Nel 2015 a Torino la prima Biennale della Fotografia Italiana

In concomitanza con l’Expo di Milano
e con il patrocinio della Regione Piemonte
A Torino, nel 2015, la prima
Biennale della Fotografia Italiana
Il curatore Vittorio Sgarbi: «Lo spirito è quello
del Padiglione Italia della Biennale d'Arte:
raccontare “lo stato della fotografia” in Italia»

TORINO – Si svolgerà a Torino, nel 2015, in concomitanza con l’Expo di Milano, la prima Biennale della Fotografia Italiana, con il patrocinio della Regione Piemonte; chiamerà a raccolta, oltre ai grandi maestri italiani riconosciuti anche all’estero, nuovi talenti della fotografia attivi in diversi ambiti professionali, dal giornalismo alla scienza, dalla moda al design.

Il Curatore sarà Vittorio Sgarbi che così sintetizza: «Lo spirito è quello del Padiglione Italia della Biennale d'Arte di Venezia: raccontare “lo stato della fotografia” nel nostro paese».
Dunque un grande lavoro di catalogazione, ma anche una selezione delle espressioni più autentiche del «fare fotografia» nelle varie aree tematiche e secondo diverse applicazioni tecniche, frutto della selezione di una Commissione di valutazione guidata dallo stesso Sgarbi e composta da Italo Zannier (fotografo e storico della fotografia), Claudio de Polo Saibanti (Presidente della Fratelli Alinari), Beppe Bolchi (fotografo), Giorgio Gregorio Grasso (Istituto Nazionale di Cultura), Giovanni Gastel (fotografo) Massimiliano Liva (Joy, società delegata all’organizzazione), Luca Fabbri (direttore organizzativo).

Prevista in un primo momento nel 2014 negli spazi espositivi delle Officine Grandi Riparazioni di Torino (indisponibili per lavori di ristrutturazione), la Biennale si svolgerà comunque a Torino ma in una sede in via di valutazione d’intesa con la Regione Piemonte, e che sarà comunicata nelle prossime settimane.

Nei giorni scorsi, intanto, si è riunita a Firenze la Commissione selezionatrice incaricata di definire le modalità di partecipazione e i criteri di selezione degli artisti.
Tre le sezioni tematiche : Reportage, Scienza (ricerca), Pittorialismo.
Due, invece, le soluzioni tecnico-applicative: Racconto fotografico (foto libro) e Fotorea (immagini in libertà), costituita dalle foto provenienti dal mare magnum dei social network e che avrà come titolo «La fotografia come test psicologico proiettivo». .

Nella prima Biennale della Fotografia Italiana sono coinvolte le principali associazioni e gli istituti didattici di fotografia che operano in Italia. Le modalità d'iscrizione sono sin da adesso consultabili sul sito www.biennalefotografia.it
Gli artisti selezionati avranno l’opportunità di conferire le loro opere fotografiche negli archivi dei Fratelli Alinari che saranno anche gli editori del catalogo.

La Biennale della Fotografia guarderà anche al mercato nell'idea di mettere in relazione gli artisti con la committenza italiana ed estera; in tal senso, le opere esposte faranno parte del progetto di una mostra collettiva che sarà portata all'estero.

Per Vittorio Sgarbi la Biennale della Fotografia Italiana, rappresenta, per certi versi, un ritorno al passato: «Il mio rapporto con la fotografia – ricorda – risale a 40 anni fa, quando, appena laureato, divenni assistente della cattedra di Tecniche della Fotografia al Dams, fondato da Umberto Eco, dell'Università d Bologna, iniziando a lavorare con il decano della storia della fotografia, Italo Zannier. Fu in quell'anno che si presentò a noi, con la sua prima opera memorabile, l'Atlante, Luigi Ghirri. E iniziarono le stagioni anche di altri giovani talenti di cui prendevamo coscienza, tra i quali Guido Guidi.
Nel 1979, con il patrocinio dell'Unesco e il Centro Internazionale di Fotografia di Cornell Capa, fratello di Robert, allestimmo una titanica mostra in concorrenza con la Biennale, nell'anno di pausa, «Venezia '79, la fotografia», curata da me, Italo Zannier e Daniela Palazzoli. Fu un grande successo, e aprì la strada a una diversa consapevolezza della fotografia, e della sua storia, in Italia.
In tempi più recenti, come assessore al Comune di Milano, promossi numerose mostre monografiche di fotografi, dalla grandiosa esposizione, condivisa con i primi vagiti del Maxxi, di Ugo Mulas, a quelle, molto rigorose, di Wilhelm von Gloeden, di Robert Frank, di Weegee, di Jan Saudek, di Witkin, di Olivio Barbieri. Ho sempre considerato fondamentale la conoscenza della fotografia sia sul piano pedagogico sia su quello della ricerca. Al Padiglione Italia di Venezia ho voluto uno spazio curato da Italo Zannier per 20 fotografi»
l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)

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