“Nessuna nuova, buona nuova”. Il detto, saggezza dei popoli, è ben noto nel Bel Paese. Quando, invece, le “novità” ci sono, o sembrano esserci, c’ appare consigliabile tentare d’accertarle. E’ una necessità che riteniamo sostanziale proprio per non trovarci spiazzati, quando dovessimo essere chiamati ad elezioni politiche anticipate. Infatti, se da un lato il quadro delle alleanze di partito sembra sotto tono, è stato proposto, neppure tanto in sordina, il complesso piano delle riforme istituzionali. Forse, potrebbe arrivare anche la fine del “bicameralismo” perfetto. Nel caso così fosse, il ruolo dell’Esecutivo potrebbe essere conforme ad un Potere Legislativo differente nei numeri e nelle finalità. Dopo l’incontro FI/PD, le ipotesi di centro/destra e centro/sinistra sfumano e non marginalmente. Le “scissioni” potrebbero estendersi anche nei confronti di chi non le avrebbe mai volute. Il 2014 s’è presentato come il banco di prova per l’Italia che sarà. Almeno, questo è l’auspicio col quale abbiamo principiato queste riflessioni. Il dettato costituzionale andrà ad essere adeguato alle esigenze di un Paese che intende tornare alla ribalta di un’economia europea a pieno titolo. Dopo la nuova legge elettorale e le elezioni politiche, il Parlamento, snellito nel numero e nelle finalità, potrà legiferare in maniera più rapida e con meno “vincoli”. Se “Destra” e “Sinistra” dovessero, realmente, trovare una via mediana di collaborazione, le “opposizioni” sarebbero tenute a tornare allo scoperto perdendo, da subito, buona parte della loro attendibilità. Del resto, l’attuale quadro politico è in continuo deterioramento e le riforme, quando ci saranno, avranno un effetto decisivo per ridare concretezza ad una rappresentatività che, oggi, non sentiamo più in sintonia con i tempi. Il processo d’innovamento, per ora solo ipotizzato, raggiungerà il cuore del sistema democratico. In pratica il Potere Legislativo. E non è poco. Soprattutto ora che le alleanze di Governo risentono del dialogo tra politici che non ritenevamo fattibile. Almeno nei termini col quale è iniziato. Se si potesse, davvero, trovare un accordo tra chi “era” e chi spera di “essere”, allora, si riuscirebbero ad evitare tante tensioni che, tra l’altro, non hanno giovato alla causa del Paese. La ripartizione tra potere legislativo ed esecutivo si avvierà ad essere riscritta. Altra realtà da non sottovalutare; pure se, a nostro avviso, è da proiettare in tempi non tanto brevi. L’Italia ritroverà una nuova struttura di raffrontarsi a livello politico. La condotta dei partiti che resteranno in “vita”, dopo il voto rinnovato, avranno da assumersi delle specifiche responsabilità. La stessa attività parlamentare sarà riesaminata; anche per il tramonto dei partiti “piccoli” che non avranno più i numeri per tirare avanti. Il tutto in un’ottica che riteniamo corretta nella misura in cui le linee di programma saranno rispettate al varo della XVIII Legislatura. Sempre che la politica degli “ultimi fuochi” non si spenga con la stessa rapidità con la quale s’è “ravvivata”. Insomma, da noi le novità non mancano. Resta da verificare se, dalla teoria, si passerà alla concreta attuazione.
Giorgio Brignola