L’angelo, il Signore, e il “Principio passione” di Mancuso

«Signore mio, la situazione sulla terra è tragica. L’umanità soffre troppo e si lamenta e a patire maggiormente sono le donne e i bambini. Signore mio, su quella disgraziatissima terra ogni otto minuti viene uccisa una donna. Non puoi fare niente, Signore, non puoi fare niente?»
«Fijo mio bello, no, nun posso fa’ propio gnente pe’ ste creature. Gli omini nun so’ burattini che li posso manovrà comme me pare e me piace. Io li attraggo, li attraggo, ma che posso fa’ si loro l’attrazzione nun la sentono? Eppoi, nu so’ più onnipotente, nun hai letto er libbro de Mancuso?”
«Signore mio, su quella disgraziatissima terra ci sono più di undici milioni di bambine schiave… »
«Pòre creature, porelle davvero, me dispiace assai, soffro co’ loro, c’ho er pathos, c’ho la passione… »
«Signore mio, su quella disgraziatissima terra un miliardo di persone nel mondo non hanno abbastanza cibo per nutrirsi»
«Fijo mio bello, è la loggica de passione che er bene deve pe’ forza attraversà pe’ dà frutto in quer monno… è toccata a li debboli, a le donne, a le creaturine, ma che ce posso fa’?»
«Signore mio, su quella disgraziatissima terra milioni di bambini nascono con malformazioni, e alle volte, te lo devo proprio dire Signore mio, gli uomini se la prendono con te »
«Ma non è corpa mia, fijo mio bello, la corpa è der caos, senza caos come po’ nasce la libbertà?»
«Scusa Signore, se mi permetto, ma il caos chi l’ha creato?»
«Sì, sì, a creallo er caos so’ stato io, però… »
Renato Pierri

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