Se ci avessero predetto la situazione che stiamo vivendo, non ci avremmo creduto. Invece, è successo. La normativa di “stabilità” 2014 è caotica e non ancora definita come dovrebbe. Comunque, non salverà l’Italia. Invece, provocherà una catena di proteste, più che giustificate, da parte di chi, invece, avrebbe dovuto essere tutelato. Nella Penisola, i disoccupati sono milioni ed il 40% delle famiglie italiane vive con un reddito insufficiente alla bisogna. Dal 2014, il 13% dei cassintegrati perderà definitivamente le prospettive di un lavoro. Eppure, i sacrifici aumenteranno e l’Italia si collocherà tra gli Stati“peggiori” dell’UE. L’Italia non è un’azienda da“riconvertire”. Sarebbe troppo comodo, anche per i politici più smaliziati. Dato che di svalutazione è inutile scrivere, si dovrà dare spazio ad un’altra “manovra”, che precederà il varo della nuova legge elettorale per le elezioni anticipate del prossimo autunno. Nel frattempo, non mancheranno le “manovrine” correttive per dissanguare i, già magri, bilanci degli italiani. Anche per gli aspiranti pensionati, il 2014 non porterà buone nuove. Le “finestre” per uscire, con dignità, dal mondo produttivo resteranno poche e tirare avanti sempre più difficoltoso. A nostro avviso, ci stiamo avviando verso il “punto”di non ritorno. Insomma, di male in peggio. Mentre il Santo Natale s’avvicina, nelle città riappaiono le luminarie; ma l’aria della più importante Festività Cattolica resta assai apparente. Il consumismo è finito e si torna all’aspetto religioso della Notte della Nascita del Redentore. Non tutti, in ogni caso, andranno a stare peggio. I“ricchi” ci sono ancora; anche se hanno cambiato matrice. Abbiamo un regime fiscale tra i più esosi del mondo ma, se possiamo, continuiamo a spendere. Magari ipotecando, con i prestiti finanziari, il nostro futuro. L’oro non si compra, ma si vende. Altro segnale dei tempi incerti che si sono fatti avanti. Con l’anno nuovo, arriveranno i conguagli energetici e fiscali. Così, almeno il 40% della “tredicesima” risulta già impegnato. Il restante 60% dovrà essere usato con molta oculatezza perché, da gennaio, il Calvario riprenderà il suo percorso in salita. Mentre i “benestanti” preferiscono tenersi a margine di una Società da delirio, il livello di povertà oggettiva continua a salire. Però la solidarietà serve solo per fare notizia. Il benessere, quello che n’è rimasto, non è distribuito in modo sensato. Fare del “bene” lo comprendiamo. Quando, però, ci facciamo del ”male” le angosce, non possiamo più sottacerle. In quest’Italia alla deriva, ci sono poche speranze da condividere. Per le amarezze, i confini si sono patologicamente espansi e sotto gli occhi di tutti; anche dei più “distratti”. Stare in silenzio, forse per pudore, ora è la strategia peggiore.
Giorgio Brignola