Iran resistenza: Appello per la librazione dei 7 ostaggi iraniani

Lo spietato genocidio al campo Ashraf avvenuto il 1° settembre ha scioccato ogni libera coscienza. Le forze di sicurezza irachene, penetrate nel campo con la chiara intenzione di sterminare tutti i 100 residenti di Ashraf, ne hanno barbaramente ucciso 52 e lo stesso giorno hanno rapito e preso in ostaggio 7 residenti, sei donne e un uomo. Questi, secondo recenti notizie, si trovano nel carcere al-Huot nella zona aeroportuale di Baghdad e rischiano seriamente di essere estradati in Iran e consegnati al regime iraniano dove subiranno le più atroci torture e la morte. I 7 rifugiati iraniani nelle mani delle forze irachene sotto continui interrogatori subiscono fortissime pressioni sia fisiche che psicologiche.
L’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati nel suo comunicato del 13 settembre ha dichiarato che: Secondo notizie ricevute all’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, il 1° settembre risultano scomparsi 7 residenti del campo Ashraf che sono trattenuti in una località in Iraq e sono in pericolo di essere estradati in Iran. Tutti i 7 sono chiedenti asilo e l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati spera di avere l’occasione di intervistarli.
Noi chiediamo l’intervento urgente del Governo italiano nelle sedi opportune, presso il governo iracheno che tiene in ostaggio i 7 rifugiati e presso il governo statunitense che è responsabile della sicurezza dei membri della Resistenza in Iraq.
Al fine di evitare che tali sette persone possano morire in condizioni di detenzione in Iraq, o essere estradati al regime che li considera ‘nemici di Dio’ e quindi automaticamente condannati a morte, chiediamo al nostro governo di esaminare la possibilità che l’Italia, attenta alla protezione dei diritti umani e al rispetto del diritto internazionale, conceda loro l’asilo politico con un provvedimento straordinario, che riteniamo giustificato dall’estrema gravità e urgenza del caso.
Chiediamo anche al nostro Governo di intervenire presso le Nazioni Unite affinché stabilisca una forza per la protezione 24 ore su 24 dei residenti del Camp Liberty in Iraq. Ricordiamo che tutti i residenti di Liberty sono “persone protette” e la comunità internazionale ha il dovere di tutelarli.

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