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IL PUNTO n. 461

MASSACRO A LAMPEDUSA

Cominciamo con l’evitare le solite frasi di più o meno sincero cordoglio e a volte di vera ipocrisia e se chi legge ha veramente a cuore il problema offra intanto alla Caritas della sua città l’equivalente di almeno un’ora di lavoro al mese. Un piccolo segno concreto di solidarietà, perché se a Lampedusa c’è emergenza la stessa emergenza si vive da mesi in tutta Italia per migliaia di situazioni disperate di italiani e di immigrati che non ce la fanno più ad andare avanti. L’aiuto della Caritas (e indico questa specifica organizzazione perché la conosco bene ed è attiva in tutta Italia) è prezioso in un quadro di onestà e serietà. Meglio ancora che questo aiuto sia continuativo e se chi legge ha un po’ di tempo lo dedichi ad una collaborazione diretta con questa o qualche altra associazione simile: ne uscirà arricchito prima di tutto a livello intimo e personale.

Fatto questo o qualcosa di analogo (perché chi non lo fa non ha il diritto di disquisire) affrontiamo ancora una volta il problema della immigrazione clandestina senza ipocrisie e ricordando che i vivi e i morti che cercano di raggiungere il nostro paese dal Canale di Sicilia sono solo una minima parte dei disperati che ogni giorno si indirizzano verso l’Europa e l’Italia.

In buona sostanza – dato per scontato l’aiuto immediato e di emergenza verso tutti che è comunque assolutamente doveroso- come Italia e come Europa dobbiamo prendere una decisione senza ipocrisie: accettiamo o contrastiamo l’immigrazione clandestina? Se la accettiamo senza regole la strada è fatalmente verso un “liberi tutti” e allora ci si muova nella strategia dell’accoglienza con investimenti opportuni ed indispensabili (e qui l’Europa ha molte responsabilità), se invece non si vuole accettare questo fenomeno allora si deve contrastarlo sul serio.

Nel primo caso si deve investire in centri di accoglienza ed identificazione ma bisogna anche avere consapevolezza che se oggi si accolgono 1000 persone domani saranno 2000 e poi 10.000 perché in Africa, in Medio Oriente, in Asia ci sono decine di milioni di persone in condizioni disperate e buona parte di loro vorrebbero venire in Europa perché sperano di stare meglio ed è profondamente umana questa speranza e questa necessità. Siamo pronti, li accettiamo, li aiutiamo? Se passa il tam-tam “se arriviamo lì siamo a posto” il traffico aumenterà, rendiamocene conto.

Per 155 naufraghi che ora saranno accolti a Roma il sindaco Marino va sui giornali e si guadagna l’applauso, ma quanti migliaia di senzatetto ha già la capitale e chi accoglierà quelli che arriveranno domani? Oltretutto già oggi non si riesce a respingere l’immigrato clandestino al proprio paese perché neppure lo si conosce e quindi questa gente diventa immigrata clandestina cronica con detenzione in “centri” che spesso sono autentici lager da cui pian piano però si “filtra” di fatto fuori, di solito per uscire dall’Italia verso il nord Europa. Numeri, non opinioni: l’anno scorso sono stati effettivamente accompagnati alla frontiera (e magari sono rientrati due ore dopo) 4.014 stranieri, meno dell’1% di quelli stimati (per difetto) essere oggi in Italia: solo in questo dato è contenuto il fallimento della “Bossi-Fini” ma anche di tutte le norme che l’hanno preceduta.

Una volta di più c’è una ipocrisia spaventosa a cavillare per chi vuole entrare in regola (e allora la burocrazia è infinita) e chi lo fa clandestinamente e verso il quale di fatto poi “si chiude un occhio” ma che se non va a nord entra in un circuito di clandestinità dove altri sfruttatori lo sfrutteranno..

Allora accogliamo tutti ? E’ una alta e nobile concezione etica e morale soprattutto per chi sfugge da teatri di guerra, ma allora accettiamone le conseguenze con milioni di arrivi potenziali.

Forse – in entrambi i cosi – l’Italia e l’Europa dovrebbero intanto essere più presenti non solo e non tanto a Lampedusa ma sulle opposte coste del mediterraneo. Gli scafisti albanesi – ricordiamocelo – hanno sospeso il “lavoro” quando i gommoni sono stati distrutti a terra e mitragliati (vuoti!) dai nostri militari e il traffico non “rendeva” più perchè era diventato troppo pericoloso. Questo NON avviene in Mediterraneo là dove le autorità libiche (ma anche tunisine ed egiziane) di fatto non esistono più o sono nelle mani della mafia che è attenta registra del traffico. Gheddafi mi stava antipatico, ma l’intesa con l’Italia che ci ha permesso (come in Albania) di creare pattugliamenti misti nelle stesse acque territoriali libiche ha fermato alla partenza per mesi migliaia di immigrati. Se l’Europa volesse veramente bloccare almeno questo flusso migratorio con i droni (gli aerei-spia senza pilota) è possibile controllare e impedire ogni partenza intercettandola appena prende il mare, non al capolinea. Se lo si vuole fare lo si può, ma bisogna volerlo e fornire ovviamente assistenza alla partenza per convincere i migranti a non partire, magari ampliando gli spazi di una immigrazione controllata. La cosa più assurda è comunque di dare l’impressione di essere leoni (a parole) ma gattini nella pratica, come sta facendo l’Italia ovvero minacciare espulsioni formali e poi non applicarle quasi mai.

Servirebbe anche un chiarimento europeo: cosa vuol fare l’Europa per tutelare le sue frontiere? Non è vero che non stia contribuendo, ma come vengono spesi questi fondi – comunque insufficienti – è un mezzo mistero visto che servono per molti “fronti” dalle Canarie a Gibilterra alla Sicilia. Mai come ora servirebbe comunque una legislazione comune europea che purtroppo non esiste.

Un aspetto infine sugli scafisti, che regolarmente “spariscono” e la fanno franca dopo aver taglieggiato la miseria. Possibile che non sia possibile varare intanto una legge di inasprimento ossessivo delle pene affinchè i nuovi mercanti di schiavi – se finalmente presi (ma bisogna volerlo fare) restino a marcire a vita in una cella? E non solo i marinai dei barconi ma soprattutto le menti, la “cupola”, chi ci guadagna. Solo una volta ho sentito che era stato arrestato un boss del traffico: come mai? Oppure si abbia il coraggio di distruggere i barconi (vuoti) alla fonda sulle coste libiche: senza barche non si traversa e solo così meno persone – persone come me e come te, con gli stessi diritti e dignità – finiranno in fondo al mare. Il caso Albania dovrebbe pur aver insegnare qualcosa…

IL RE NUDO ….

“Ah, se Fini avesse aspettato…” “ Se Berlusconi invece…” La vita e la storia non si giudicano mai con i “se” ma certo vedendo le brutte figure collezionate dal Cavaliere in questi giorni confermo nella mia impressione che si sia circondato da persone davvero di basso profilo.

Peccato per questa fine ingloriosa, che in buona parte Berlusconi si è andata a cercare e che segna la vittoria di una certa Magistratura che alla fine ce l’ha fatta ad abbattere l’unico che l’aveva attaccata fon fermezza. Come uno scomodo ingombro del passato in pochi giorni il Cavaliere sembra già un reduce, una cosa vissuta e da mettere velocemente da parte mentre fremono i nuovi leaders del PDL e del PD che hanno in comune una forte radice democristiana giustificata dall’eccezionalità della crisi e dei tempi.

Rileggo le riflessioni de IL PUNTO delle ultime settimane – puntualmente confermate dai fatti – e non ritenendomi né uno stratega né un genio mi chiedo però come mai il buonsenso sia diventata merce così rara. Che cosa ci ha guadagnato Berlusconi a non dimettersi tre settimane fa? Che faranno ora gli ex colleghi deputati PDL tutti corsi a dimettersi (per finta) solo otto giorni fa? Non credo saranno coerenti e velocemente la polvere si depositerà sulle loro missive che però non depongono a favore di chi poche ore dopo il baciamano si affrettava già a smentire il padre-padrone. Onore ai pochi che dissentivano e una pernacchia a chi in poche ore ha fatto il consueto dietrofront annusando e fiutando il vento, in un vezzo di viltà tutta italiana.

Non c’è dubbio che il futuro si chiami “grande intese” perché è la cosa più ragionevole, ma non sempre quanto è più logico od obbligato scalda il cuore.

D'altronde tutto intorno alla “grande intesa” sembra politicamente evaporare: la Lega che si è spenta, una Destra che non c’è più, un Movimento 5 Stelle volgare e demagogo: come non sperare che siano i Letta, i Lupi, i Mauro a toglierci dai guai? Comunione e Liberazione forever, finchè non pesteranno i piedi a qualche Magistrato.

Resta l’amarezza di vedere in giro tante macerie politiche e morali. L’IVA è al 22% e la questione è già digerita, per l’IMU si vedrà ma la maschereranno – più cara – da “Service Tax” perché in inglese fa comunque più fino. Bene o male si andrà avanti sperando che una ripresina riscaldi il morale e tra le strizzate d’occhio dell’informazione e dei media che le “larghe intese” le ha costruite come stato di necessità e d'altronde sono viste con favore da tutto il mondo produttivo che cerca solo di salvare la barca ed ha bisogno di stabilità. .

Riforme serie, radicali, tagli robusti della spesa pubblica, legge elettorale, riforma della costituzione? Si vedrà, forse, con calma, passo passo, intanto “ il potere logora chi non ce l’ha” diceva Andreotti e nell’autunno incipiente in Italia è passato di mano. “Cavaliere, chi?” si dirà tra qualche tempo: era un re nudo ma la folla osannava, poi l’hanno visto gli occhi di un bambino…

E A DESTRA ?

L’uscita di scena di Berlusconi ripropone la questione di una rappresentanza della destra politica che era per ora in qualche modo fagocitata dal Cavaliere. Che si fa? Si continua ad essere polverizzati in gruppuscoli o ci si vuole finalmente riunire? Si ripropongono i “Colonnelli” o una nuova generazione? Di fatto “Fratelli d’Italia” diventa un contenitore politico di diverse “anime”? C’è spazio – soprattutto – per una destra in Italia o il nostro futuro è nel Partito Popolare Europeo e la “destra” oggi sono Alfano e compagnia? Quando si avrà il coraggio di trovarsi intorno ad un tavolo e discuterne più a fondo senza la sindrome della “Combattenti e reduci”? Il mezzo o il luogo volendo c’è già e si chiama “Fondazione Alleanza Nazionale”, se finalmente la si volesse e la si potesse far funzionare…

LICIA COSSETTO

E’ mancata improvvisamente stamattina LICIA COSSETTO, 90 anni, sorella di Norma – medaglia d’oro al valor civile, trucidata in Istria dai partigiani comunisti di Tito – proprio mentre da Gemme si recava a Trieste per ricordare i Martiri delle Foibe e in particolare sua sorella uccisa proprio il 5 ottobre 1943, esattamente 70 anni fa. Scompare con Lei una testimone importante e scomoda, con la sua lucida memoria, di fatti ormai persi nel tempo, ma che non saranno dimenticati da quei pochi che ancora ricordano ed onorano il sacrificio degli italiani di quelle terre. IN ALLEGATO VI PROPONGO UNA SUA RECENTE INTERVISTA RILASCIATA A CHI SCRIVE E A MARIA CANALE, AUTRICE DEL VOLUME “DALLE FOIBE AL GIORNO DEL RICORDO”: chi volesse leggere il volume della prof.ssa Maria Canale può richiedermelo via mail, penso sia molto interessante.

Buona settimana a tutti Marco Zacchera

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L'ALLEGATO: INTERVISTA A LICIA COSSETTO (dicembre 2012)

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Incontrare Licia Cossetto nella sua casa di Ghemme è ritrovare una persona anziana ma distinta, lucida, attenta. In un appartamento pieno di ricordi in ogni momento il pensiero corre alla sua terra di origine, l’Istria, dove visse gli anni della sua giovinezza.

Licia si è sposata prima della fine della guerra con un ufficiale dell'aeronautica ed è a lungo poi vissuta a Novara e successivamente all’estero stabilendosi infine a Gemme dopo aver terminato la sua lunga carriere come insegnante.

Ormai quasi novantenne non ha peli sulla lingua nel raccontare e lo fa con molta precisione segno che i fatti di quegli anni – che portarono all’uccisione di suo padre e di sua sorella Norma – hanno lasciato tracce indelebili nella sua esistenza, così come per decine migliaia di italiani che furono obbligati con la forza a lasciare ogni loro bene.

Come si viveva in Istria prima della guerra, durante la sua adolescenza?

VIVEVAMO BENE A SANTA DOMENICA DI VISINADA, VICINO A POLA, PERCHE’ PAPA’AVEVA DELLE PROPRIETA’ CON DEI COLONI. SI COLTIVAVA UVA, FRUMENTO, SOPRATTUTTO LE VIGNE ERANO DI OTTIMA QUALITA’. L’ISTRIA ERA UNA TERRA ITALIANA DA SEMPRE, TUTTI ERANO ITALIANI, VENETI FIN DAI TEMPI DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA E AL CIMITERO C’ERA ANCORA UNA LAPIDE PER RICORDARE IL FRATELLO DI UN MIO BISNONNO, CHE FU PARROCO DEL PAESE NEL ‘700.

LA SITUAZIONE ERA ASSOLUTAMENTE TRANQUILLA E LO FU FINO AL 1943 QUANDO IN POCHI GIOR NI LO STATO SI DISSOLSE. NOI STAVAMO INIZIAN DO LA VENDEMMIA E NON AVEVAMO ALCUN SENTORE DI QUELLO CHE SAREBBE ACCADUTO: ANDAVAMO A NUOTARE, C’ERA LA SQUADRA DI PALLACANESTRO, CONDUCEVAMO UN’ESISTENZA NORMALISSIMA E SERENA E LA GUERRA SEMBRAVA LONTANA.

Come erano i rapporti tra i coetanei a scuola e nel tempo libero fra italiani e slavi?

MA DI SLAVI NON CE N’ERANO, ERAVAMO POCO PIU' DI 100 ABITANTI NEL NOSTRO PAESINO, MA ANCHE A VISINADA, DOVE C' ERA LA SEDE DEL COMUNE ERAVANO TUTTI ITALIANI COME PRATICAMENTE ERA IN QUEL MOMENTO LA SITUAZIONE IN TUTTI I PAESI DELL' ISTRIA.

NOI ABITAVAMO IN PROVINCIA DI POLA, TUTTI PARLAVAMO ITALIANO, NON C’ERANO ASSOLUTAMENTE PROBLEMI DI INTEGRAZIONE PERCHE' LA SOCIETA' ERA APPUNTO TUTTA ITALIANA E QUESTO, RIPETO, DA SEMPRE.

AGGIUNGO CHE ANCORA OGGI IN ISTRIA SI PARLA ITALIANO, NONOSTANTE CHE DA OLTRE 60 ANNI PRIMA LA JUGOSLAVIA E POI LA CROAZIA ABBIANO FATTO DI TUTTO PER CANCELLARE LE RADICI ITALIANE DELLA NOSTRA TERRA

Qualche ricordo particolare della sua infanzia e dell'adolescenza di sua sorella…

NON HO RICORDI PARTICOLARI: ANDAVAMO D’ACCORDO, DA PICCOLE GIOCAVAMO INSIEME, COME CON TUTTE LE BAMBINE DEL PAESE. LEI ERA TRE ANNI PIU' GRANDE DI ME E INSIEME SIANO POI STATE MESSE IN COLLEGIO A GORIZIA PERCHE' A PARENZO – LA CITTADINA PIU' VICINA ALLA NOSTRA – A QUEL TEMPO COME SCUOLE SUPERIORI C'ERA SOLO L'ISTITUTO MAGISTRALE.

DOPO LA QUINTA ELEMENTARE, A GORIZIA ABBIAMO COSI' FREQUENTATO IL GINNASIO POI MIA SORELLA CHE AVEVA VOLUTO FARE IL CLASSICO E' ANDATA ALL'UNIVERSITA'. IO SONO DEL 23, MIA SORELLA ERA DEL 20 E QUINDI STAVAMO A GORIZIA PER L'ANNO SCOLASTICO TORNANDO A CASA PER LE VACANZE DI NATALE E DI PASQUA, OLTRE CHE PER TUTTA L'ESTATE.

Qualche dettaglio in più sulla figura di suo padre e il suo ruolo politico. Quando vi siete resi conto che non ervaate più bene accetti, quando vi siete sentiti abbandonati?

MIO PADRE DIRIGEVA LA NOSTRA AZIENDA AGRICOLA E SI OCCUPAVA DELLA CASSA MUTUA E DI RISPARMIO DELL'AGRICOLTURA, AVEVA L'UNICA AUTO DEL PAESE E SPESSO ERA VIA. ERA UFFICIALE DELLA MILIZIA FASCISTA COME TANTA ALTRA GENTE E AGGIUNGO CHE TUTTI ERANO FASCISTI A QUEL TEMPO E NON SOLO NOI RAGAZZI CRESCIUTI IN QUEGLI ANNI. ERA NORMALE ESSERLO, NATURALE. POI E' ARRIVATO L'8 SETTEMBRE E DI COLPO E' MANCATA OGNI AUTORITA'. SONO SALTATE FUORI PERSONE NON DEL PAESE CHE HANNO COMINCIATO A SFASCIARE TUTTO. VENIVANO DALL'INTERNO DELL' ISTRIA, NON LI CONOSCEVAMO, IN QUEI GIORNI PAPA' ERA A TRIESTE. IN QUEI POCHI GIORNI HANNO INIZIATO AD APPROFITTARSI DELL’ASSENZA DI PAPA’ E COMINCIAVANO A VENIRE ANCHE A CASA A DISTURBARCI E A INFASTIDIRCI. CI INTERROGAVANO, CI CHIEDEVANO SE VOLEVAMO ANDARE CON LORO E PRENDERE LA CITTADINANZA YUGOSLAVA…

E' PASSATA POCO PIU' DI UNA SETTIMANA E POI HANNO PRESO MIA SORELLA (che faceva l'università a Padova ed era a Visinada in vacanza – ndr) PER INTERROGARLA.

LA PRIMA VOLTA E’ TORNATA A CASA, DOPO CHE L'AVEVANO PORTATA A VISIGNANO, POI L'HANNO RIPRESA E PORTATA A PARENZO NELLA CASERMA DELLA FINANZA, CON ALTRA GENTE. IO SONO ANCHE ANDATA UN POMERIGGIO A VEDERLA IN BICICLETTA, HO OFFERTO DEI SOLDI PER LIBERARLA, MA MI HANNO DETTO CHE L' AVREBBERO LIBERATA QUELLA SERA STESSA, INVECE QUELLA SERA SI E' SAPUTO CHE STAVANO ARRIVANDO I TEDESCHI E I PRIGIONIERI LI HANNO PORTATI AD ANTIGNANA IN CORRIERA.

ERA IL 26 SETTEMBRE E MOLTO PROBABILMENTE LI HANNO UCCISI TUTTI QUELLA SERA. ERANO VENTINOVE PERSONE, TUTTI NOSTRI PARENTI E CONOSCENTI MA – APPUNTO – IN PAESE CI SI CONOSCEVA TUTTI. NESSUNO DI LORO AVEVA INCARICHI POLITICI. LI HANNO AMMAZZATI E PEGGIO E POI LI BUTTATI IN FOIBA. MIO PADRE ERA A TRIESTE, MA QUANDO HA SAPUTO CHE L'AVEVANO PORTATA VIA E’ VENUTO SUBITO CON DEI MILITI E CON UN ALTRO UFFICIALE CHE ERA UN NOSTRO CUGINO.

RICORDO LA NOTTE CHE HANNO UCCISO MIA SORELLA: QUELLA NOTTE HO DORMITO CON MIA MADRE, AVEVAMO PAURA E AD UN CERTO PUNTO MI HA DETTO DI CORRERE ALLA FINESTRA CHE MIA SORELLA NORMA CHIAMAVA., SONO ANDATA ALLA FINESTRA MA FUORI NON C’ERA NESSUNO…TELEPATIA DI UNA MADRE VERSO LA PROPRIA FIGLIA CHE PROPRIO IN QUELLE ORE NON SOLO VENIVA UCCISA MA ANCHE SUBIVA INAUDITE VIOLENZE?

NOI PERO' ALLORA NON SAPEVAMO QUESTO, NON AVEVAMO NOTIZIE. POI SONO ARRIVATI I TEDESCHI CHE HANNO RISTABILITO LA SITUAZIONE E TUTTO SEMBRAVA TORNARE COME PRIMA, QUELLI CHE SI FACEVANO CHIAMARE PARTIGIANI ERANO SPARITI.

SE NON FOSSE STATO PER I TEDESCHI NON AVREMMO NEPPURE MAI SAPUTO CHE NORMA ERA STATA INFOIBATA. QUANDO PAPA’ E’ VENUTO PER CERCARE MIA SORELLA QUALCUNO GLI HA TESO UN TRANELLO, GLI HANNO DETTO DI ANDARE IN UN PAESE VICINO, CON QUEL NOSTRO CUGINO , CHE GLI AVREBBERO DETTO DOV’ERA NORMA, MA INVECE LI HANNO UCCISI ENTRAMBI. A DICEMBRE QUALCUNO HA PARLATO E HANNO COMINCIATO A CERCARE I CORPI E POI LI HANNO TIRATI FUORI DALLA FOIBA E SEPOLTI AL CIMITERO.

UN GIORNO I TEDESCHI SONO VENUTI A PRENDERMI A SCUOLA PERCHE’ AVEVANO CATTURATO DELLE PERSONE COINVOLTE NELL’UCCISIONE DI MIA SORELLA, I TEDESCHI ME LI AVEVANO PORTATI LI’, MA IO HO DETTO CHE NON VOLEVO SAPERE NULLA, CHE MIA SORELLA NON C ERA PIU’ E MIO PADRE NEPPURE, CREDO CHE I TEDESCHI POI LI ABBIANO UCCISI.

MIA MADRE RESTO' IN PAESE FINO AL 1948 POI VENNE VIA DA VISINADA COME TUTTI GLI ITALIANI. IL PAESE RESTO' VUOTO COME TUTTE LE CITTA' DELL' ISTRIA. A POLA 30.000 ABITANTI SU 33.000 SE NE ANDARONO PER SEMPRE. IO MI ERO SPOSATA A SEGUIVO GIA' MIO MARITO, MA CREDO CHE FU NEL MOMENTO DELL'ESODO CHE GLI ITALIANI SI SENTIRONO PIU' ABBANDONATI: ERANO OBBLIGATI A LASCIARE TUTTO E NESSUNO CAPIVA IL PERCHE', NON ERA GIUSTO.

Finalmente nel 2004 è stato deciso di ricordare quanto successo con il “Giorno del Ricordo” ed a sua sorella è stata concessa la medaglia d'oro al valor civile, appuntataLe dal Presidente Azeglio Ciampi al Quirinale. Che cosa pensa di questa decisione, che le disse quel giorno il presidente?

LA GIORNATA DEL RICORDO? ARRIVO' SOLO NEL 2004, TROPPO TARDI, ERANO TUTTI INDIFFERENTI. SI, SONO STATA DA CIAMPI, CHE MI HA CHIESTO SE ERO CONTENTA. GLI HO DETTO CHE ERA UNA VITA CHE ASPETTAVO CHE A MIA SORELLA DESSERO LA MEDAGLIA D’ORO, MA CHE LA SUA MEMORIA ERA RIMASTA SEPOLTA PER TROPPI ANNI ,

LA MIA AMAREZZA E’ ANCHE CHE QUASI TUTTI HANNO DIMENTICATO E COMUNQUE HANNO VOLUTO DIMENTICARE. ERA PER ALCUNI IMBARAZZANTE SOLLEVARE QUEL VELO, E’ STATO FORSE PIU’ CONVENIENTE NON PARLARNE, NON RICORDARE.

TUTTI I NOSTRI BENI SONO RIMASTI Lì: LA CASA, TUTTE LE NOSTRE COSE.

A VISINADA CI SONO TORNATA ALCUNE VOLTE, LA PRIMA DOPO 25 ANNI.

VOLEVO RIVEDERE IL CIMITERO, MA IN CASA NON SONO VOLUTA TORNARE, SAREBBE STATO TROPPO ANGOSCIANTE PER ME, SONO ANDATA SOLO PER ANDARE TROVARE PAPA’ E NORMA, MA NON HO VOLUTO PARLARE CON NESSUNO. A CASA MIA LI’ OGGI NON ABITANO PIU’ ITALIANI, MA GENTE VENUTA DA ALTRE PARTI DELLA JUGOSLAVIA. CHISSA' CHI CI ABITA A CASA NOSTRA. NON C’E’ PIU’ NESSUNO IN PAESE CHE CONOSCO.

MI HA STUPITO TROVARE AL CIMITERO DEI FIORI SULLE NOSTRE TOMBE ED UNA CORONA DEL GRUPPO ALPINI DI VICENZA POSATA POCHI GIORNI PRIMA.

OGGI QUELLA TERRA APPARTIENE ALLA CROAZIA MA ERA TERRA NOSTRA, DEI MIEI NONNI E GIA' LO ERA DEI NONNI DEI NONNI. IO NON HO MAI CHIESTO NULLA PER RISARCIMENTO, HO FIRMATO LE CARTE CHE MI HANNO CHIESTO E IN TOTALE – IN MOLTI ANNI – MI HANNO LIQUIDATA CON MENO DI UN MILIONE DI LIRE, OVVERO NULLA.

DANNO E BEFFA, EPPURE PER DECENNI IN ITALIA NESSUNO SI E' RICORDATO DI NOI, DI TRECENTOMILA ITALIANI CHE SONO SCAPPATI VIA, QUELLI ALMENO CHE CI SONO RIUSCITI. MA RRIVANDO IN ITALIA TANTI SI SONO SENTITI IN UN PAESE STRANIERO, OSTILE, E SONO NUOVAMENTE EMIGRATI CON LA MORTE NEL CUORE.

LA CROAZIA OGGI VUOLE ENTRARE IN EUROPA, IO MI CHIEDO SE SIA GIUSTO CHE NON ABBIANO RISPETTATO I TRATTATI O ALMENO INDENNIZZATO GLI ITALIANI, CHE ABBIANO POTUTO FARE INSOMMA OGNI VIOLENZA SENZA PAGARNE NESSUNA RESPONSABILITA' PERCHE' – DICIAMOCELO UNA VOLTA PER TUTTTE – FORSE IN ALTRE ZONE DELLA JUGOSLAVIA GLI ITALIANI ERANO ARRIVATI SOLO DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE, MA L'ISTRIA ERA ED E' SEMPRE STATA ITALIANA. QUINDI NON ERA GIUSTO CHE QUELLA TERRA CI VENISSE TOLTA CONTRO OGNI DIRITTO INTERNAZIONALE E SENZA CHE SIANO STATE ACCERTATE LE RESPONSABILITA' DI CHI HA UCCISO MIGLIAIA DI PERSONE PER PURO ODIO ETNICO E SENZA RAGIONE .

QUANDO VADO AL CIMITERO INIZIO A PIANGERE GIA’ QUALCHE CHILOMETRO PRIMA PERCHE’ HO TANTI BEI RICORDI CHE SONO STATI CALPESTATI E MI FA TRISTEZZA I MIEI MORTI AVERLI TUTTI LI, MA NON SAREBBE GIUSTO PORTARE I RESTI DI NORMA E PAPA’ ALTROVE PERCHE’ PAPA’ AVREBBE VOLUTO ESSERE SEPPELLITO LI’ NELLA SUA TERRA, MA PER ME E’ MOLTO TRISTE SAPERLI LONTANI E AVER PERSO CON LORO UN PEZZO COSI' IMPORTANTE DELLA MIA VITA.

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