«Nell’amministrazione pubblica si entra per concorso. Un conto è aiutare il reddito, altro è speculare sul bisogno altrui con promesse false e bugiarde. In questo, la politica calabrese non ha avuto eguali, soprattutto con gli Lsu e gli Lpu». Lo dice con indignazione la deputata M5S Dalila Nesci, al termine della discussione, nella commissione Bilancio della Camera, di un emendamento sulla categoria. La parlamentare precisa: «L’emendamento approvato in commissione inganna oltre 5 mila calabresi, con una stabilizzazione immaginaria che aumenterà la dipendenza dal potere, frenerà l’iniziativa privata e farà crescere la frammentazione sociale». Continua la parlamentare Cinque Stelle: «La lunga speculazione politica sul precariato ha creato in Calabria sacche di povertà, disperazione e prostrazione, come se le istituzioni potessero oggi dispensare posti di lavoro a piacimento, in cambio del voto. Con i colleghi Paolo Parentela e Federica Dieni avevamo proposto un emendamento Cinque Stelle per assicurare il pagamento degli arretrati a Lsu ed Lpu, ritenuto doveroso, intanto sul piano morale. La solita politica alla calabrese ha invece imposto un suo emendamento ad impatto, che fa credere che prima o poi vi sarà una possibilità, in realtà inesistente, di stabilizzare per sempre Lsu ed Lpu».
Nesci conclude: «Troppo spesso la Calabria ha avuto soldi per un precariato costruito a regola d’arte, senza programmazione e senza una mappatura delle necessità negli enti. Questa visione della politica ha sottratto risorse ai più giovani, a chi ha studiato e alle imprese, facendo passare messaggi pericolosi e aumentando l’emigrazione. Decenni di clientelismo becero, i cui responsabili sono in parte ancora deputati o senatori, hanno creato le basi per la morte della Calabria. Tocca ai politici più giovani invertire la tendenza, con il coraggio di cambiare».
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