La festa celtica di HALLOWEEN e latina di POMONA

La festa celtica di HALLOWEEN e latina di POMONA

Giovanna Canzano

intervista

Giovanni Luigi Manco

31 ottobre 2013

Canzano 1- Come nasce la festa di Halloween?

Manco – La festa celtica del trentuno ottobre “AllHallows’ Eve“, nome abbreviato poi in “Hallows’Even”, quindi “Hallow-e’en” ed infine “Halloween”, è tipicamente europea, dei celti appunto, stanziati nell’attuale Gran Bretagna, Irlanda, Francia e in diverse regioni dell’Italia settentrionale. Il 31 ottobre era per loro l’ultimo del calendario e il giorno seguente, il 1 novembre si festeggiava il nuovo anno: l’anno finiva con il passaggio dalla stagione temperata e luminosa a quella delle tenebre e del freddo”. La notte di Samhain”, simbolicamente il signore Tenebre (del nuovo ciclo stagionale), a mezzanotte, nel momento in cu leggi dello spazio e del tempo si sospendono, prendeva possesso della Terra. In quello stesso magico momento però gli spiriti delle persone morte l’anno precedente potevano tornare sulla terra e vendicarsi dei torti subiti oppure entrare nel corpo di un vivente e sfruttare parassitariamente la sua energia.

Canzano 2- Come si svolgeva la festa, e che ruolo avevano i bambini?

Manco – I bambini andavano di casa in casa raccogliendo legna per formare un enorme falò al centro della cittadina. Quando il falò bruciava, nei villaggi ogni altro fuoco doveva essere spento, per evitare che gli spiriti maligni venissero a soggiornavi. Il rito prevedeva anche lo spegnimento del Fuoco Sacro e la riaccensione di uno nuovo il mattino seguente. Per la sacra cerimonia, i Druidi si incontravano sulla cima di una collina in un’oscura foresta di sacre querce dove offrivano sacrifici di sementi, di animali e si danzava, cantava fino al mattino. Era necessario offrire sacrifici per placare per ossequiare la divinità, ma anche mascherarsi “terribilmente” per spaventare gli spiriti vaganti, indossando le pelli degli animali uccisi durante i sacrifici. Vestiti con queste maschere grottesche i Druidi ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Quindi gli antichi sacerdoti portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico. Lo spegnimento del fuoco, simboleggiava l’inizio del ciclo oscuro, la sua riaccensione il ritorno della luce, il ripetersi del ciclico del tempo, l’eterno ritorno.

Canzano 3- Cosa significava la festa per la tradizione celtica?

Manco – Nella tradizione celtica non esistono né diavoli, né demoni, ma spiriti femminili della natura, fate che, nella notte di Samihain facevano “scherzetti“ , facevando perdere a qualcuno l’orientamento (probabile allusioni alle ubriacature). Per guadagnarsi il loro favore si lasciava cibo o latte sui gradini delle case.

Canzano 4- Cosa significa “Scherzetto o dolcetto”?

Manco – Il “trick or treat” (“Scherzetto o dolcetto”) risale al periodo in cui i primi cristiani, vagando da un villaggio all’altro, elemosinavano un “dolce dell’anima”, vale a dire un tocco di pane. Tanti “dolci dell’anima” tante preghiere per i defunti della generosa famiglia.

Canzano 5- A Roma invece si celebrava il culto di Pomona, c’e ne può parlare?

Manco – Un rito stagionale celebrato anche dai romani con il culto di Pomona, divinità dei frutti e dei giardini, con offerte varie (soprattutto mele) per propiziare la fertilità futura. Quando durante il primo secolo i Romani invasero la Bretagna, vennero a contatto con le celebrazioni celtiche e, con il passare dei secoli il culto di Samhain e di Pomona si unificarono: i sacrifici furono abbandonati lasciando al loro posto l’offerta di effigi da bruciare, mentre l’usanza di mascherarsi da fantasmi divenne parte integrante del cerimoniale. Una tradizione profondamente radicata che il cristianesimo non riuscì a scalfire per cui Papa Gregorio, nell’835, spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 Maggio al 1° Novembre. Non riuscendo tuttavia a sradicare la festa, aggiunse, nel X° secolo, il Giorno dei Morti da ricordare il 2 novembre. Il rito celtico del Fuoco Sacro, il GuyFawkesDay, in Inghilterra non è comunque mai venuto meno.

Canzano 6- Come nasce la tradizione di utilizzare le zucche?

Manco – La tradizione di trasformare zucche in lanterne, le jack-o-lantern, deriva da una leggenda irlandese, fiorita dopo la conversione al cristianesimo, quindi nel tempo degli angeli e dei diavoli.

Un vecchio ubriacone tornava a casa nella notte di AllHallowsEve, con il fegato allo strem, per cui lo sorprende un attacco di cirrosi epatica. Un diavolo cerca di prendergli l’anima. Gli dice l’ubriacone: “Senta, signor Diavolo, non potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all’estremità di quel ramo? Le sarei grato per tutta la vita…”. Il Diavolo salì sulle spalle di Jack per afferrare il pomo ma nel frattempo il furbo ubriacone incide una croce sul tronco dell’albero una croce, così che il Diavolo non riuscì a scendere, rimanendo appeso al ramo. Nel tentativo di impietosire Jack, il Diavolo gli promise di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma Jack rilanciò: “Se la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima”. Il Diavolo accettò, ma il fegato di Jack non tenne conto di questi accordi e un anno dopo spirò. Si trovò alle porte dell’Inferno, ma il Diavolo gli sbarrò la strada. “Una promessa è una promessa”, disse furibondo, “pertanto, caro il mio Jack, vattene da qui: io non ti voglio.” Jack si guardò indietro, e vide solo buio, sulla via che avrebbe dovuto ricondurlo a casa. “Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?” Questi prese allora un tizzone infuocato e glielo lanciò. Jack intagliò una grossa rapa e ci mise dentro il carbone incandescente, per farsi strada. Nella notte di Halloween, si dice, che, si vede sempre una fiammella che vaga nell’oscurità: la lanterna di Jack O’Lantern.

Quando poi nella metà del XIX secolo, costretti dalla carestia, molti irlandesi lasciarono la loro terra per l’America, non trovando nel nuovo continente, rape sufficientemente grosse da intagliare, rimediarono con le zucche.

www.giovannacanzano.it

g.canzano@giovannacanzano.it

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