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DOVE VA LA SINISTRA ITALIANA?

Il 2014 sarà rammentato come l’anno della fine, ingloriosa, di un sistema politico. In poco tempo, la sinistra italiana, cominciando dal PD, ha dato palesi segni di cedimento ai quali, però, c’eravamo preparati. Anche la nuova “sinistra” dovrà trovare, a parer nostro, un modello di coerenza che tenga conto della concretezza degli uomini che ancora ci credono. Con la fine della vecchia “nomenclatura”, che aveva le sue origini nel secolo scorso, i “nuovi” uomini del PD, che è il partito a “sinistra” per eccellenza, avranno l’arduo compito di rimpiazzare le promesse con i fatti. Dato che “sinistra” non significa più, da tempo, “comunismo”, le prossime consultazioni politiche generali dovrebbero essere la prova decisiva per verificare cosa di nuovo c’è, in realtà, in questa sinistra che non intende più essere “inquinata” con altri partiti più di comodo che di sostanza. Come a scrivere che la “nuova” Sinistra non s’andrà ad identificare in un partito, ma in un complesso, articolato, di proposte che potranno avere l’origine più disparata. Finalmente, saranno le idee a prevalere e non l’arroganza degli uomini. Tramontato il miraggio di una “Grande Sinistra”, che non ha avuto mai il substrato politico per svilupparsi, chi siederà negli scranni alla sinistra del nostro Parlamento non avrà, necessariamente, una sistemazione partitica predefinita. Per dare all’Italia nuove speranze e maggiore affidabilità, ci vogliono uomini con idee non più abbarbicate alle teorie del passato, anche recente, che facevano prevalere il “buono” dal “cattivo” tramite delle alleanze ottenute con una serie di compromessi. Intanto, la Nuova Sinistra s’è resa ben conto che non avrà i numeri per governare il Paese. Dovrà, di conseguenza, cercare alleati per una solida maggioranza parlamentare. Mentre si discute sui contenuti della nuova legge elettorale, la Sinistra sarà nelle condizioni d’iniziare i “sondaggi” per garantire un programma condivisibile dalla maggioranza che potrà essere tale solo con l’apporto dei partiti, strategici, del centro. Sul Movimento 5 Stelle, data la sua evoluzione, preferiamo non prendere posizione alcuna. Né Destra, né Centro, né Sinistra. Il movimento persegue una politica a parte. Fatta di tante parole che, magari, possono far “sognare”. Poi basta. Del resto, la sinistra italiana dovrà raffrontarsi anche con quell’europea che ha origini, e sviluppi, molto diversi dai nostri. Le Elezioni Europee saranno il primo banco di prova del “nuovo” corso della Sinistra italiana. Dato che dietro le sigle ci sono degli uomini, e l’evoluzione del PCI a PD è durata decenni, ci auguriamo che la Sinistra, nel suo complesso totale, non impieghi lo stesso tempo per affrancarsi da un passato che ne ha diversificato, poi, gli obiettivi. Il tutto con una notevole perdita di tempo e d’occasioni. Dove andrà a parare la Sinistra nazionale? L’interrogativo non può avere ancora una risposta univoca per mancanza di postulati che lo consentono. Ogni perplessità andrà a sfumare nel momento propositivo di questa nuova Sinistra alla quale auguriamo ogni successo. Sempre che n’abbia concreto vantaggio il Popolo italiano.

Giorgio Brignola

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