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ROMA 14 XII 2013 — ASSEMBLEA UDC PER L’ITALIA

ROMA 14 XII 2013 – ASSEMBLEA UDC PER L'ITALIA

(Viale Manzoni)

Abbiamo inaugurato i nuovi gruppi PER L'ITALIA. L'espressione indica una finalità che mi piace. Ci si può aggiungere tutto: per l'Italia civile, generosa, creativa, positiva, con la voglia di riscatto, per l'Italia disposta a lottare come un leone (secondo l'espressione del Capo del Governo Enrico Letta).

Più o meno un anno fa avevamo immaginato di chiamarci Lista per l'Italia, forse qualcuno lo ricorda. Poi abbiamo varato Scelta Civica. Bene, oggi è chiaro chi siamo: POPOLARI PER L'ITALIA.

Siamo per l'Italia, non per noi stessi. Mi piace proprio questa impostazione di partenza.

E' l'Italia per la famiglia, per la democrazia partecipata e vera, per la moderazione e la concreta soluzione dei problemi. Sono felice che iniziamo in questo modo un cammino verso le Elezioni Europee e comunali.

Auguro Buon lavoro agli amici Senatori e Deputati chiedendo loro un supplemento d'impegno. Siete in 32, più o meno quante sono le Circoscrizioni elettorali per la Camera dei Deputati. Giratele tutte, anche senza rispettare le competenze territoriali, una o più volte durante i prossimi 6 mesi rendetevi presenti ed insieme a noi consiglieri regionali, ai sindaci e amministratori comunali e provinciali diamo voce alla nostra identità popolare, sociale, democratica e cristiana.

Permettetemi di aggiungere un elemento non nazionale ad una possibile base di un programma per la nostra nuova realtà politica.

Come UDC già molte volte abbiamo risposto agli appelli da Giovanni Paolo II a Papa Benedetto XVI. Questa volta credo che non possiamo non prendere un'iniziativa politica e culturale forte di fronte all'ultimo invito di Papa Francesco che definisce lo scandalo della fame come una disgrazia da superare immediatamente.

Lo scandalo consiste nel fatto che si può sfamare facilmente il miliardo di donne e di uomini che soffrono per la malnutrizione. Ci sono risorse sufficienti per tutti, anzi ce ne sarebbero in eccesso. La cosa è scientificamente provata oltre che sostenuta, come afferma il Papa, dalla Verità Evangelica dimostrata dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Della serie: quando si vuole si può. Un solo esempio col bene primario dell'acqua. Utilizziamo meno dell'1% dell'acqua potabile del Pianeta senza contare quella salata di mari ed oceani migliaia di volte superiore.

Cina e India sono diventate esportatori di riso e di altri frumenti. La crescita della popolazione mondiale diminuisce ovunque e nel ricco Occidente addirittura siamo in decrescita. C'è una montagna di spreco che può essere eliminata o, comunque, riassorbita nei circuiti della carità e della solidarietà.

Il Papa ci chiede di farci promotori di un'autentica cooperazione con i poveri perchè attraverso i frutti del loro e del nostro lavoro possiamo vivere una vita dignitosa. E' l'invito a non chiuderci nell'egoismo della crisi che genera paura e tirchieria. Ma è anche un invito di valenza economica straordinaria: se riusciamo a cooperare sul piano del lavoro, cioè dell'istruzione, della ricerca, dell'innovazione e della produzione industriale, avremo tutti da guadagnarci. Oggi, per esempio, la Cina più ricca è una concorrente nella produzione dei beni ma anche un immenso mercato di un miliardo di nuovi consumatori: cioè quanto l'Unione Europea più gli USA e la Russia messi insieme. Un altro potenziale miliardo sarà rappresentato presto dagli indiani.

Ma la medesima cosa potrebbe accadere per l'Africa verso la quale, invece di porsi in maniera strumentale come fanno proprio i cinesi, comprando milioni di ettari di terra ad uso agricolo, o le multinazionali di tutto il mondo sfruttando le loro risorse minerarie e petrolifere; se, invece di questo atteggiamento, cercassimo appunto di collaborare e li facessimo crescere in modo equilibrato, potremmo creare un altro immenso mercato di libero scambio. L'aumento della ricchezza in ogni parte della terra aumenta il livello del benessere e della ricchezza per tutti.

Concretamente:

· più fondi per la Cooperazione allo sviluppo, oggi quasi completamente cancellati sia dallo Stato che dalle Regioni;

· apertura delle frontiere dell'istruzione e della cultura universitaria e professionale; facciamo circolare studenti e conoscenze in modo generoso e responsabile;

· recupero dei cibi confezionati nella logica del “Comune libero dai rifiuti” secondo una recente legge approvata dalla mia Regione Marche.

Ma il Papa si rivolge direttamente anche a “tutte le Istituzioni del mondo, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame affinchè questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo.” Abbiamo bisogno di questa scossa, d'investire sul futuro con fiducia, senza confini nazionali, in uno spirito sinceramente universalistico.

Un ruggito che seppellisca i nostri piagnistei e miagolii. Ne abbiamo molto bisogno, noi italiani più degli altri, perchè troppo rannicchiati sui nostri problemi, incapaci di volare alto.

Fra forconi, grida sconsiderate e irresponsabili di tutti gli estremismi populisti, con il livore di chi ha tutto e per questo è preoccupato di perdere qualcosa, fra l'invidia delle sinistre e gli egoismi delle destre, ringrazio Dio perchè il Ruggito dei poveri che si fa voce, come è invocato da Papa Francesco, è il grido più consolante e ricco di speranze di questo Natale.

Luca Marconi

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