La Legislatura è salva. Almeno per adesso. Nonostante le, troppe, polemiche di corridoio, questa sembra essere stata l’unica via politica per evitare il caos; soprattutto quello socio/economico. Questo 2013, che s’avvia ad un tramonto inglorioso, è stato il più complesso del Nuovo Millennio. Del resto, non si sono realizzate le premesse per ipotizzare una “nuova” Italia e differenti strategie per risollevarci dal pantano nel quale ci hanno fatto cadere. E’ dal 2010 che l’involuzione s’è fatta più percettibile. Ora ha raggiunto l’acme. Per tornare alla normalità, però, ci vorrà tempo. Forse di più di quello che sarà concesso a Letta. Nel primo semestre del prossimo anno, potrebbe determinarsi la svolta. Con una nuova legge elettorale e con qualche “aggiustamento” sotto il profilo costituzionale. Data l’emergenza, non riteniamo che saranno commessi passi “falsi”. Le carte sono state distribuite ed il gioco resterà in mano ad una Coalizione dalle larghe intese e con un programma economico che richiederà progressivi aggiustamenti. Quindi, l’inverno vedrà un quadro politico in sostanza quasi identico a quello d’inizio legislatura. Non prevediamo rinnovamento negli uomini di partito, né negli accordi di programma. Intorno al Presidente del Consiglio si muove una maggioranza, tanto atipica, da mettere in ombra un’opposizione sempre meno “silenziosa”. Tutto il sistema orbita intorno ad una Legislatura che, nata per necessità, continua a “vivere” con la stessa motivazione. Lo “strappo” non c’è stato. Almeno nei termini e nei modi prevedibili. Quando, però, gli “imprevisti” giocano a favore di una realtà nazionale che ha bisogno di certezze, ben vengano. Allontanato lo spettro d’elezioni politiche imminenti, i partiti di governo, ma anche d’opposizione, dovranno far bene la loro parte. Per la verità, non crediamo ad una via “comune”, ma riteniamo ragionevole continuare per la strada meno impervia. Il tempo delle critiche, tanto per farsi sentire, è finito. Le “anomalie”, ormai, fanno parte di una realtà che il Paese ha iniziato ad aggregare senza reazioni di rigetto che, tra l’altro, non avrebbero costrutto per nessuno. La fiducia incassata dal Presidente Letta è stata ampia e, tutto considerato, saggiamente ponderata. In un’Italia alle corde, il Potere Esecutivo non è nelle condizioni di far la “conta” sui vinti o sui vincitori. Al punto in cui siamo è meglio attivarsi per modificare, certamente in meglio, un sistema che è invecchiato e che, ora, non è più in grado d’andare avanti ancora per lungo tempo. Adesso c’è da ridare fiducia al Paese. Non basta garantire la governabilità. C’è una “ripresa” da riattivare; dentro e fuori i confini nazionali. Dato che non sono prevedibili altre cobelligeranze, teniamoci quella che abbiamo. Quanto potrà durare la XVII Legislatura? L’interrogativo è più che una sfida; anche se non è prevista nessuna risposta. Però, meglio non dimenticarlo, con le alchimie della politica, tutto resta possibile; compresi gli interrogativi ancora irrisolti.
Giorgio Brignola