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Vomero, quartiere sgarrupato:

scale immobili, strade ed arredo dissestati

“ Come se non bastasse la scomparsa di tanti esercizi commerciali e di punti di aggregazione sociale, ultimo in ordine di tempo il cinema Arcobaleno con la chiusura, oramai definitiva, avvenuta nei giorni scorsi, a rendere ancora più difficile la vita dei residenti del Vomero sono le condizioni disastrose nelle quali oramai versa il popoloso quartiere collinare “. Ancora una volta ha segnalare la gravità della situazione è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione.

“ Sono diversi giorni che la scala mobile in via Morghen è ferma per lavori di riparazione né si sa quando riprenderà a funzionare – afferma Capodanno -. Questi guasti sono così frequenti che la struttura è stata ribattezzata “scala immobile” “.

“ Quando all’arredo urbano – continua Capodanno -, solo per esemplificare, una panchina nell’isola pedonale di via Scarlatti è stata da giorni “imballata” con del nastro bicolore, senza che si provvedesse ad effettuare i lavori di manutenzione necessari per ripristinarla “.

“ Ma l’aspetto più grave – prosegue Capodanno -, che genera ogni giorno pericolose cadute per i pedoni, è lo stato inaccettabile delle carreggiate e dei marciapiedi, per la mancanza dei necessari e tempestivi interventi per il ripristino dei dissesti e delle numerose buche “.

“ Sempre nell’isola pedonale di via Scarlatti si notano molte lastre in pietra lavica rotte, con conseguenti pericolosi dislivelli – puntualizza Capodanno -. Non va meglio in via Luca Giordano, dove, tra l’altro, per una buca determinata dallo scalzamento dei cubetti di porfido della pavimentazione, è stato installato uno strano quanto inutile transennamento dal momento che la buca si trova fuori dall’area delimitata dall’intervento provvisorio “.

“ Girando per il Vomero – ammette scoraggiato Capodanno – avverto ogni giorno di più il grave stato di abbandono nel quale è caduto negli ultimi tempi. Peraltro la gente oramai appare sfiduciata e non protesta neppure più, essendosi presumibilmente convinta dell’incapacità, da parte delle istituzioni preposte, a risolvere in tempi rapidi anche piccoli problemi, come appunto quelli del fermo di una scala mobile o dei dissesti relativi alle strade ed all’arredo urbano “.

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