(La mala-metabolizzazione politica fra Letta ed Alfano)
Qualche settimana fa, proprio su questo quotidiano, mi sono prodotto in una performance in chiave…psicanalista, anziché politica a tutto tondo. Dissi, ed oggi ne abbiamo conferma in quasi tutti i quotidiani, che la dicotomia Letta-Alfano, vista insieme negli scranni di Montecitorio, lasciava e lascia intravvedere anche ad un ipovedente, che i due fanno di necessità virtù: l’uno, Letta, per evitare lo sfascio delle “larghe intese”, l’altro, Alfano, perché costerebbe fatica , denaro e prestigio dover schiodarsi da una poltrona che difficilmente potrebbe riproporsi, a seguito della baraonda in essere nella fila Pdl, ora .FI, se non vado errato.
L’anamnesi psicoanalitica da me fatta traeva lo spunto dalla seguente sintomatologia.
Alfano, quasi sempre, quando parla Letta, mostra una evidente sofferenza guardando dal lato opposto (come da foto) e sembra dover metabolizzare a fatica tossine di ogni tipo per poter restare in una posizione che, senza dubbio alcuno, lo rode dentro al solo pensiero di dover accettare (per lo scranno, ovviamente) ciò che Berlusconi and co. fingono di digerire, ma non digeriscono affatto.
Ora, a furia di inghiottire bocconi contro volontà e finalizzati alla poltrona, Alfano ha fatto fare indigestione di tossine anche ai suoi compagni di “partito”, tant’è che Berlusconi, questa volta politicamente sincero, si è prodotto in un colpo di reni per dire : “Qui, comando io”, umiliando Alfano e la sua poltrona.
Del resto, e chiudo sempre in chiave psicanalitica, come fa ora Angelino Alfano a volere che si segua il regolamento del senato per quanto attiene al voto segreto sul caso “decaduta Berlusconi” se, al 20 giugno 2012, voleva il voto palese per il caso Lusi ? Ivi compresi anche i suoi compari di partito come Quagliariello, Gasparri e diversi altri che non ricordo ? Allora essi dicevano, come ho sempre sostenuto io e continuo a sostenere che, i fautori del garantismo, devono avere sempre il coraggio di affermarlo a viso aperto.
Non sarà per questo che, quando Letta parla, il suo vice guarda dall’altra parte per difficoltà riconducibili ad una mala-metabolizzazione del subconscio ? Come, sia pur in maniera diversa e per motivazioni diverse, cerca di fare, facendo finta di niente, l’attuale capo del governo ?
“Accà a nisciuno è fesso”, si dice a Napoli, e “gnanca mona” si direbbe a Venezia, mia città natale.
ARNALDO DE PORTI.