Globalizzazione. I bambini senza tetto di Bucarest dimenticati dall’Europa trovano riparo sottoterra

Molti dei bambini senza tetto di Bucarest girovagano nei canali sotterranei della città per ripararsi dal freddo pungente dell’inverno rumeno, scendendo dai tombini e attraverso le crepe del calcestruzzo.

Dire che la vita laggiù è dura è troppo poco, così com’è noto che la maggior parte di essi siano dipendenti dalle droghe, in particolare dai vapori di vernice Aurolac.

Ovviamente manca l’acqua per lavarsi e molti giorni dell’anno non hanno nulla da mangiare perché soli e senza famiglia.

Su 6.000 senza fissa dimora di Bucarest, circa 1.000 sarebbero bambini.

Una percentuale impressionante, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ricorda anche come gli stati membri dell’UE puntino spesso il dito contro i rumeni, ma poi facciano finta di nulla contro questa vera e propria tragedia umanitaria dimenticata che meriterebbe di essere affrontata anche dalle istituzioni europee nell’ottica di una solidarietà che troppo spesso è carente nell’Europa delle banche e dei banchieri.

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