Una lettera che sposa perfettamente il mio pensiero
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Una lettera che sposa perfettamente il mio pensiero
Oggi ho ricevuto una lettera, sotto riportata, che sposa perfettamente il mio pensiero e che vi prego di leggere attentamente perché ne vale veramente la pena. Non è la missiva di un uomo qualunque ma del segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.PP., una persona che conosce bene la realtà carceraria e che ha voluto rappresentarmi le istanze degli operatori del settore. Sono d’accordo con lui, l’amnistia e l’indulto non risolvono un problema strutturale, come quello del sovraffollamento delle carceri, né le conseguenti condizioni inumane in cui vivono i detenuti e in cui lavora la polizia penitenziaria.
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Lettera aperta al Capo dello Stato
“Egregio Presidente della Repubblica, sono d’accordo con Lei: la situazione carceraria italiana è disperata. Ribadisco, inoltre, di essere convinto che il suo richiamo all’indulto e all’amnistia abbia motivi nobili e non sia uno strumento volto a trovare una scappatoia per Berlusconi. Sapevo, però, che il suo intervento sarebbe stato strumentalizzato e tirato per la giacchetta, al fine di far rientrare dalla finestra chi è stato sbattuto fuori dalla porta (Berlusconi, appunto!). Mi riferisco a quanti vorrebbero che i provvedimenti di clemenza da Lei invocati venissero applicati anche al condannato in via definitiva per frode fiscale, Silvio Berlusconi, assicurandogli così, ancora una volta, l’impunità. A dirlo, da ultimo, è stato questa mattina, addirittura, il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, che ha affermato che l’amnistia deve valere anche per Berlusconi.