La Legge di stabilità che abbiamo approvato alla Camera e che a giorni concluderà il suo cammino al Senato contiene alcuni segnali importanti in direzione del lavoro, della solidarietà sociale e della ripresa economica. Pur dovendo fare i conti con le drammatiche restrizioni finanziarie cui l’Italia deve soggiacere, queste scelte rappresentano probabilmente tutto quanto era possibile fare nelle condizioni date. Nessuno può far finta di non sapere che l’Italia, in sei anni di crisi, ha perduto il 9% del PIL e ha visto aumentare la disoccupazione del 5,5%. Se le previsioni di miglioramento dell’economia avranno un riscontro, si saranno poste le condizioni per una progressiva fuoriuscita dalla crisi e per iniziare a diminuire il carico di sacrifici che da anni pesa sulla condizione sociale degli italiani.
Le politiche per gli italiani all’estero hanno naturalmente risentito della difficile situazione generale. Tuttavia, nel passaggio tra Senato e Camera, alcuni risultati sono stati raggiunti. Al Senato l’iniziativa degli eletti all’estero del PD ha consentito di migliorare le dotazioni finanziarie per le operazioni elettorali di rinnovo dei COMITES, per i corsi di lingua e cultura, per l’assistenza diretta e indiretta, per l’informazione verso gli italiani all’estero. Anche se si tratta di risorse non rilevanti, chi ha ancora nella mente i pesanti tagli degli ultimi anni su queste stesse voci non può che ragionevolmente rallegrarsi del fatto che anziché togliere questa volta si sia aggiunto.
Alla Camera, dove si sono scontrate le innumerevoli richieste per i problemi impellenti che si sono accumulati in questi anni, la nostra iniziativa è riuscita ad acquisire due risultati importanti: l’attribuzione ai Comuni della facoltà di deliberare le agevolazioni fiscali per la casa degli italiani all’estero anche per la TASI, oltre che per l’IMU e la TARI; la destinazione aggiuntiva di 7 milioni di euro in tre anni alle politiche di internazionalizzazione, in particolare delle piccole e medie imprese, una delle esigenze prioritarie del Paese in questo momento di difficoltà, da realizzare attraverso le Camere di commercio all’estero.
Non nascondiamo di avere anche qualche serio motivo di rammarico. La mancata equiparazione alla prima casa dell’abitazione dei cittadini italiani all’estero, conseguenza ancora una volta della mancanza di risorse sufficienti, resta un principio sacrosanto sul piano dell’equità che continueremo a sostenere senza arretramenti e senza rassegnazione. La mancata previsione delle risorse per le detrazioni per carichi di famiglia di chi lavora all’estero ma produce reddito in Italia, inoltre, è un atto di vistosa ingiustizia verso persone che fanno tutto il loro dovere nei confronti del fisco italiano e non si vedono, invece, riconosciuto un loro elementare diritto. Anche su questo piano continueremo a tenere aperta la questione.
Con l’approvazione di questa legge di stabilità da tempi ancora difficili si mette lo Stato in condizioni di agire e di affrontare le prove che non mancheranno, né sul piano economico e sociale né su quello politico. Lo spazio che in questo ancora difficile percorso ci sarà per gli italiani all’estero va conquistato giorno per giorno, con determinazione e unità d’intenti tra tutte le rappresentanze democratiche delle nostre comunità. Noi continueremo a stare in campo e a fare il nostro dovere.
Onn. Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta