Su Tares e Trise, l’attuale e futura tassa sui rifiuti e servizi indivisibili, la deputata calabrese Dalila Nesci, del Movimento Cinque Stelle, vuole vederci chiaro. «Soprattutto – spiega – per una regione come la Calabria, commissariata per 16 anni a causa dell’emergenza rifiuti ma ancora allo sbando totale, benché lo Stato abbia speso più di un miliardo di euro».
Per andare in fondo alla questione, la parlamentare ha depositato stamani una lunga interrogazione sulla Tares, di cui i cittadini stanno iniziando a pagare le rate. Sottolinea la deputata Cinque Stelle: «Il punto diabolico è nella legge, la quale prevede che con la Tares i comuni coprano il 100% del costo dello smaltimento. È una cosa pazzesca, i cittadini dovranno cacciare sempre più soldi, per colpa di scelte perverse della politica, piegata alle lobby europee». Nesci precisa: «L’inganno sta nel fatto che lo Stato sta versando 90 miliardi di euro per la stabilizzazione finanziaria imposta dall’Europa. Ciò significa che davvero non ha più un centesimo, per cui chiede ai comuni di pagare tutto, aumentando vertiginosamente i tributi locali». Continua la parlamentare: «Per causa di questo sistema di prestiti, che nessuno sa se e come rientreranno, lo Stato non ha più risorse per la spazzatura e fra poco manco per gli stipendi pubblici». Conclude Nesci: «Al presidente del Consiglio Letta e al ministro dell’Economia Saccomanni ho chiesto risposte precise. Fino a quando credono che possiamo campare così? Vogliono addossare ai calabresi la responsabilità degli sprechi del commissariamento o ritengono di dover rivedere la Tares e la futura Trise, sulla base della realtà? Oggi le persone non ha più nemmeno le lacrime per piangere».