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Iran: 471 esecuzioni registrate da parte del regime dei mullah dall’inizio del 2013 alla Giornata Internazionale contro la Pena di Morte

231 esecuzioni, fra le quali 10 di donne, dopo le elezioni presidenziali
Si inganna la comunità internazionale e si giustificano commercio e accondiscendenza sventolando il mito della temperanza e della moderazione del regime
Dall’inizio del 2013 al 10 ottobre, Giornata Internazionale contro la Pena di Morte, sono state registrate 471 esecuzioni di detenuti da parte di boia del regime dei mullah, 231 delle quali (incluse quelle di 10 donne) dopo le elezioni presidenziali farsa del 14 giugno. Questo è avvenuto mente le informazioni su molte altre esecuzioni non escono dalle prigioni. Alcune vittime erano giovani di meno di 18 anni al momento della commissione dei crimini loro imputati. Per decreto degli sgherri giudiziari del regime, alcuni dei giustiziati avevano ricevuto decine di frustate poche ore prima dell’esecuzione.
In molte città, i detenuti sono stati impiccati in pubblico per diffondere orrore e terrore. Esecuzioni pubbliche sono avvenute a Noshahr, Babol, Ghaemshahr, Tonekabon, Shiraz, Jahrom, Fassa, Ahwaz, Dehdasht, Hendijan, Shahr-e Kord, Ilam e Karaj. Molte esecuzioni sono state collettive, di gruppi fra i 10 e i 20 detenuti. I media di Stato hanno pubblicizzato ampiamente orribili immagini di tali esecuzioni per generare ulteriore terrore.
Gli esempi sconvolgenti delle esecuzioni pubbliche di due prigionieri di 20 e 23 anni, rei del furto di meno di 35 euro, di tre giovani che avevano rispettivamente 12, 15 e 17 anni al momento del loro arresto, dell’impiccagione della salma di un uomo di 28 anni, con il corpo ferito e insanguinato, che si era ucciso poche ore prima dell’esecuzione nella prigione di Bandar Abbas, e dell’impiccagione del corpo di un detenuto di 23 anni che era morto di attacco cardiaco nella prigione di Zahedan mostrano ancora una volta la natura anti-umana dei criminali che non hanno risparmiato al popolo iraniano alcuna atrocità e barbarie durante i loro 35 anni di regno.
Intanto, nella sola prigione di Ghezel Hessar 3.000 detenuti sono nel braccio della morte. Per facilitare le impiccagioni collettive, il regime clericale ha allestito lì una struttura per l’esecuzione simultanea di 24 persone e impicca senza pubblicizzarlo numerosi detenuti ogni settimana.
Il ciclo di atrocità e terrore del regime dei mullah, oltre alle esecuzioni arbitrarie, comprende pene medievali come amputazione delle mani, accecamento e taglio delle orecchie. Sei sentenze di amputazione di mani a Shiraz, quattro sentenze di lapidazione (per due donne e due uomini) a Tabriz e un decreto di asportazione di un occhio e taglio di un orecchio a un operaio detenuto a Tehran sono altri esempi delle recenti atrocità del regime al potere in Iran.
La signora Maryam Rajavi, Presidente-eletta della Resistenza Iraniana, nel riaffermare la necessità di presentare il rapporto sulle violazioni sistematiche e barbariche dei diritti umani in Iran al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha dichiarato: “La tendenza in aumento delle esecuzioni in Iran dimostra che lo sventolare temperanza e moderazione da parte della dittatura religiosa al potere in Iran non ha altro obiettivo che ingannare la comunità internazionale e giustificare il commercio e l’accondiscendenza con questo regime medievale”. La signora Rajavi ha aggiunto: “Mentre con vuoti gesti a New York il regime aspira alla rimozione delle sanzioni, con l’aumento delle esecuzioni, l’attuazione del massacro ad Ashraf per mezzo del governo di Maliki in Iraq, le stragi spietate in Siria, l’esportazione crescente di fondamentalismo e terrorismo e l’accelerazione del progetto di armamento nucleare il regime stesso tenta di scongiurare il furore popolare e la propria inevitabile caduta.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran
10 ottobre 2013
Mahmoud Hakamian

www.ncr-iran.org/it

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