SOMMARIO:– ESTERI: I TAGLI – LA BOLDRINI, BANKITALIAS E I 5 STELLE – ELEZIONI A VERBANIA – INCONTRO A TORINO – INDIRIZZI
(con 2 allegati interessanti)
DESTRA E SINISTRA – ELEZIONI A VERBANIA
Lunedì sera ho assistito al dibattito tra i due candidati a sindaco del PD per il comune di Verbania in vista delle loro “primarie” del prossimo 23 febbraio. Uno “scontro-non scontro” molto corretto, con toni misurati e alla fine anche un pizzico noioso per la evidente volontà di non pungersi a vicenda. Il tutto in un clima comunque positivo e costruttivo, soprattutto a confronto con gli spettacoli assurdi in scena alla Camera dei Deputati e dintorni. .
Silvia Marchionini e Diego Brignoli sono due brave persone, serie, credo del tutto oneste e – ascoltandole – mi chiedevo se avrei sentito cose molto diverse nel caso che a duellare ci fossero stati due candidati del centro-destra. Non credo, ma intanto a sinistra si ha il coraggio di almeno tentare il confronto mentre a destra i candidati purtroppo si calano dall’alto dimostrando di non capire l’evolversi del rapporto tra i cittadini e la politica. Di questo ne riparleremo.
Alla fine, comunque, entrambi hanno ripetuto cose giuste quanto ovvie, buoni propositi del tutto condivisibili ma nessuna vera idea di come rilanciare concretamente la nostra città.
Sentirsi dire che la priorità è sistemare i tombini delle strade, ascoltare tutti i cittadini e fare della buona manutenzione è sicuramente giusto, ma non è con questo sprint che si rilancia Verbania.
Non è colpa loro: entrambi (come faranno gli altri candidati) al netto della buona volontà in caso di elezione scopriranno presto la realtà, ovvero che i limiti di bilancio sono feroci, la burocrazia lenta lenta e che le buone idee ed il buonsenso si scontreranno presto con le assurdità di un “sistema” bloccato dall’alto che ha ucciso autonomie e federalismo e che nessun sindaco – se non in minima parte – riuscirà purtroppo a scardinare.
Con i migliori auguri mi chiedo – posto che nessun candidato ha in tasca formule magiche- perchè non si possa però collaborare (e l’ho già scritto altre volte) tra le diverse forze in campo andando al di là del vecchio ed ormai superato scontro tra destra-e sinistra., almeno a livello amministrativo locale.
Io sono stato eletto “contro” la sinistra nel 2009 ma se mi ricandidassi oggi non avrebbe più senso questa mentalità e ciò vale (o dovrebbe valere) anche per lo schieramento contrario.
Certo, ascoltando i due aspiranti sindaco PD, avrei voluto chiedere loro come mai sono stato pesantemente criticato proprio dal PD locale e dalla sinistra in genere in questi ultimi anni pur cercando di fare le stesse cose che i due “duellanti” sostenevano di voler fare l’altra sera…
Loro stessi scopriranno (come tutti i cittadini) che era, è e sarà difficile fare di meglio o di più perché un conto sono le buone intenzioni e un conto è la realtà. Tra l’altro nel 2009 c’erano spazi economici migliori rispetto ad oggi ed i comuni (tutti!) non erano obbligati a torchiare i cittadini con la Tares, la Tassa di Soggiorno, l’IMU, l’addizionale irpef
Ma nella nostra città vige da sempre il sistema del “bastian contrario” tanto che per ogni cosa si trovava e si trova immediatamente qualcuno che inizia la polemica.
Quante ne ho fatte anch’io, sia pur in altre situazioni e in un contesto politico molto diverso!
Vuoi fare feste sul lungolago? Si protesterà per il rumore. Vuoi fare manifestazioni? Si protesterà per la chiusura al traffico. Vuoi fare un senso unico (richiesto dal Quartiere) e voilà nascerà la polemica. Inverti allora il senso unico? Spunteranno subito i contrari. Alla fine (come a Suna) ritorna tutto come prima, con le auto e il traffico nel caos e in terza fila e appena farà caldo vedrete che protesteranno nuovamente i residenti. Lo stesso vale per quei servizi ritenuti necessari (come l’autobus sotto casa) ma che poi purtroppo non usa quasi nessuno.
Su rifletta: nonostante i problemi ed un taglio di oltre 5 milioni di trasferimenti statali, con orgoglio sottolineo che in 4 anni di centro-destra è stato realizzato il posteggio all’ospedale, rifatta l’illuminazione in tantissime vie cittadine, rifatti tutti gli impianti sul lungolago di Intra, sistemato quel disastro dell’ex asilo Besozzi Benioli (a proposito, ma come mai nessun sinistro-verde si è mai indignato per come era stata lasciata quell’area dal miei predecessori?).L’elenco è lungo:dai nuovi parcheggi – debitamente contestati a Intra come a Trobaso – in centro e in periferia da Unchio ad Antoliva, illuminata la strada per Feriolo, sistemate le strade cittadine con un maxi-piano asfalti.
Sull’efficienza amministrativa si prenda a confronto il primo e secondo lotto delle nuove pavimentazioni della zona di San Vittore a Intra: chiunque può giudicare se il lavoro sia stato fatto meglio, risparmiando e più in fretta da noi o dai nostri predecessori.
Ma – ascoltando i candidati del PD – dentro di me montava la rabbia, ma non contro di loro quanto soprattutto con certi miei ex collaboratori incapaci di far capire positivamente alla città quanto eravamo riusciti a fare anche nel “sociale” molto più della sinistra. Dalle addizionali IRPEF modulate per fasce di reddito (con la sinistra prima erano identiche, dal povero al miliardario), ai bonus bebè, alla fascia di benefit con IRES più alta d’Italia o gli sconti IMU per case in affitto o gravate di mutuo, ma anche per le famiglie con anziani ed handicappati in casa. Lo stesso per gli immobili artigianali o commerciali condotti dal proprietario. E chi ha potenziato in modo visibile il servizio pasti a domicilio, il recupero dai supermercati degli alimentari in scadenza, la mensa per “gli ultimi”, il bonus biciclette, +Bus e il battello a 1 euro tra Intra e Pallanza? In 4 anni Verbania è stata per 2 anni la prima città d’Italia per ecosostenibilità ambientale (gli altri 2 anni al secondo posto) , pur con i conti in regola ed è stato uno dei pochi capoluoghi dichiarato “comune virtuoso”.
Certo, l’aumento di dieci centesimi tre anni fa del minimo dei parchimetri suscitò proteste indignate, così come qualsiasi altra nostra iniziativa… Ma, al netto delle polemiche, quante cose concrete si sono fatte? Chissà se verranno mai riconosciute, certo sono state mal pubblicizzate.
Scusate lo sfogo personale e torniamo al punto di partenza: l’IDEA per rilanciare da parte della sinistra a Verbania, dov’è? La chiedo sommessamente a tutti quelli che si candideranno (destra o sinistra) perché diamo per scontato le “buone pratiche” che sono di tutti e da tutti condivisibili, ma come può avere per la nostra città un rilancio turistico, economico, occupazionale senza investimenti adeguati e senza soprattutto avere in testa un tema di rilancio visibile? Pensate alle ironie quando proponevo “Verbania-capitale dei Laghi”, con un marchio da lanciare coinvolgendo tutti e diffondendolo nel mondo, per incentivare investimenti in loco e sbloccare quelli fermi da decenni (Enel, Colonia Motta), per spingere la gente a venire a Verbania. Ricordate gli infiniti e ritardanti tentativi di bloccare il CEM (anche ad Arona adesso vogliono il teatro…)?. Non ci sono riusciti, il CEM ormai va, ma si sono persi mesi e milioni di euro: i danni li facciamo pagare a Zanotti ?
Ed ecco subito una priorità per gli aspiranti-sindaco: anticipare per esempio al massimo le gare di affidamento della gestione del CEM, spingere a fare sinergie tra le realtà culturali locali come voleva il Progetto “Culturiamo”: mi hanno messo in graticola anche per questo, e lo fecero proprio alcuni esponenti del centro-destra troppo miopi per capire, troppo presi dall’intima ostilità e dai complessi di inferiorità contro la sinistra, senza il coraggio di aprirsi al confronto, alla sfida.
D'altronde questo mio progressivamente stare super partes era diventata una caratteristica che dava fastidio, anche se sono ormai anni che sostengo come certi Valori, certe Idee, anche il modo di intendere la Cultura non possono più essere etichettati come “di destra” o “di sinistra”perchè sono valori trasversali, umani, personali e non bisogna avere paura di chiudersi nel confronto con l’avversario pur rispettando con fierezza il proprio passato e tenendo conto che la sinistra purtroppo è di solito egemone sulla stampa, le TV, i media e persino sul web. Concetti che a destra non sempre sono accettate, ma che anche a sinistra trovano spesso ancora troppi paraocchi.
Altre priorità? Nel 2015 ci sarà l’EXPO e provate ad andare in treno da Verbania a Rho su carrozze che fanno schifo e in merito (come su tante altre cose) attendo iniziative dell’on.le Borghi che un anno fa diceva che avrebbe “finalmente” fatto tutto lui. Ho taciuto per un anno, ma lo avete visto o sentito poi far qualcosa di utile per Verbania? Chiedeteglielo, io far fermare il “Cisalpino” a Fondotoce ci ero riuscito..
E allora parliamoci chiaro: la vera “rivoluzione” sarebbe che TUTTI i candidati-sindaco si sedessero intorno a un tavolo e insieme cercassero di stendere un programma unitario per poi evitare di sbranarsi in consiglio comunale. Illusione? Lo so, ma non per questo sarebbe sbagliato.
INCONTRO A TORINO
Venerdi’ 14 febbraio alle ore 21 a TORINO presso la Sala Poli del Centro Studi S. Regis (in Corso Garibaldi 13) terrò una conferenza nel ciclo “13 STORIE in superficie, in profondità” curata dall’associazione Sinapsi. Nel corso della stagione – il mio turno sarà appunto il 14 febbraio – 13 esponenti della politica, della scienza, dell’economia e della tecnica raccontano la propria storia e le proprie esperienze. L’ingresso è libero e per ogni informazione si può contattare info@progettozoran.it oppure entrare sul sito www.ivaldimercuriati.com/sinapsi-1
L’ITALIA AMMAINA BANDIERA ALL’ESTERO, MA GLI STIPENDI…
“Signori, si taglia!” e al Ministero degli Esteri tagliano: via le ambasciate in Honduras, Islanda, all’Unesco e a Santo Domingo. Si chiudono i consolati e sportelli consolari di Tripoli, San Gallo (in Svizzera), Montevideo, Innsbruck, Chambery, Grenoble, Norimberga, Digione, Manchester, Saasbrucken e, con loro, gli Istituti di Cultura italiana a Lione, Lussemburgo, Salonicco, Stoccarda, Wolfsburg, Francoforte, Vancouver, Ankara, Grenoble ed Innsbruck.
Sono solo l’ultima serie di decine di sedi od istituzioni in cui si è ammainata la bandiera italiana. Certo sono cambiate le nostre comunità all’estero (ma non certo diminuiti gli italiani a Santo Domingo, per esempio, sia per il turismo che per i tanti nuovi pensionati residenti in una situazione politica ed ambientale molto difficile) e deprimono il ruolo dell’Italia le chiusure di tanti istituti di Cultura che (con molta politica e quasi sempre proponendo scelte culturali nettamente “a sinistra”) erano comunque una bastione della italianità per la cultura e la lingua con biblioteche, mostre, rassegne cinematografiche.
Se però si chiude è anche giusto sapere quanto sono contemporaneamente gli appannaggi di Ambasciatori, Consiglieri e collaboratori vari che forse la maggior parte degli italiani non sanno.
Chiarezza e non demagogia, leggete l’allegato e fatevi una opinione: forse non ci sono solo i politici a dover essere citati nella categoria di quelli che se la passano bene.
D'altronde anche nel mondo diplomatico non si deve comunque generalizzare perchè ho conosciuto gente che lavora allo spasimo in luoghi pericolosi e che merita il suo stipendio in condizioni anche di pericolo od insicurezza personale. La domanda, però, è quale sia il livello di assistenza complessiva della nostra diplomazia ai connazionali all’estero, emigrati o studenti o anche solo turisti nei luoghi tranquilli O negli scenari di guerra e soprattutto quale sia il livello di assistenza alle imprese italiane nel mondo .
INOLTRE IL RAFFRONTO TRA LA PAGA DEI NOSTRI DIPLOMATICI E QUELLI TEDESCHI E’ IMPRESSIONANTE, COSI’ COME SI PUO’ LEGGERE IN ALLEGATO
Ricordiamoci che l’Italia ”vale” all’estero non tanto per la qualità del vermouth .offerto alla festa del 2 giugno ma per come si fa conoscere in un paese, su un mercato promettente, a tutelare a volte migliaia di nostri emigrati a volte in condizioni di grande disagio. Chiudere continuamente scuole, istituti,associazioni, consolati, così come dimenticare i nostri 2 marò in India : tutto rende l’Italia più povera e certo non la fa guadagnare in credibilità al nostro paese. Soprattutto con i pagamenti NETTI E MENSILI di cui all’allegato…
LA BOLDRINI, BANKITALIA E I 5 STELLE.
Raramente mi sono indignato come domenica sera a “Che tempo che fa” con lo show della presidente della Camera Laura Boldrini che da Fazio – dove le hanno steso un tappeto rosso e mai interrotta nè messa alle strette – ha spiegato perchè ha usato la “tagliola” o “ghigliottina” per bloccare l'opposizione e la discussione in parlamento sul decreto IMU-Bankitalia il che ha poi scatenato la violenza e la nota reazione del M5S.
Come cittadino protesto per le assurdità che la presidente Boldrini ha reiterato in quella trasmissione, senza obiezioni da parte del presentatore: non sono un “grillino” ed anzi spesso li ho criticati, ma non esiste che la presidente della Camera (ed infatti era la prima volta in 70 anni!) blocchi una discussione parlamentare “perchè altrimenti gli italiani avrebbero pagato la seconda rata dell'IMU”.
Cara presidente, questo sono frottole perché se il decreto fosse decaduto il governo – volendo – lo avrebbe reiterato il giorno dopo come già è avvenuto infinite volte in passato. Ma Lei ha bloccato una discussione collegata ad un provvedimento che aveva anche un altro (nascosto) aspetto più importante ovvero LA SCALATA “PRIVATA” ALLA BANCA D’ITALIA che il 99% degli italiani non ha ancora capito o non sa, ma che avrà gravi ripercussioni per il nostra futuro.
La successiva violenza è del tutto censurabile e inqualificabile, ma l’atteggiamento della Presidente è stato scandaloso anche perché, la prossima volta che scadrà un decreto (convertire decreti è l’unica attività di questo parlamento), che farà l’on. Presidente Boldrini? Se stroncherà il dibattito violerà ancora la democrazia, ma se non lo farà (“E’ stato un episodio, non si ripeterà” ha detto da Fazio) allora perché proprio su questo decreto ha creato un pericoloso precedente che MAI, su cose ben più rilevanti, era stato osato da qualsiasi suo predecessore? Nel dilemma intanto i banchieri ringraziano e quelli stranieri ancora di più.
A QUESTO PROPOSITO IMPIEGATE 2 MINUTI A LEGGERE IN ALLEGATO L’INTERVISTA AL PROF. CARLO BORGHI AQUILINI, PROFESSORE DI ECONOMIA ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DI MILANO SUL PROBLEMATICO FUTURO DELL’ORO “PUBBLICO” DEPOSITATO (fino a quando?) IN BANCA D’ITALIA: MI VENGONO I BRIVIDI.
Un appello ai lettori de IL PUNTO.
Scrivo settimanalmente queste righe con impegno, cerco di fare riflettere e di interessare, ma vorrei che queste note andassero ad un numero sempre di maggiore di lettori.
PER FAVORE INVIATEMI QUINDI INDIRIZZI DI PERSONE DI VOSTRA CONOSCENZA CHE POTREBBERO ESSERE INTERESSATI ALLA LETTURA!
E’ un modo concreto per manifestarmi simpatia ricordando che chi vuole cancellarsi in ogni momento ha solo da comunicarlo e la cancellazione poi avviene in modo automatico.
Questa grande “famiglia” de IL PUNTO (composta oggi da circa 16.000 lettori) potrà avere anche un suo peso elettorale e politico – o anche solo di cittadini che vogliono pensare con la propria testa – solo se diventerà sempre più numeroso. Elenchi di indirizzi di colleghi, famigliari, amici, soci di un vostro club: sono tutte idee per per mettere insieme indirizzi. GRAZIE A CHI ASCOLTERA’ QUESTO MIO APPELLO E CI PERMETTERA’ QUINDI DI ESSERE ANCORA PIU’ ATTENTI E VIVACI ma soprattutto testimoni il più possibilmente imparziali del nostro tempo. Grazie della collaborazione!
Per contatti scrivetemi all’indirizzo marco.zacchera@libero.it mentre i numeri arretrati de IL PUNTO sono su www.marcozacchera.it Cerco di rispondere sempre con puntualità ed attenzione!
UN SALUTOA TUTTI !
Marco Zacchera
BANKITALIA/ Borghi: i 100 miliardi che gli italiani rischiano di perdere
Pubblicazione: venerdì 7 febbraio 2014
Un putiferio normativo, un vuoto legislativo, e un rischio da brividi. Nella grande complicazione e confusione del decreto legge del Governo, sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia e mini-Imu, si può notare soprattutto questo pasticcio illogico. Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Cattolica, analizza il decreto e lo definisce sospetto. E non nasconde le sue preoccupazioni. Dice Borghi Aquilini: «Il Movimento 5 Stelle ha fatto una dura lotta contro il decreto che conteneva la rivalutazione delle quote di Bankitalia curiosamente “infilato” nel provvedimento legato all’Imu. Ha fatto bene. Peccato che a giudicare da quanto hanno detto i grillini, temo che non abbiano capito che cosa sia il vero rischio di questa manovra e abbiano pensato che la rivalutazione del capitale di Banca d’Italia a 7,5 miliardi veniva fatta con soldi pubblici che vengono messi in Bankitalia e regalati alle banche. Il problema non sta in questi termini».
In altre parole, per far comprendere la questione, non è che si è staccato un assegno di oltre sette miliardi a favore delle banche?
No, quella è stata una rivalutazione, un’operazione contabile. Anzi le banche ci pagheranno anche le tasse. Il punto non è la rivalutazione fatta sul capitale fissato nel 1936.
Lei ha parlato di illogicità, ha sottolineato l’illogicità del decreto su Bankitalia.
Il problema è lo stato giuridico di Bankitalia. La qualifica di Bankitalia è di ente di diritto pubblico e discende dal R.D. del 1936. Questa qualifica è stata ribadita da alcune sentenze, ma non c’è nessuna legge chiara in proposito. Qui si parla di quotisti, e non di azionisti. Infatti, anche se, sempre più spesso, si parla di azionisti, resta il fatto che non hanno i diritti che normalmente spettano all’assemblea degli azionisti. Non nominano il Governatore di Bankitalia. In definitiva ci si trova di fronte a una bizzarria, a un totale vuoto legislativo.
Nel 2005 fu approvata una legge che imponeva il passaggio allo Stato.
Legge che è rimasta lettera morta e quindi la situazione resta bizzarra. Questo accrocchio mai definitivamente sanato avrebbe dovuto risolversi mettendo Bankitalia anche formalmente come proprietà pubblica. In tutto questo, il governo alla ricerca di soldi, che cosa ti inventa? Fa rivalutare le quote di Bankitalia così fa pagare le tasse sulla plusvalenza. Poi il governo placherà le stesse banche con i dividendi. In altre parole, il governo dice: pagatemi adesso che devo tirare avanti, ma state tranquilli che vi ripago in futuro con i dividendi. E fino a questo punto siamo di fronte a fuffa, robetta.
Ma allora, professor Borghi qual è il problema vero?
Il problema grosso non è quello e (anche se non piccolo) non è nemmeno il regalo quando queste quote saranno rivendute a caro prezzo. La questione vera è se comincio a considerare le quote di Bankitalia come azioni vere, con valore reale. Se i privati ci pagano le tasse, se mettono a bilancio un valore rilevante, non ci troviamo più di fronte a una formalità. Insomma, Bankitalia diventa privata. Parliamoci chiaro: basta un tribunale “amico” che, preso atto della novità, dia ragione ai “proprietari” privati, che magari nel frattempo sono diventati stranieri.
E quindi qui arriviamo al rischio o all’incubo.
Già, stiamo arrivando, perché qui sorge quello che ho chiamato il “problemuccio” dell’oro, tanto per farci capire. L’Italia è il terzo possessore di oro nel mondo. È dato in gestione e deposito alla Banca d’Italia. È oro dello Stato, degli italiani che lo hanno messo come in una cassetta di sicurezza. Il problema è che, anche in questo caso, nel completo vuoto legislativo, non è mai stato ben chiarito a che titolo è stato dato in gestione e deposito. Qui non si tratta più di fuffa e robetta, ma di cento miliardi di euro. Al di fuori dell’oro a Bankitalia rimangono qualche riserva, un po’ di valute straniere e i debiti Target2, che tra l’altro non vuole nessuno.
Allora, professore, non ci faccia stare con il fiato sospeso.
Quindi, il punto, il nocciolo della questione, non è la rivalutazione, ma essere certi che l’oro sia confermato come patrimonio indisponibile e non privatizzato. È chiaro, il punto? C’è una questione ulteriore da sottolineare a tale proposito: il governo ha bocciato gli ordini del giorno, come quello di Fratelli d’Italia, che chiedevano solo di ribadire che l’oro non è di Bankitalia ma nostro, degli italiani.
Quindi se la Bce dovesse “bussare cassa”, se si dovesse ricorrere alla riserve come nel 1992, con una “bruciatura” che abbiamo ancora sulla pelle, ci sarebbero quei 100 miliardi di oro?
Già. Tanto ti dovevo…ci manca pure che dopo averci fregato 50 miliardi di MES ci fregano pure 100 miliardi di oro. A quel punto siamo a posto. Con il rischio privatizzazione e l’oro a disposizione.
(Gianluigi Da Rold)