mezzo della decretazione di urgenza, anche laddove non ne ricorrono i presupposti di legge, adottando tutta una serie di provvedimenti transitori ed insufficienti per sanare le gravissime carenze del sistema giustizia, che incidono pesantemente anche sull'economia reale del Paese e, conseguentemente, sui delicati equilibri economico finanziari dei bilanci pubblici.
Misure come l'attuale decreto svuota carceri, provvedimento emergenziale e ampiamente insufficiente – come più volte affermato da Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri-Sicurezza-Presidenza del Consiglio dei Ministri – non risolve il sovraffollamento carcerario, consentendo al massimo all’Italia di tamponare l’”emergenza carceri” per non incorrere nelle pesanti sanzioni previste dall’U.E. e rischia di rivelarsi una cura peggiore del male che con essa s’intende guarire.
La CISAL crede che detto problema debba essere contrastato, invece, mediante un forte impulso alle misure alternative alla detenzione.
Provvedimenti come la ridefinizione della geografia giudiziaria, che ha ulteriormente aggravato la situazione lavorativa di moltissimi dipendenti giudiziari, aumentando a dismisura i carichi di lavoro del personale all'interno degli uffici accorpanti, non solo non ha prodotto la preannunciata riduzione dei costi ma, al contrario, ha finito con l’allontanare lo Stato dai cittadini.
E' di tutta evidenza, quindi, che la riforma della giustizia debba partire da quella del personale, che costituisce il motore dell'intero sistema.
Così, ad esempio, il personale giudiziario andrà inquadrato – per legge -, in professionalità altamente qualificate, riconoscendo le funzioni espletate, perché non è pensabile di far funzionare gli uffici giudiziari e i tribunali senza rivedere radicalmente l'organizzazione delle cancellerie.
Si pone come imprescindibile la copertura delle piante organiche alle effettive esigenze dei diversi uffici e servizi, procedendo alle necessarie assunzioni, attraverso i bandi di pubblici concorsi, dopo aver definito, prioritariamente, le procedure di mobilità volontaria.
Ed ancora, in tal senso, il personale del Dipartimento Penitenziario, ivi compreso quello dipendente dal Dipartimento minorile del comparto ministeri, andrà inserito all'interno dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria, al fine di riconoscere uguali prerogative a lavoratori, che condividono i disagi ed i rischi del lavoro in carcere.
Non è più tollerabile che i diritti siano degradati in privilegi, che il servizio giustizia si stia trasformando esso stesso in un privilegio per pochi, a causa degli onerosi tributi imposti per ricorrervi.
Per ribadire questi principi e queste sacrosante esigenze, non più rinviabili, i lavoratori giudiziari hanno recentemente incontrato il senatore Andrea Augello per rappresentare le gravi problematiche che affliggono i diversi settori e ambiti della giustizia e quanto sia necessaria un’azione comune per risolvere l’attuale crisi dell’intero sistema, illustrando delle proposte di soluzione (che saranno poi schematizzate e riepilogate in schede attese dallo stesso Senatore). Tra queste, è stata illustrata una proposta di riforma dell’ordinamento che preveda, tra le altre cose, l’immissione in ruolo di nuovo personale, l’assunzione a tempo indeterminato di giovani qualificati in grado di sfruttare appieno le potenzialità delle nuove tecnologie, per uniformarsi all’attuale tendenza europea di svecchiamento.
Nel corso dell’incontro la delegazione dei lavoratori ha rivendicando, ancora una volta e tra l’altro, condizioni lavorative più dignitose, da attuarsi mediante riconoscimento giuridico ed economico delle funzioni superiori svolte da anni; l’ipotesi di riforma della giustizia che preveda pochi profili professionali in sostituzione dell’attuale elevata ed inadeguata frammentazione degli stessi; accorpamento di tutto il personale del comparto ministeri in servizio presso DAP e DGM, nei ruoli tecnici (educatori , contabili, esperti, tecnici , ecc..) della polizia penitenziaria, in analogia a quanto già realizzato per la Polizia di Stato (con riforma , Legge 121/1981).
Per sollecitare i nostri politici non ad attuare una pseudo riforma a costo zero e sulle spalle dei lavoratori ma, a varare una vera riforma della giustizia e che parta dal personale, per salvare il Paese dal baratro sull'orlo del quale sta da troppo tempo, tutta la Cisal Fpc – e all’interno di Essa il predetto Dipartimento Ministeri-Sicurezza-Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il suo Segretario Generale Paola Saraceni, indice lo stato di agitazione del personale della giustizia e aderendo alla manifestazione indetta dall’Organismo unitario dell’Avvocatura Italiana, contro la costante umiliazione della giustizia e delle democrazia sarà, quindi, – il prossimo 20 febbraio in piazza della Repubblica in Roma, alle ore 13,00 – presente con una propria rappresentanza contro la giustizia ingiusta, inefficiente ed esclusiva.
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con cortese preghiera di pubblicazione e ampia diffusione
Il Responsabile
Ufficio Stampa e P.R.
Antonello Iuliano
Il Segretario Generale
Paola Saraceni