Vita di clausura, vita militare, e santità 

Gentile direttore, vorrei segnalare ai suoi lettori, perlomeno a quelli interessati a tematiche religiose, che non credo siano pochi, un dibattito sulla vita di clausura che si sta svolgendo sul blog “Come Gesù” del sacerdote e scrittore Mauro Leonardi. Trascrivo l’ultimo breve scambio di vedute tra il sottoscritto e il sacerdote. Don Mauro scrive: «Io penso che la clausura sia una cosa santa perché ci sono molti santi che l'hanno vissuta». Il sottoscritto: «Non credo che la ragione della santità dei santi vissuti in clausura, sia la clausura in sé. Sicuramente sarebbero diventati santi (se santi furono veramente), anche in un convento non di clausura, oppure in qualsiasi altra situazione o ambiente. Stando al tuo ragionamento, potrei dire: “Io credo che la vita militare sia cosa santa perché ci sono diversi santi che l’hanno vissuta”. Ma non è la vita militare in sé che li rese santi (se santi furono veramente). Sicuramente sarebbero diventati santi anche se non fossero stati combattenti. Come la vita militare non è la ragione della loro santità, così la clausura non è la ragione della santità dei santi che l’hanno vissuta». Dopo aver stabilito che la clausura è santa, il sacerdote aggiunge: «Ma chiediamoci perché lo è: così da poter tenere il bambino e buttare l'acqua sporca». Il sottoscritto: “Non dobbiamo chiederci perché è santa, ma se è santa, ché chiudersi fra quattro mura per tutta la vita, non risponde agli insegnamenti di Gesù“.
Renato Pierri

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